Voucher baby-sitter, ora anche per le imprenditrici

L’erogazione del voucher per i servizi di baby-sitting o per gli oneri legati ai servizi per l’infanzia viene esteso anche alle madri autonome o imprenditrici. Lo ha stabilito un decreto del Ministero del Lavoro pubblicato il 27 ottobre in Gazzetta Ufficiale. Per le mamme quindi in arrivo un contributo di 600 euro mensili  per un periodo che non potrà superare i tre mesi. La madre dovrà presentare una domanda tramite i canali telematici entro il 31 dicembre 2016, indicando a quale funzione del beneficio intende accedere: sarà l’Inps a pubblicare le istruzioni sul sito istituzionale.

l voucher per la baby-sitter, per le madri imprenditrici e lavoratrici autonome sono un primo passo per sostenere concretamente queste donne finora solo parzialmente protette rispetto alle mamme che svolgono un lavoro dipendente. È il risultato concreto di un’opera di sensibilizzazione e di mobilitazione tenace della CNA, che in Trentino Alto Adige ha potuto contare sull’azione insistente della deputata Luisa Gnecchi, membro della Commissione Lavoro della Camera, sia a livello politico sia nella definizione pratica delle modalità operative con l’Inps.

“Stiamo andando nella direzione di un welfare moderno e attento ai bisogni di tutte le donne nelle diverse fasi della vita – afferma Ester Brunini, referente di CNA Impresa Donna dell’Alto Adige -. Positive anche le misure contenute nel “pacchetto famiglia” della Legge di Bilancio, in particolare il finanziamento delle iniziative per le pari opportunità e per la non discriminazione. Ora è arrivato il momento di lavorare per arrivare alla deducibilità al 100 % per tutti i costi di cura per i servizi di prima infanzia, e per figli e congiunti di primo grado in difficoltà di salute certificata”.

Non possiamo dimenticare che la pesante mortalità delle imprese femminili coincide purtroppo in larga parte con i periodi più pesanti, gravosi e costosi, di cura dei figli o di persone anziane a carico. “Questa deducibilità coglierebbe due obiettivi: emersione del lavoro non regolare, stimolo alla nascita di nuove imprese dedicate proprio a questi servizi di cura della persona”, conclude Ester Brunini.

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