Zanotti: «Vaccini, lockdown e sostenibilità: per salvarsi il turismo deve guardare al 2030»

Da una parte lo slogan sull’apertura in sicurezza degli impianti, dall’altra la notizia ripresa da tutti i maggiori media nazionali sull’Alto Adige fanalino di coda nelle vaccinazioni perché «non c’è abbastanza personale sanitario disposto a farsi vaccinare» a cui ha fatto seguito il caso delle dosi di vaccino buttate, finito in Parlamento. Se si vuole devastare l’immagine acquisita dall’Alto Adige/Südtirol in decenni di attività turistica, la strada è quella giusta. Come ha rilevato anche una recentissima indagine dell’Eurac, la fiducia ha svolto un ruolo chiave nell’attrattiva turistica di questa provincia e notizie come quelle appena citate rischiano di distruggerla fin troppo rapidamente.

Werner Zanotti, direttore di «Bressanone Turismo»,  non nasconde la sua preoccupazione. «I vaccini ci hanno fatto intravedere la luce in fondo al tunnel e ogni ritardo nella campagna di vaccinazione penalizza in maniera praticamente lineare e diretta il settore turistico. Più ritardi accumuliamo e peggio sarà». Chiarito il punto principale, Zanotti, come d’abitudine, pensa alle soluzioni: «Vista la rapidità con cui sono stati prodotti i vaccini contro il Coronavirus, lo scetticismo è comprensibile ma era prevedibile.  In Alto Adige siamo abituati a vivere una vita tranquilla e sicura tra le montagne, siamo una provincia conservatrice e ci mettiamo più tempo degli altri ad accettare l’innovazione. Ma chi lavora negli ospedali è istruito, è in grado di ragionare, sa valutare i pro e i contro e chi usa la testa e non con la pancia, sa che la vaccinazione ha più pro che contro. Fino a prova contraria, la storia ci ha mostrato che sono stati i vaccini a debellare le malattie più pericolose, è un dato scientifico ed è proprio con questi argomenti che occorre affrontare lo scetticismo. Tutto il personale sanitario, ma non solo, dovrebbe ricevere una documentazione chiara con risposte precise alle domande più frequenti sul vaccino. Invece, a quanto pare, c’è stato un grosso problema di comunicazione su cui occorre intervenire in fretta, perché più tempo aspettiamo, più sarà difficile venir fuori da questa crisi».

Werner Zanotti

Werner Zanotti

Da mesi, Zanotti non si stanca di ripetere che il rispetto della salute non va contro lo sviluppo economico, ma ne è la base essenziale. Lo aveva fatto già ad aprile 2020 chiedendo che si aumentasse in maniera esponenziale la disponibilità di posti in terapia intensiva perché «il costo economico sarebbe comunque enormemente minore rispetto a un secondo lockdown». Non è stato ascoltato, e ora i lockdown vanno e vengono a ogni cambio di vento. «Gli errori della primavera scorsa sono comprensibili, tutti hanno sbagliato e tutti hanno provato a fare del loro meglio perché si affrontava un’emergenza nuova e imprevedibile. Ma a nove mesi di distanza, non si può continuare a perdonare tutto. Se si ripetono errori di organizzazione e comunicazione come quelli a cui stiamo assistendo, significa che qualcuno non svolge il proprio lavoro nel modo migliore. Qualcuno ha dimostrato di non essere all’altezza del compito».

Sperando che in futuro le cose migliorino, tanto vale guardare avanti con prospettive che vadano oltre il breve periodo. Zanotti non se lo fa ripetere due volte: «Occorre lanciare Alto Adige 2030, una visione del turismo alpino basata su sostenibilità e cambiamento climatico perché questo sarà il vero banco di prova. Se guardiamo avanti, dimenticandoci l’emergenza Covid 19 che speriamo posso far presto parte del passato, il problema principale che affronteremo  nei prossimi dieci anni sarà quello climatico. Una buona dose di coraggio e una sana ambizione devono spingerci a modificare  atteggiamento. Abbiamo un’ottima reputazione turistica che si basa sulla bellezza dell’ambiente che offriamo, ma per mantenerla dobbiamo smetterla di vivere nel passato, per esempio dobbiamo superare le monoculture, passare a coltivazioni differenti basate sulla diversificazione e il rispetto dell’ambiente. Guardate i risultati che sono stati ottenuti nella gastronomia di alto livello. Lo chef stellato Norbert Niederkofler è riuscito a spingere gli agricoltori a cambiare approccio per poterlo rifornire di prodotti di alta qualità e di alto valore. Ma questo è solo uno degli esempi di come si possa migliorare in maniera semplice il paesaggio locale».

Un universo che sembra lontanissimo da quello ultra tradizionale descritto solo una settimana fa su queste pagine  «Sia chiaro – conclude Zanotti – a livello turistico e agricolo abbiamo fatto più cose giuste che sbagliate e su questo abbiamo creato un’ottima reputazione, ma è giunto il momento di cambiare perché possiamo permettercelo. La pandemia ci ha spinto verso le chiusure, ma per uscirne occorre aprirsi, accettare l’innovazione e guardare al futuro».

Massimiliano Boschi

Foto:Photo by lucas Favre on Unsplash

di Massimiliano Boschi

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