L'idea di una cortina di ferro al Brennero e il fantasma dell'Euregio

“Un reticolato al Brennero per fermare gli immigrati”. L’ipotesi prospettata ieri, senza mezze parole, dal ministro degli interni austriaco Johanna Mikl-Leitner, fa raggelare. L’allarme lanciato dalla Camera di Commercio venerdì è assolutamente concreto: l’Austria studia per il Brennero un sistema di controllo sul modello Spielfeld, il varco con la Slovenia dove è stata applicata una barriera che regola e blocca il passaggio dei profughi (nella foto). Si tratta di una recinzione lunga 3,7 chilometri e alta da 2,5 a 4 metri con 48 container per lo smistamento dei profughi.

Sul piano umano, economico, culturale si tratterebbe di un colpo al cuore dell’Europa. “Il blocco del confine del Brennero non è solo un problema per l’economia dell’Alto Adige, la popolazione a nord e a sud del Brennero e per milioni di turisti, ma anche per tutta l’area adiacente dalla Baviera, Austria fino alla Pianura Padana – spiega la Camera di Commercio -. Nell’anno 2014 circa 8,5 milioni di mezzi leggeri e 3,2 milioni di mezzi pesanti hanno attraversato il Passo del Brennero. Nello stesso anno hanno valicato il Passo complessivamente 41 milioni di tonnellate di merci”. E buonanotte Euregio (ed Eusalp) e l’integrazione del Tirolo, fantasmi politici impotenti e troppo labili per contrastare il risorgere degli egoismi nazionali.

 

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