Svelato il programma del Festival Transart 2025 tra performance, concerti e teatro

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Bolzano. Dieci intensi giorni di performance, concerti, installazioni, teatro e arte sonora: questo e molto ancora è in programma per la 25sima edizione del Festival Transart, che si svolgerà dall’11 al 25 settembre prossimo in diverse location altoatesine. Transart festeggia un quarto di secolo con un’edizione partecipativa, ricca di prime assolute, anteprime nazionali e ritorni di artisti . “La cultura contemporanea, e quindi anche il festival Transart, sono sinonimo di energia. L’energia che nasce da ciò che ancora non è stato immaginato, da ciò che ancora non è stato ascoltato…” spiega il direttore artistico Peter Paul Kainrath.

Il programma
Transart inaugura giovedì 11 settembre al NOI Techpark di Bolzano, luogo storico e simbolico del festival. La serata – dal titolo The Body– invita il pubblico ad esplorare diverse pratiche artistiche. Il corpo è il protagonista assoluto, inteso come strumento di indagine, di espressione e di ritualità. Artisti e interpreti internazionali, ciascuno con la propria cifra distintiva, offriranno esperienze complementari. Tra questi, Martin Messier, che nella Sala Carroponte, presenta (in doppia replica) Innervision, una scultura coreografica umana composta da 60 performer rivolti ciascuno davanti a un tavolo luminoso e guidati in tempo reale dallo stesso artista.

Venerdì 12 settembre a Bolzano presso l’Ex-Masten, va in scena la prima assoluta dell’opera musicale La Mort De La Mer, con musiche di CocoRosie e regia di Bianca Casady.  Il nuovo progetto di CocoRosie, produzione originale per Transart, unisce canto, elettronica e scenografie visionarie in un racconto simbolico e femminile. In scena, Luna e Mare guidano il pubblico tra detriti del tempo, memorie e metamorfosi, in un’opera sospesa tra teatro, musica e sogno.
Sabato 13 e domenica 14 settembre, il Museion di Bolzano ospita un evento straordinario no-stop: 24 HOURS, a cura di Museion e Transart, per celebrare i 25 anni del festival e i 40 anni della fondazione Museion. Dalle 14:00 del sabato alle 13:59 della domenica, il pubblico potrà attraversare liberamente il museo, sia di giorno che di notte, sostando o lasciandosi sorprendere da un programma che include concerti, azioni performative, tatuaggi, yoga, workshop, skate park e ambienti sonori.
Sempre sabato 13 settembre presso lo Stadttheater Puccini di Merano, si svolge la prima italiana di Land of No Return, una lettura performativa firmata dalla celebre artista russa Marina Davydova, in esilio volontario dopo l’invasione dell’Ucraina. Altra prima italiana in programma mercoledì 17 settembre all’Ex-Masten di Bolzano con AMOPERA, progetto firmato Klangforum Wien e Needcompany, dopo il successo ottenuto in Europa e Asia.

Nel fitto calendario di appuntamenti si segnala giovedì 18 settembre Marina Abramovic – a talk from remote. A 23 anni dalla sua straordinaria presenza a Transart, la leggenda della performance art Marina Abramovic torna virtualmente in Alto Adige. In A talk from remote l’artista sarà in collegamento streaming da Manchester per raccontare la sua pratica artistica.  Nella stessa serata, il pubblico potrà assistere alla prima italiana di Blue Cliffs, suggestiva composizione di Jorge Lopez scritta tra il 1985 e il 1989 e ispirata alla spiritualità zen e alla natura selvaggia. L’opera, eseguita da Klangforum Wien sotto la direzione di Tim Anderson, restituisce un paesaggio sonoro denso e meditativo, tra timbri profondi e dinamiche contrastanti.
Nella stessa giornata, a BASIS di Silandro, Geumhyung Jeong porta in scena la prima italiana di Find, Select, Copy and Paste. Performance intensa e radicale di questa artista sudcoreana, nota per il suo lavoro al confine tra coreografia, scultura e robotica.

Domenica 21 settembre, il festival si chiude con due prime assolute sull’Altopiano del Renon. L’artista islandese Ragnar Kjartansson porta sulle rive del laghetto Rautner con un’opera appositamente pensata per Transart25 dal titolo Sunday Without Love. Una performance ciclica e struggente dove un gruppo di musicisti e cantanti ripete in loop un ritornello malinconico, trasformando lo spazio naturale in un teatro dell’assenza e del desiderio. Roman Signer, figura iconica dell’arte contemporanea svizzera e tra gli artisti più amati nella storia di Transart, torna invece per il gran finale del festival con una nuova azione inedita e esplosiva: Zehn Stangen. Con la sua inconfondibile poetica tra scultura, tempo e fisica dell’imprevisto, Signer prosegue la sua ricerca sulla trasformazione della materia, usando dieci aste (Stangen) e l’energia detonante come mezzi plastici. Signer torna a dialogare con il territorio attraverso un’opera site-specific che promette di essere tanto imprevedibile quanto incredibile.

Il programma completo è consultabile qui

Immagine in apertura: Marina Abramovic, The Composer, Archivio Transart ©Bolognini

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