"The Spank": pensavo fosse amico, invece era un calesse

The Spank” dovrebbe raccontare di due amici al bar, non fosse che i due protagonisti non sono al bar, mancano barista e altri avventori, e non sono nemmeno amici, almeno non nei canoni “italiani”.
Perchè lo spettacolo diretto da Filippo Dini e interpretato magistralmente da lui stesso e da Valerio Binasco, non mette in scena il tradimento di un marito, ma quello di un amico.
Vargas, interpretato da Dini, corre infatti a confidare alla moglie le intime confidenze dell’amico Sonny, interpretato da Binasco, finalmente felice grazie a una relazione extraconiugale. La moglie di Vargas, questo sì come da copione, lo spiffera alla moglie di Sonny che caccia di casa il marito costretto a rifugiarsi in un triste motel.
Nella realtà, almeno in Italia, ce ne sarebbe a sufficienza per occhi neri, sangue e lividi sparsi, Vargas e Sonny, invece, inizialmente ci scherzano su, sembrano persino divertirsi, fino a quando gli effetti della separazione incominciano a farsi drammatici e inevitabilmente interferiscono anche sul loro rapporto.
Un percorso che finisce per appesantire anche lo spettacolo, perché i due amici, gli unici presenti in scena, lasciano spazio a moglie e figli, personaggi che sono solamente evocati e narrati. Il ritmo rallenta e la lettura si affatica.
Così, una splendida partenza alla Neil Simon che evoca Jack Lemmon e Walter Matthau finisce per trasformarsi in una sorta di monologo a due voci. Voci sopraffatte, però, da figli e mogli che vedono il tradimento come la grande occasione per dare un po’ di vita alle loro annoiate esistenze.
In questo contesto, non sembra nemmeno così peregrino immaginare che Vargas spifferi tutto alla moglie perché invidioso della felicità raggiunta da Sonny grazie all’amante.
Vargas si mostra tronfio della sua vita casa e lavoro, si dice felicissimo di rientrare dal lavoro e trovare una moglie che non si limita a chiedergli come sta ma che, in pratica, gli fa una Tac Total Body. Col passare del tempo, però appare devastato dalla perdita dell’amico a cui ha preferito la comfort zone famigliare. Come meravigliarsi?

I due amici al bar di Kureishi, autore del testo, non stanno, quindi, dalle parti di Gino Paoli, non sembrano per nulla destinati a “qualche cosa in più che a una donna ed un impiego in banca”,
ma piuttosto da quelle di “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè, dove: “Una vecchia mai stata moglie, senza mai figli, senza più voglie, si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto e rivolgendosi alle cornute le apostrofò con parole argute: Il furto d’amore sarà punito, disse, dall’ordine costituito“.

Questione di punti di vista, sempre che Kureishi non nasconda qualcosa d’altro dietro all’amicizia. Uno dei due protagonisti si chiama Sonny “figliolo” e il comportamento di Vargas è decisamente più da padre che da amico…
A teatro, come noto, è spesso una questione di interpretazione.

Massimiliano Boschi

Spettacolo visto il 17 febbraio al Teatro Comunale di Bolzano.
Consigliato

Da giovedì 17 a domenica 20 febbraio (giovedì e sabato h. 20.30, venerdì h.19 e domenica h. 16)

“The Spank”

di Hanif Kureishi
traduzione Monica Capuani
regia di Filippo Dini
con Filippo Dini, Valerio Binasco

scene Laura Benzi
costumi Katarina Vukcevic
luci Pasquale Mari
musiche Aleph Viola

Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Per gentile concessione di The Agency (London)

 

 

Ti potrebbe interessare