Test nasali anche nelle aziende per rilanciare l'economia: la proposta della Provincia non convince le parti sociali

Due test nasali alla settimana in auto-somministrazione, i cosiddetti test nasali, per far ripartire il prima possibile il mondo dell’economia e del lavoro in Alto Adige. Questa la proposta avanzata dalla Giunta provinciale, rappresentata dal presidente Kompatscher e dagli assessori Widmann, Achammer e Schuler, alle parti sociali. In sostanza, potrebbe essere replicata nelle aziende e nel settore pubblico, la sperimentazione già avviata nelle scuole. “L’obiettivo – ha spiegato Arno Kompatscher durante l’incontro con categorie economiche e sindacati – è assicurare la sopravvivenza delle aziende, che non possono permettersi ulteriori chiusure, e la conservazione dei posti di lavoro. Serve, però, l’impegno di tutti: eseguendo questi test nasali in maniera regolare, possiamo essere in grado di individuare per tempo i focolai di contagio, mantenere sotto controllo la situazione epidemiologica e convivere ancora per qualche mese con il virus in attesa che venga vaccinata la gran parte della popolazione”.

Le parti sociali, pur sollevando qualche dubbio per quanto riguarda lo svolgimento pratico della procedura, hanno assicurato la loro disponibilità ad aprire un confronto sul tema. Per questo motivo verrà creato in brevissimo tempo un gruppo di lavoro, coordinato dalla Direzione generale della Provincia, che avrà il compito di trovare un’intesa sul protocollo di sicurezza sul lavoro che andrà ad integrare l’accordo territoriale, in modo da dare al progetto una più solida base dal punto di vista giuridico. Nel corso dell’incontro è stato ribadito che lo screening riguarderà non solo le aziende private, che già ora possono contare sulla possibilità di fare i test antigenici, ma anche il pubblico impiego, e che le persone che risulteranno positive al test nasale saranno chiamate ad eseguire un test antigenico o un test PCR di conferma. Le spese delle procedure saranno a carico delle aziende stesse, che però potranno acquistare i test al prezzo di costo. “Questa strategia – ha aggiunto Kompatscher – è guardata con interesse dal Ministero della salute, e anche altre regioni italiane come Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia si stanno muovendo nella stessa direzione. Il mio appello all’economia, e di conseguenza ai lavoratori, è quello di aderire al progetto”.

La replica della Cgil

La Cgil/Agb esprime apprezzamento per la cautela sulle riaperture e il buon avvio della stagione vaccinale, ma non è d’accordo sulla richiesta, comunicata dal presidente Kompascher nell’incontro con le parti sociali, di effettuare i tamponi nasali nelle aziende. Secondo la Cgil/Agb, attualmente la situazione ha raggiunto un buon equilibrio con l’utilizzo regolare di tamponi rapidi che hanno il collegamento necessario alla prescrizione di malattia. L’utilizzo dei tamponi nasali, non approvati da Roma, non ha invece il collegamento alla malattia.

Per il sindacato sarebbe inoltre inaccettabile se i lavoratori eventualmente positivi al tampone nasale in azienda dovessero utilizzare le loro ferie per il periodo tra il prescreening e il tampone utile alla prescrizione di malattia. Come ricorda la segretaria Cristina Masera, sindacati ed imprese finora sono riusciti a trovare accordi sulla sicurezza che hanno funzionato e che hanno consentito di proseguire il lavoro evitando gravi conseguenze. Secondo la Cgil/Agb, non è il momento di rischiare cambiando quello che funziona. Il sindacato, nel caso in cui ci sia la necessità di utilizzare tamponi di prescreening, come quelli utilizzati nelle scuole e già acquistati, propone che vengano offerti al mondo dell’associazionismo e dello sport e distribuiti gratuitamente in farmacia. Nell’incontro, Kompatscher ha esortato il mondo del lavoro a non rimanere fuori dall’impegno nel prescreening, ma questo, per Masera, sarà possibile solo nella misura in cui i lavoratori positivi abbiano direttamente e senza problemi la prescrizione di malattia. “A nostro parere rimane fondamentale il comportamento prudente di tutti e l’utilizzo delle mascherine più protettive, nonché maggiori controlli”, conclude la segretaria in una nota.

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