Iniziano i test di massa in Alto Adige: obiettivo 350.000 persone

Sono iniziati alle ore 8.00 i test di massa sulla popolazione altoatesina. Da oggi, venerdì 20 novembre, fino a domenica 22, in 184 postazione sparse per l’Alto Adige con 646 testing point, saranno effettuati i test rapidi per tentare di bloccare la corsa del virus che pare essere inarrestabile. L’obiettivo è quello di testare almeno 350.000 altoatesini. In questo modo, secondo i ricercatori di Eurac Research, si riuscirebbe ad arginare la curva dei contagi già ad inizio dicembre, andando ad individuare un numero enorme di positivi asintomatici.

A Bolzano, sin dai primi minuti, si sono registrate le prime code all’esterno dei presidi. Una grande sfida da vincere sarà quella della logistica e dell’efficienza, cercando di fare in modo che le operazioni per ogni singolo paziente durino il meno possibile, in media circa tre minuti.

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L’analisi di Eurac

Secondo il biostatistico Markus Falk, mantenendo le misure finora in vigore il tasso di riproduzione Rt verrebbe ridotto a 0,9, ma bisognerebbe aspettare fino a marzo 2021 perché il numero di nuovi contagiati scenda a un numero accettabile (40 al giorno).  Grazie ai test di massa con una partecipazione al 50 per cento, i numeri diminuirebbero in modo consistente entro il 15 gennaio 2021. Se la partecipazione ai test fosse del 70 per cento, il tasso Rt scenderebbe direttamente a 0,5. Gli effetti sarebbero paragonabili a quelli di un lockdown rigoroso. Fondamentale, secondo Falk, è che chi risulta positivo si isoli comunque per dieci giorni, anche se non ha sintomi. In questo modo, si arriverebbe già entro l’8 dicembre 2020 al numero indicativo di 40 nuovi contagi al giorno. Ancora più importante è l’appello che Falk rivolge a chi riceverà un risultato negativo: “Un test negativo è affidabile solo dopo sette-dieci giorni. I test antigenici rapidi presentano infatti dei falsi negativi. Quindi anche chi risulterà negativo deve comunque osservare la massima cautela”.

Moduli e mascherina

Ma come si svolgerà il test? Dopo essere arrivati al presidio, muniti di mascherina e documenti (carta d’identità e tessera sanitaria), si consegneranno il modulo(scaricabile qui) e l’informativa sulla privacy (scaricabile qui) ad una prima postazione. Si riceverà indietro delle etichette di riconoscimento univoche che andranno consegnate alla seconda postazione, quella dove si svolgerà effettivamente il test. Subito dopo averlo fatto il cittadino sarà libero di tornare a casa. Dopo 15/30 minuti si avrà il risultato via mail. Nel mentre gli operatori lo inseriranno all’interno dei server dell’Asl per avere sempre la situazione sotto controllo. Il tutto si svolgerà nella massima sicurezza visto che sarà presente la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco che garantiranno la distanza di sicurezza tra le persone in fila ed il rispetto delle norme anti-contagio. “Se svolta correttamente l’intera procedura durerà al massimo tre minuti” , ha spiegato il responsabile del progetto Patrick Franzoni. Per i positivi scatterà automaticamente la quarantena di dieci giorni e la messa in malattia del lavoratore. Inoltre, come spiegato ieri, sarà possibile effettuare il test 72 ore prima e 72 ore dopo anche nelle farmacie convenzionate.

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Per effettuare il test saranno operativi ogni giorno 900 tra medici e infermieri e operatori della Croce bianca e Croce rossa. Sara coninvolto nelle operazioni anche il personale amministrativo messo a disposizione dei Comuni, A ciò si aggiungono I collaboratori della protezione civile. Anche i vigili del fuoco volontari aiutano.

“Sottoponendosi al test dell’antigene, ogni individuo fa la propria parte per cercare di frenare il contagio in modo da consentire a breve il ritorno delle lezioni in presenza”, hanno spiegato i tre assessori all’istruzione Giuliano Vettorato, Philipp Achammer e Daniel Alfreider. Una forte partecipazione anche degli educatori e di tutto il personale della scuola e degli asili è particolarmente importante “per tornare rapidamente all’insegnamento nelle aule”.

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