Ansia e stress per gli alunni chiusi in casa, così la Psicologia 2.0 entra nelle scuole anche durante il lockdown

In questo periodo di grandi cambiamenti, incertezze e preoccupazioni anche la scuola ha saputo fare la sua parte, potenziando ed evolvendo quella che da anni è una risorsa disponibile a tutela del benessere di alunni, docenti e genitori di ogni istituto scolastico italiano dell’Alto Adige: lo sportello di consulenza psicologica.

Alice Panicciari psicologa per l’infanzia e l’adolescenza e Referente dell’Ordine Psicologi Bolzano per la psicologia scolastica ci presenta caratteristiche, finalità e prospettive dello Sportello di consulenza psicologica «Parliamone»

Che cos’è lo sportello di ascolto psicologico nelle scuole e come funziona?
«Lo sportello è un servizio attivo in tutte le scuole italiane della Provincia di Bolzano volto ad offrire ascolto e sostegno agli studenti aiutandoli ad affrontare in modo consapevole le difficoltà della crescita e dell’apprendimento. In caso di bisogno fornisce altresì strumenti ai docenti per leggere in tempo reale eventuali segnali di disagio, contribuendo ad individuare risposte immediate e articolate alle emergenze e svolgendo un’importante funzione di filtro ai Servizi del territorio per l’eventuale presa in carico di situazioni problematiche. Allo sportello possono accederei genitori, gli alunni delle scuole medie e superiori, i docenti, ma anche Dirigenti e tutto il personale scolastico».

Un progetto fondamentale per promuovere il benessere psicologico degli studenti e che dovrebbe essere garantito a livello nazionale, come si colloca Bolzano rispetto al resto d’Italia?
«In molti paesi europei lo psicologo scolastico è una figura prevista per legge e di conseguenza riconosciuta a livello nazionale. In Italia, da questo punto di vista, siamo ancora qualche passo indietro. Negli ultimi anni sono stati presentati numerosi disegni di legge, ma nessuno ad oggi è ancora stato approvato. Fortunatamente qui in Alto Adige possiamo contare sulla lungimiranza delle Istituzioni e degli Enti territoriali che hanno scelto di dedicare fondi e risorse a sostegno dell’iniziativa. Bolzano dal punto di vista della psicologia scolastica è infatti un’eccellenza a livello nazionale, potendo contare sull’attivo coinvolgimento dell’Intendenza Scolastica Italiana. Da anni infatti sono attivi circa 30 psicologi scolastici, selezionati in base a competenze specifiche, che lavorano in rete per coprire tutto il territorio provinciale».

Come è cambiato il servizio in questo periodo di quarantena? Possiamo parlare di psicologo scolastico 2.0?
«In seguito all’instaurarsi dell’attuale emergenza sanitaria lo sportello di ascolto psicologico è stato attivato in modalità a distanza, tramite l’utilizzo di varie piattaforme di facile accesso come skype e whatsapp video. Il passaggio al telematico tuttavia non è stato semplice, in quanto una buona fetta del lavoro dello psicologo scolastico consiste nel creare rete tra le varie figure interne alla scuola. Oltre alle consulenze individuali, infatti, lo psicologo è presente nei consigli di classe, propone interventi mirati su tematiche di varia natura, collabora con il Dirigente, partecipa a colloqui con i genitori, muovendosi quindi attraverso dinamiche relazionali complesse. Questo richiede competenze specifiche e una buona conoscenza del mondo della scuola che solo psicologi con esperienza e formazione sul campo possono avere. In un contesto come quello scolastico è infatti importante mantenere il contatto diretto con l’utenza, entrare nelle classi, accedere alle aule insegnanti, insomma essere immersi concretamente negli ambienti scolastici, senza contare che molti colloqui possono nascere da incontri non programmati con alunni e docenti nei corridoi».

Quali sono le problematiche principali che possono insorgere nei nostri ragazzi in questo periodo di crisi sanitaria?
«Le problematiche dipendono dal tipo di scuola e variano in base all’età dell’alunno. Sebbene le scuole si siano attivate tempestivamente per garantire l’istruzione scolastica a distanza degli alunni, molti genitori devono comunque assistere i propri figli nell’esecuzione dei compiti e nella strutturazione della giornata, e in molti casi questo può andare a sovrapporsi all’attività lavorativa in smart working del genitore, contribuendo così ad aumentare la tensione in casa. Il bombardamento mediatico cui inevitabilmente sono sottoposti i bambini e l’isolamento forzato tendono, inoltre, a generare stati di ansia e di stress, maggior irrequietezza ma anche comportamenti regressivi con richieste di maggior attenzione e accudimento da parte del genitore.
Come psicologi scolastici ci stiamo impegnando per diffondere materiale informativo utile alle scuole, per attivare colloqui di sostegno rivolti ai genitori, partecipare alle lezioni a distanza e creare dei momenti in piccolo gruppo di confronto e riflessione nelle scuole medie e superiori. Gli adolescenti hanno infatti molto bisogno di parlare, aprirsi e discutere delle tematiche attuali, per rafforzare il proprio pensiero critico ed elaborare in modo funzionale ciò che stanno vivendo».

Lo psicologo scolastico è dunque una risorsa importante per la scuola, ma come vede lo psicologo scolastico nel prossimo futuro?
«A mio avviso ci sarà bisogno di questa figura in una forma sempre più continuativa e strutturata. Di anno in anno evolvono ed aumentano i bisogni e le richieste della scuola e quindi è importante che nel tempo lo Psicologo Scolastico diventi a livello nazionale una figura prevista per legge all’interno della scuola. Solo così si potrà rispondere tempestivamente alle richieste di genitori e insegnanti, lavorando in modo efficace sulla prevenzione del disagio giovanile e sulla promozione della scuola come luogo di maturazione e benessere; mantenendo un occhio di riguardo anche per gli insegnanti che, notoriamente, svolgono una professione a rischio burnout. In questo senso, a livello locale rimane quindi fondamentale che il know how raggiunto dagli psicologi, forti dell’esperienza data dai vent’anni di attività dello sportello “Parliamone”, venga mantenuto e valorizzato. Abbiamo saputo accompagnare e supportare la scuola adeguandoci ai cambiamenti che negli anni hanno riformato il sistema scolastico, costruendo così quello specifico bagaglio di competenze necessario per contribuire in maniera irrinunciabile alla soluzione di molte problematiche esclusive del mondo scolastico, diventando una figura di riferimento per Dirigenti, docenti e famiglie e un elemento di eccellenza della locale scuola italiana».

Michele Piccolin

psicologo forense,
consigliere Ordine Psicologi Bolzano

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