Lo speck Alto Adige Igp compie vent'anni e punta all'export

Quest’anno lo Speck Alto Adige IGP (Indicazione Geografica Protetta) compie vent’anni. In occasione dell’annuale assemblea dei soci, il Consorzio Tutela Speck Alto Adige guarda con orgoglio al passato e ha in serbo grandi progetti per il futuro. Il Consorzio Tutela Speck Alto Adige venne fondato nel 1992 da diciotto produttori. Essendosi registrata a quel tempo un aumento della produzione di speck al di fuori dell’Alto Adige, divenne necessario tutelare l’unicità e il gusto del prodotto di qualità. Nel 1996 la dicitura di tutela “Speck Alto Adige IGP” venne approvata dall’Unione Europea. Da vent’anni, quindi, si può affermare con certezza che gli speck non sono tutti uguali. Senza la lungimiranza dei produttori riunitisi in consorzio, lo Speck Alto Adige IGP non sarebbe il prodotto che è oggi e potrebbe anche essere prodotto al di fuori della provincia. A esserne convinto è anche il presidente della Giunta provinciale Arno Kompatscher, che in occasione dell’anniversario sottolinea:: “Oltre che dei responsabili in ambito politico e dei vertici del Consorzio, il merito di avere reso oggi lo Speck Alto Adige IGP molto più di un prodotto di alta qualità è soprattutto dei produttori”. Lo Speck Alto Adige è apprezzato sia in Italia che all’estero. “È ambasciatore dell’inconfondibile stile di vita altoatesino”, dichiara Kompatscher. L’assemblea dei soci, tenutasi presso l’osservatorio del Galleria di Base del Brennero a Fortezza, ha analizzato il passato anno di produzione e di vendita e ha gettato uno sguardo verso il futuro.

Speck, produzione 2016 e tipologie di confezionamento

La maggior parte della produzione, il 66,8 percento, è stata venduta in Italia, soprattutto in Alto Adige e nelle altre province settentrionali. Con una quota di esportazione del 33,2 percento, lo Speck Alto Adige IGP è uno dei salumi italiani più esportati. Il mercato più importante rimane la Germania con il 26,9 percento, seguita da USA, Francia e Austria. A essere aumentato significativamente negli ultimi anni e quindi a offrire un grande potenziale di crescita per il futuro, è in particolare l’export verso la Francia. In Italia il 57 percento della produzione viene venduta nei supermercati, mentre in ambito locale il 56 percento dello Speck Alto Adige IGP passa tramite il commercio al dettaglio. Il crescente turismo ha avuto un ulteriore effetto positivo sui dati. Nel 2016 il 34 percento della quantità totale di prodotto è stato venduto pre-affettato. Il preaffettato, inoltre, è cresciuto del 18 percento rispetto all’anno precedente e soddisfa al meglio i desideri dei moderni consumatori, in quali impiegano meno tempo per consumarlo e attribuiscono grande valore alla rapidità e alla comodità di fruizione. Fra le varie tipologie di confezionamento, la confezione da 100 grammi è quella che si è venduta meglio, ma anche le confezioni più piccole, da 60 o 80 grammi, mostrano dati in crescita. La vendita di baffe intere, al contrario, è in calo. La vendita a tranci si colloca all’incirca sullo stesso livello dell’anno precedente e ammonta al 45 percento della produzione totale del 2016.

Speck, export: l’obiettivo per il futuro

Negli ultimi anni il prodotto altoatesino si è distinto come uno dei protagonisti della scena gastronomica regionale. “Cosa sarebbe l’Alto Adige senza lo speck e cosa sarebbe lo speck senza l’Alto Adige?”, si è infatti chiesto Andreas Moser, da cinque anni alla presidenza del Consorzio. Nei prossimi vent’anni l’export è destinato a diventare un tema ancora più importante, ragione per la quale il Consorzio intende incrementare ulteriormente la presenza del prodotto a livello internazionale. Anche per il futuro Moser vede il salume come un eccellente ambasciatore dell’Alto Adige e dell’Italia più in generale. Per il 2017 sono moltissime le iniziative promozionali, programmate in collaborazione con IDM Alto Adige e finalizzate a sostenere l’attività dei produttori. Ulteriori informazioni su http://www.speck.it.

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