La Marmolada e il “Sogno bianco” di Gabriele Romagnoli

“Sono stato per lunghi periodi nella zona della Marmolada, anche a febbraio scorso, c’erano 22 gradi. Per salire, io mi sono dovuto togliere la giacca, ma ho incrociato un gruppo di vigili del fuoco a petto nudo, e non stavano realizzando un calendario di Chippendales. Evidentemente, era successo qualcosa che aveva sconvolto tutti i parametri”
Non è quindi un caso che “Sogno bianco” (Rizzoli), il nuovo romanzo di Gabriele Romagnoli, sia ambientato dentro, sopra e sotto al “Ghiacciaio M” esplicitamente ispirato a quello della Marmolada: Come precisa lo stesso autore: “il nome di fantasia è stato scelto per potermi concedere alcune libertà narrative che rendessero la vicenda universale, combinando eventi accaduti anche altrove”.

Un libro che Romagnoli ha consegnato all’editore prima della tragedia dello scorso 3 luglio, ma che, non solo alla luce di quanto visto a febbraio, Romagnoli considerava possibile se non prevedibile. “È un romanzo, non un saggio, ma mi sono basato su quel che è successo realmente a inizio secolo scorso – le battaglie della prima guerra mondiale – e su quel che è avvenuto alla fine dello stesso secolo, l’invasione turistica. Poi mi sono concesso di ambientare il finale nel 2037 sulle pendici del ghiacciaio ormai scomparso”.
Il primo capitolo (e sogno) è ambientato nel 1917 quando si affrontano due eserciti che combattono – e perdono – contro un ghiacciaio che li sconfigge, uccide e seppellisce. Una battaglia che Romagnoli descrive utilizzando toni lontanissimi da quelli a cui ci ha abituato ne “La prima cosa bella” con cui allieta i lettori di Repubblica quasi ogni mattina. “Le guerre hanno sempre un fondo di follia, comprese quelle contemporanee, ma combatterle a 3000 metri di altezza è oltre la follia ed è inevitabile che la perdano entrambi i contendenti. L’assedio delle Marmolada terminerà a seguito della disfatta di Caporetto con gli italiani costretti a ritirare le truppe. Doveva succedere qualcosa lontano da quelle altezze per cambiare le cose, altrimenti sarebbero ancora lì”.
Il “sogno” successivo è ambientato nel 1987, tra funivie in costruzione e turisti ubriachi, mentre il terzo e ultimo nel 2037. Per l’occasione, Romagnoli non ci presenta l’ormai abusato futuro distopico, ma preferisce ” illuminare ciò che nel passato non abbiamo saputo vedere e quello che nel presente non vogliamo o riusciamo a vedere, ma che possiamo ancora salvare”.


Gabriele Romagnoli (Foto di Maki Galimberti)

Tre sono i protagonisti del romanzo, tutti con un destino simile e un nome identico: Andrea Darman. “Un cognome tipico del posto che non allude a nulla. Non scrivo avendo in mente uno schema narrativo preciso, avevo un’unica certezza, che i tre protagonisti dovessero essere soli: uno dentro al ghiacciaio, uno sotto e una sopra. Volevo esprimere la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa più grande di loro che pensavano eterno. Inizialmente, il Ghiacciaio M è una divinità ostile poi, perde gradualmente forza fino a scomparire”.
Tra i diversi meriti del romanzo di Romagnoli, c’è n’è uno che andrebbe sottolineato più di altri: la forza delle immagini che descrive. Una capacità ormai rara di riattivare quella facoltà umana fondamentale che Italo Calvino descrisse mirabilmente in una delle sue lezioni americane: “Il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini”.
Una facoltà che Calvino considerava a rischio trent’anni fa e che oggi rischia l’estinzione. ” È vero, è una facoltà fondamentale che si sta perdendo. Personalmente immagino di continuo cose fantastiche, tanto da confonderle con il reale. Per tradurle in parole servono due esercizi, uno mentre si legge e uno, più difficile, quando si scrive. Per riuscirsi non basta il talento, occorre esercitarsi a lungo nell’utilizzare le parole giuste. Chi scrive dovrebbe sentirsi investito da una funzione importante e dovrebbe dedicare tutto il tempo necessario per far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca di cui parlava Calvino. Altrimenti le visioni si frantumano, come i sogni che si perdono quando ci si sveglia”. In neurologia hanno un nome preciso: “sogni bianchi”.

Massimiliano Boschi

Il “Sogno bianco” verrà presentato dall’autore sabato 1 ottobre alla libreria Ubik di Bolzano (ore 15.30) e a quella di Trento alle 18.30.

 

Sogno bianco – Romanzo di un ghiacciaio
di Gabriele Romagnoli
Rizzoli (La scala)
Prezzo: 18 €
Pagine: 208
Data di uscita: 20/09/2022

Gabriele Romagnoli
Bologna, 1960) è autore di romanzi e saggistica narrativa. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo Navi in bottiglia (Mondadori, 1993), finalista al Premio Campiello, L’artista (Feltrinelli, 2004), Solo bagaglio a mano (Feltrinelli, 2015), Senza fine (Feltrinelli, 2018) e Cosa faresti se (Feltrinelli, 2021). È inoltre una delle firme più importanti del giornalismo italiano. A lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Rai Sport, è ora editorialista de “la Repubblica”.

Nella foto di apertura la Marmolada durante la prima guerra mondiale (Da Wikipedia)

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