Rispetto e pari opportunità nel campo e nella vita: la storia di Giuana

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Un sorriso o un piccolo gesto possono rendere più bella la giornata e fare bene alla società: è questo il messaggio lanciato dalla campagna di comunicazione della Provincia di Bolzano “Respect. Piccoli gesti. Grande effetto. Tu fai la differenza!”. L’iniziativa nasce in occasione della Giornata mondiale del rispetto che si festeggia oggi 18 settembre e ci ricorda quanto il rispetto sia importante nella vita quotidiana, come dimostra anche la storia di Giuana, che vi proponiamo di seguito. 

20 bambine corrono su un prato in Val Gardena. I capelli raccolti, tutte tra i sette e gli otto anni. Giuana passa ancora un attimo dallo spogliatoio prima di raggiungerle in campo. Oggi l’allenamento prevede dribbling e passaggi. Quest’anno la squadra femminile della Val Gardena parteciperà per la prima volta a un campionato contro altre squadre. In Alto Adige le squadre femminili sono poche e le giovani giocatrici dell’U8 del FC Gherdëina saranno costrette a giocare solo contro squadre maschili.

Giuana, 33 anni, originaria della Val Gardena, gioca a calcio fin da quando aveva otto anni. Dopo gli inizi al FC Varna e al FC Südtirol, l’amore per questo sport l’ha portata a fare un’esperienza anche al Bayern Monaco e poi negli Stati Uniti. Dopo gli studi in Scienze motorie a Innsbruck è tornata nella sua valle per diventare allenatrice di calcio. Ma il suo percorso non è sempre stato facile. “All’inizio c’era chi era scettico”, racconta. C’è una scena che ha ancora ben in mente. Nel primo anno allenava la squadra maschile dei più piccoli. “Alla prima partita abbiamo perso alla grande per 16 a 0 contro l’altra squadra. Alcuni papà non l’hanno presa molto bene”. Quello che poi si è sentita dire non è stato per nulla incoraggiante: “Perché proprio una donna deve allenare mio figlio?” oppure “Cosa ci si può mai aspettare da un’allenatrice donna?”. Ben presto, però, la percezione è cambiata. Lo scetticismo iniziale è svanito quando è apparso chiaro che il suo allenamento non aveva nulla da invidiare a quello dei colleghi uomini. Giuana ha poi seguito con successo la squadra per cinque anni come allenatrice.

Per Giuana il rispetto comincia dai gesti quotidiani. Promuovere un atteggiamento di stima reciproca all’interno del gruppo è per lei uno dei compiti più importanti di un allenatore o un’allenatrice. “Con me tutti hanno le stesse possibilità di dimostrare le proprie capacità. In partita questo significa che ciascuno gioca tanto quanto gli altri”. A volte capita che, dopo una sconfitta, una compagna o un compagno vengano ritenuti gli unici responsabili. “Per me questo non ha assolutamente senso”, chiarisce Giuana. “In casi del genere raduno tutta la squadra e affrontiamo la questione insieme. Una squadra funziona solo come un tutt’uno: accusare una singola persona non porta a nulla”.

Le pari opportunità tra donne e uomini nella stessa disciplina sportiva hanno per Giuana un grande valore. “Devo dire che, in generale, le donne devono sempre fare molto di più per essere convincenti”, racconta. “Soprattutto in sport dominati dagli uomini, come il calcio, questo è ancora più evidente”. Lo dimostra anche l’assegnazione delle squadre agli allenatori. “Spesso la squadra femminile viene affidata all’allenatore che altrimenti non avrebbe avuto nessun’altra squadra”, spiega Giuana. Ma come possono le bambine avere le stesse opportunità di successo in queste condizioni? La stessa dinamica, osserva, si nota anche per altre cose: alla squadra maschile spettano il campo migliore, l’orario più comodo, l’equipaggiamento più ampio. “Nel mio piccolo mi impegno perché le bambine possano giocare a calcio ed essere accettate proprio come i maschi. Rispetto significa per me accettare ciascuno e ciascuna per quello che è. E questo comprende anche potersi appassionare ai vari sport senza etichettarli come maschili o femminili”.

“Mi auguro che le differenze nel trattamento e nelle opportunità tra donne e uomini possano scomparire”, sottolinea Giuana. “Non solo nello sport, ma anche nel lavoro. Siamo sulla strada giusta, ma noi donne – e anche gli uomini – dobbiamo sostenerci a vicenda”. Solo quando tutti saranno trattati allo stesso modo e avranno le stesse opportunità, secondo Giuana, potrà nascere un ambiente rispettoso.

Questo contributo nasce nell’ambito della campagna #RESPECT della Provincia autonoma di Bolzano. Per ulteriori informazioni e per partecipare si può consultare il sito dell’iniziativa.

 

 

 

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