Rincari energetici, aziende altoatesine in ginocchio. L'Unione: «Rischiamo molte chiusure, la politica intervenga»

L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige lancia l’allarme: le aziende non sono più in grado di sopportare il peso dell’aumento dei costi dell’energia. L’Unione richiede interventi di sostegno immediati e urgenti da parte della politica, con l’obiettivo di salvare l’esistenza di moltissime imprese e posti di lavoro. Già diverse aziende – per esempio nel settore della gastronomia – stanno seriamente pensando alla sospensione dell’attività. In occasione di una conferenza stampa dedicata al tema, l’Unione ha presentato la gravita della situazione sulla base di numeri e dati concreti nonché delle bollette energetiche di aziende locali:  +23.000 euro all’anno per un piccolo negozio di vicinato di Nova Ponente, +80.000 per una macelleria di Vipiteno, +168.000 per uno storico ristorante-birreria a Bolzano e addirittura +973.000 per un grande panificio del capoluogo altoatesino. La conferenza stampa si è tenuta sotto il palazzo della Provincia a Bolzano. “Le aziende non sono più in grado di sopportare il peso dell’aumento dei costi dell’energia”,hanno detto il presidente dell’Unione Philipp Moser e il vicepresidente Sandro Pellegrini.

I numeri sono spaventosi: in Italia, nel 2022, i costi energetici, nei soli settori commercio, gastronomia e servizi, hanno raggiunto quota 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). A fronte di simili costi d’esercizio, lavorare ed essere redditizie è diventato impossibile anche per molte aziende altoatesine di questi settori. A essere colpiti con particolare forza sono tutto il commercio al dettaglio e il commercio all’ingrosso in ambito alimentare, i produttori di alimentari (panificatori, pasticceri, gelatieri, macellai) e la gastronomia.

L’Unione intende quindi sia evidenziare quanto siano fosche le prospettive per le aziende locali sia invitare la politica provinciale a studiare un immediato intervento di sostegno prima che, per le aziende, diventi troppo tardi. “Già diverse aziende – per esempio nel settore della gastronomia – stanno seriamente pensando alla sospensione dell’attività”.

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