Rifiuto "selvaggio”: le soluzioni oltre alle sanzioni

Ambiente. Lo chiamano “rifiuto selvaggio”, ma, a seconda dei casi, dietro a questa definizione si nascondono diversi tipi di abbandono di immondizia fuori dai luoghi consentiti. È un problema che riguarda praticamente ogni comune italiano, ma le strategie per contenere il fenomeno sono differenziate. Per esempio, il Comune di Merano ha deciso di attivare il servizio “Customer Care Service” per raccogliere le segnalazione dei rifiuti smaltiti in maniera illegale e  provvedere tempestivamente alla loro rimozione. Visto il successo dell’iniziativa, nel mese di marzo sono state introdotte nuove modalità di comunicazione per facilitare la segnalazione attraverso Telegram, Whatsapp e Messenger.
L’amministrazione comunale di Bolzano ha, invece, deciso di aumentare l’ammontare delle sanzioni per chi abbandona i rifiuti in modo illegale. Dal primo aprile 2023 sono raddoppiate le multe per le utenze domestiche con ulteriore raddoppio in caso di recidiva, e quadruplicate per le utenze non domestiche, principalmente imprese. Decisioni che hanno portato a una sanzione media di 200 euro per i privati, di 400 per le aziende (oltre alla segnalazione alla Procura).
Per valutare meglio il contesto e l’effettiva efficacia di certe misure può tornare utile un ulteriore dato. Nell’anno 2022, il Comune di Merano, città di 40.000 abitanti, ha emesso 694 multe in relazione all’abbandono di rifiuti, mentre il Comune di Bolzano, con 106.000 abitanti, ne ha emesse 800.
Per Renato Spezzini, direttore dell’Ufficio tutela ambientale del Comune di Bolzano, ogni analisi non può che partire dalla sensibilizzazione ed educazione ambientale dei cittadini e dalla comprensione che si tratta di un fenomeno generalizzato e internazionale: “È un problema diffuso – precisa – e chi trovasse una soluzione definitiva diventerebbe ricco”. Il principale punto critico riguarda le isole ecologiche che troppo spesso si trasformano in un facile punto di scarico per abbandonare illegalmente arredi, piccoli elettrodomestici o anche il semplice sacchetto del residuo. “Le nostre possibilità di controllo rispetto a queste situazioni è limitato – sottolinea Spezzini. La spauracchio della sanzione può avere degli effetti, ma i rifiuti non vengono abbandonati davanti ai nostri agenti. Noi svolgiamo anche delle indagini per individuare i responsabili rispetto alle situazioni più problematiche, ci appostiamo in borghese, ma non possiamo controllare tutte le isole ecologiche di giorno e di notte”.
Allo scopo di agevolare le indagini sono state collocate delle telecamere, ma coprono solo 12 delle 400 isole ecologiche. Telecamere, multe e controlli possono indurre dei cambiamenti, ma non sono in grado di risolvere il problema. Credo comunque che la scelta di inasprire le sanzioni sia giusta”.
Una soluzione utilizzata in altre città, soprattutto all’estero è quella delle isole ecologiche interrate presenti, seppur in numero limitato, anche a Bolzano. Spezzini valuta positivamente i risultati ottenuti grazie a questo sistema, ma, precisa: “non sono isole di facile installazione. Servono spazi adatti, non devono interferire con canalizzazione e fibre ottiche e sono fisse e vincolanti. Non si possono spostare in caso di necessità o di modifiche alla viabilità. Dove possibile le installeremo, ma richiedono investimenti cospicui di centinaia di migliaia di euro”. Più in generale, la gestione delle normali isole ecologiche è ovviamente complessa. Occorre ottimizzare i tempi degli svuotamenti – svuotare campane ancora mezze vuote incide fortemente sui costi – e Seab monitora costantemente la situazione per migliorare il servizio.

Di fondamentale importanza è, per esempio, poter permettere l’accesso degli utenti alle campane da entrambi i lati, in caso contrario può capitare che la campana risulti piena anche se non lo è. Riguardo al tipo di rifiuti smaltiti illegalmente, invece, il caso più frequente è quello dei rifiuti misti indifferenziati abbandonati per eludere il riempimento del proprio bidone o sacco individuale.
Un tipo di rifiuti abbandonati che, però, non necessariamente è frutto della maleducazione o della “furbizia” dei cittadini, soprattutto in centro dove sono sempre più presenti i bed and breakfast a cui i turisti accedono spesso tramite un codice senza incontrare anima via. Di conseguenza, spesso non sono in possesso delle necessarie informazioni riguardo al corretto smaltimento dei rifiuti, alle giornate in cui vengono raccolti e ai luoghi in cui poterli abbandonare. In molte città, infatti, è ancora diffuso la raccolta tramite cassonetto generico, senza il porta a porta, non è quindi difficile immaginare che il turista, non sapendo dove, come e quando svuotare il sacchetto dell’immondizia, finisca per lasciarlo a fianco delle isole ecologiche, nei cestini stradali o nei bidoni dedicati ai rifiuti biologici che incontra lungo la strada. Spezzini ammette che è un problema che va affrontato: “Abbiamo incominciato a cercare delle soluzioni, pensiamo a contenitori appositi per questo tipo di strutture, ma è evidente che il problema esiste e occorre cercare la soluzione migliore”.

 

Ma.Bo

Immagini: foto Venti3

Ti potrebbe interessare