Riaprono bar e ristoranti a Bolzano: «Fiduciosi nella ripresa, ma la politica non ci lasci soli»

I tavolini a distanza ci sono, i gel disinfettanti pure, in alcuni casi anche i plexiglas divisori. E non manca anche una buona dose di fiducia verso il futuro. O almeno, a detta di molti gestori di bar e ristoranti a Bolzano, lo sguardo positivo al domani non bisogna perderlo mai. È iniziata oggi lunedì 11 maggio la prima settimana ufficiale di riaperture degli esercizi commerciali e di ristorazione in Alto Adige, i primi in Italia. Sabato scorso diversi negozi hanno riaperto i battenti dopo l’entrata in vigore della legge provinciale approvata venerdì dalla Giunta, oggi è toccato a bar e ristoranti. E diciamocelo pure, il tempo non è stato sicuramente dalla loro parte. Causa la pioggia battente di questa mattina, sono stati pochissimi i clienti che sono tornati a godersi cappuccino e brioche seduti al tavolo. Le vie del centro città infatti, non erano affatto piene.

Ma è solo il primo giorno e tra i gestori il sorriso in volto non manca: “La nostra speranza è che pian piano si possa tornare alla normalità. È impensabile stare a casa per due mesi interi, ormai dobbiamo convivere con il virus. Io sono fiducioso nella ripresa economica, assieme ce la faremo”, dice il gestore del bar Monika, in via Goethe a Bolzano. E un primo passo è sicuramente il rispetto delle regole base di questa fase 2: mascherina FFP2 per i camerieri, distanziamento di due metri tra i tavoli, sanificazione delle superfici ogni volta che va via un cliente, gel per le mani in bella vista e, se servono, plexiglas divisori nei ristoranti. Norme che sono state adottate con disciplina da tutti gli esercenti e anche dai primi clienti: “Noi abbiamo deciso di affidarci ai plexiglas per garantire una separazione più sicura. In questo modo permettiamo magari a due colleghi di lavoro di sedersi allo stesso tavolo, oppure a due amici di mangiare assieme. E’ ovvio anche che con questi distanziamenti imposti lavoreremo al 20%. Speriamo che la situazione torni al meglio quanto prima perché se la cosa va avanti per più di due mesi la vediamo dura rientrare nelle spese…”, raccontano preoccupati alla Casa al Torchio, famoso ristornate in piazza Erbe.

D’altronde, quello della ristorazione, è il settore più colpito in Italia assieme a quello del turismo. Secondo il Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel primo trimestre del 2020, bar e ristoranti hanno già perso oltre 10 miliardi di euro a cui si aggiungerà un’ulteriore perdita nel secondo trimestre per avere poi un recupero, non affatto scontato, nel secondo semestre dell’anno che, tuttavia, chiuderà con un bilancio pesante di – 8 miliardi di euro di fatturato. Facile quindi capire la preoccupazione dei gestori e anche del personale, che non ha vissuto con tranquillità i due mesi di quarantena forzata e di serrande abbassate.

E quindi ecco un coro unanime che si rivolge direttamente alla politica altoatesina: felici di essere stati i primi a poter ripartire, ma ora non lasciateci soli ma supportateci nella ripresa economica che sarà lenta e dolorosa. “Adesso ripartiamo da zero, ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo. La politica però deve aiutare le imprese in difficoltà con incentivi e soluzioni mirate”, sottolinea Claudio Marchesini, gestore dello storico bar Domino, nel salotto di Piazza Walther. Rimangono altissime le spese che gli imprenditori devono pagare per far sopravvivere la propria attività, ed è logico che con il solo take-away un bar non può arrivare a fine mese, così come un ristorante non può pagare tutte le bollette attraverso la corse in bicicletta dei fattorini. Insomma, contenti di poter riaccogliere i nostri clienti, ma ora non dimenticateci.

Alexander Ginestous

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