My Generation: la voce di Meriem Akrache

Dal Marocco alla Calabria fino a Bressanone. Davanti a un caffè abbiamo chiacchierato con Meriem Akrache delle difficoltà di stabilirsi in Alto Adige, del rapporto tra generazioni e di come a volte, in centro in mezzo alla folla, Casablanca non sembra così lontana.

Qual è stato il percorso che ti ha portata a Bolzano?
Il mio è stato un percorso alla ricerca della libertà. I miei genitori sono di Casablanca e così tutta la mia famiglia, io volevo provare a essere autonoma e costruire la mia vita ma in Marocco non era possibile poiché è concesso vivere da soli solo quando si è lontani dai propri familiari. Così ho provato a venire in Italia per continuare i miei studi. All’inizio sono arrivata in Calabria all’Università di Cosenza ma mi mancava troppo il mare, così mi sono trasferita a Bari. Per un periodo sono dovuta tornare in Marocco ad assistere mia madre ma poi sono tornata in Italia e ho cominciato a lavorare, volevo imparare il tedesco e Bolzano o Bressanone sembravano il posto adatto per farlo. Ho vissuto prima a Bolzano e poi a Bressanone. Era il posto adatto per me.

Hai incontrato delle difficoltà nel trasferirti in Alto Adige?
E’ stato difficile trovare in affitto una casa. Quando arrivi non hai un lavoro, per lavorare ti chiedono una residenza, per essere residenti ti chiedono un lavoro.
Io spero che in futuro ci sia una legge che proibisce di scrivere “einheimische” sugli annunci. Io vivo qui, lavoro qui, vivo la mia vita qui, io faccio parte di qui. Se non posso essere a casa qui e non posso tornare in Marocco dove dovrei vivere la mia vita? Vorrei sentirmi di più a casa. La trovo una parola ingiusta anche verso gli altri italiani.

Adesso di cosa ti occupi?
Sono una commessa e faccio anche da videomaker e anche un pò di grafica, poster, volantini. Gestisco anche qualche pagina Instagram.
Poi quando voglio cambiare aria da Bressanone vengo a Bolzano. La città è più grande, ci sono tanti posti che mi piacciono. A me piacciono i posti all’antica, i palazzi, le strade. Ho cercato anche di trasferirmi qui ma non ne ho avuto l’opportunità ancora.

Quali sono i luoghi più significativi di Bolzano per te e perché sono importanti?
Mi piace una città vivace ed essere in mezzo alla folla e per me l’architettura di Bolzano è arte. La loro storia ha valore e la gente deve vedere questa storia, dev’essere conosciuta. Anche il fatto di non sentirmi isolata, quando c’è la folla mi sento meno sola anche se la mia famiglia è lontana. Camminando per strada qua mi sento come se fossi a Casablanca, mi piace questa sensazione, non mi sento lontana da casa.

Oltre a questi tipi di spazi, vivi anche luoghi specifici?
Frequento un co-working dove organizzano degli incontri sui social network. Cerco il più possibile di partecipare al teatro, al cinema…

Questi luoghi secondo te sono inclusivi?
Non li vedo esclusivi ma spesso quando ci vado sono l’unica straniera. Sarebbe importante impegnarsi per far partecipare i giovani stranieri poiché fanno parte del futuro di Bolzano.

A proposito di futuro tu che visione hai? Ti preoccupa o lo vedi con speranza?
Per il futuro io scelgo di avere speranza nelle persone e nei giovani per riuscire a chiudere lo spazio che c’è tra le categorie, tra straniero e italiano, tra tedesco e italiano. Sogno una città dove c’è più legame tra le persone, dove non c’è una categorizzazione. Vorrei vedere una società unica.

Che valore possono avere le nuove generazioni per questa città?
Visto che le generazioni precedenti hanno già avuto esperienza, dovrebbero aiutare i giovani a superare i problemi, tocca a loro fare una mossa, fare attività, far avvicinare i giovani e non fargli vivere gli stessi problemi. Essere più aperta, più vicina, scambiare le loro esperienze e le loro storie con la mia generazione e provare a fare delle attività insieme.

Mentre tu cosa vorresti lasciare alle generazioni che verranno dopo di te?
Quello che mi interessa di più è che non voglio un mondo in cui i giovani si sentono diversi, non solo in riferimento alla loro provenienza o al colore della pelle. Vorrei trovare un modo per comunicargli questo messaggio, infatti sto facendo un video a riguardo.

Per te che significato hanno le parole libertà e diversità?
Vorrei essere totalmente libera, ma sempre rispettando gli altri, libera di uscire quando voglia ecsentirmi al sicuro, libera di vestirmi come voglio e non essere giudicata, scegliere se mettere il veloco no, la minigonna o no, sono fatti miei ok? Non voglio essere giudicata sulla religione o da dove vengo ma piuttosto io come persona, come Meriem.

Testo a cura di Young Inside

Questo articolo fa parte dello speciale My Generation: un progetto che dà voce alle nuove generazioni attraverso strumenti creativi. Il progetto – promosso dalla cooperativa Young Inside con il sostegno dell’Ufficio Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Bolzano e un contributo del Comune di Bolzano–  oltre alle interviste pubblicate in questo speciale, esporrà opere di poster art che permetteranno di potenziare le parole e le narrazioni dei ragazzi e delle ragazze coinvolgendo tutta la città di Bolzano.

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