Progetto Monalisa: alla ricerca di un sistema integrato per l'agricoltura

Tecnologie ottiche per valutare la qualità delle mele, droni che monitorano il territorio minacciato da disboscamento e grandine, scatole nere che registrano il lavoro di un contadino. Il progetto Monalisa di Eurac, Unibz e Laimburg si presenta ai destinatari per cui è nato, cioè gli agricoltori. Obiettivo della ricerca è sviluppare un sistema integrato di monitoraggio per l’agricoltura in Alto Adige.

Dal 2014 il progetto Monalisa vede istituzioni e imprese locali coinvolte nel monitoraggio dell’ambiente e dell’agricoltura in Alto Adige. Finanziato dalla Provincia autonoma di Bolzano e sviluppato da Eurac, Unibz e Laimburg in collaborazione con l’Università di Innsbruck e con IDM Südtirol-Alto Adige, si basa su differenti livelli di osservazione e impiega diverse tecnologie: riprese con voli esplorativi, analisi di laboratorio, dati satellitari, misure in campo, sensori, analisi qualitative non distruttive.

Nei giorni scorsi Eurac, Accademia europea di Bolzano, Libera Università di Bolzano e il Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg hanno organizzato un workshop durante il quale hanno incontrato agricoltori, imprenditori ed esperti della Provincia per presentare alcuni dei risultati dei loro studi.

Nuove tecnologie per il progetto Monalisa

L’agricoltura dell’Alto Adige è sempre alla ricerca di nuove tecnologie per migliorarsi.

Fra gli studi presentati al workshop di Eurac e Laimburg, c’è l’impiego di alcune tecnologie ottiche per controllare la qualità delle mele. «Abbiamo indagato i sistemi migliori per controllare il gusto e il valore nutrizionale del maggior numero di frutti a un costo sostenibile per il produttore – spiega Angelo Zanella, ricercatore di Laimburg. – Abbiamo inoltre invitato alcune aziende leader mondiali nella produzione di questi sistemi, per far incontrare le necessità dei produttori agricoli con l’offerta dell’industria».

Un tema su cui stanno lavorando i ricercatori dell’Eurac è l’impiego dei droni per attività quali misurare l’entità di un disboscamento o i danni causati dalla grandine. «Abbiamo mostrato ai tecnici provinciali e agli imprenditori le potenzialità del drone come strumento di monitoraggio delle foreste. Sorvolando un bosco il drone acquisisce centinaia di foto per creare un’immagine 3D a risoluzione altissima», spiega Enrico Tomelleri, ricercatore e pilota del drone.

Agricoltori e agronomi presenti all’incontro hanno potuto toccare con mano le potenzialità dei quaderni di campagna automatizzati, una sorta di scatole nere posizionate sui trattori per registrare in automatico le diverse attività di ogni agricoltore. «Si tratta di un sistema che monitora le quantità di prodotti distribuiti su ogni campo, i tempi impiegati e il costo di queste operazioni, rendendo il lavoro degli agricoltori più semplice», racconta Fabrizio Mazzetto, professore della Libera Università di Bolzano. Tutto questo è finalizzato a un maggior controllo di gestione, con ricadute positive sulla redditività ed ecosostenibilità.

Il confronto con gli interlocutori che fruiranno concretamente dei risultati delle ricerche è fondamentale per capire quali aspetti migliorare, ma anche per cercare nuove collaborazioni per il futuro.

Ti potrebbe interessare