Ecco Mini’s Food, la startup che porta a tavola gli insetti gourmet

Consumati da millenni in Oriente, Oceania ed Africa, gli insetti sono al centro di una rivoluzione culinaria che sta arrivando anche in Europa, grazie alle direttive sul novel food fornite dal Regolamento UE, secondo cui l’introduzione sul mercato europeo viene regolamentata solo in seguito ad una preventiva procedura di valutazione e di autorizzazione centralizzata. Tuttavia, l’idea di mangiare insetti – se pur regolamentati – può non convincere tutti di primo acchito. È qui che interviene Davide Rizzoli, chef e fondatore di Mini’s Food assieme ad Aurora Pintarelli: la sua startup, avviata nel febbraio 2021, vuole dimostrare che cambiare le nostre abitudini alimentari è possibile, introducendo larve, grilli e cavallette. Come? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui.

Dicci qualcosa in più su di te: quanti anni hai e dove hai studiato?
Sono un classe ’97, quest’anno compio 25 anni. Ho frequentato l’alberghiero, ma in seguito ad una serie di esperienze esterne ho voluto cambiare aria e prendere una pausa dalla cucina. Sono tornato a studiare e mi sono laureato in tecniche della prevenzione. Mi occupo quindi di prevenzione sotto diversi punti di vista, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione, ovvero sicurezza alimentare, HACCP e quant’altro.”

Mini’s Food nasce dall’unione tra la passione per la cucina ed il tuo percorso di studi?
Esatto, è stato proprio attraverso alcune lezioni universitarie che ho cominciato ad interessarmi a questo campo. Pur trattandosi di un mondo ancora molto piccolo, di nicchia, mi ha stupito leggere che entro il 2030 ci sarà una crescita del 25% annuo del mercato degli insetti commestibili. Ho capito subito che si trattava di un dato estremamente rilevante per quanto riguarda sostenibilità ed innovazione, e non ho potuto fare a meno di gettarmici a capofitto.

Mini’s Food

 

In che modo erano stati introdotti gli insetti nella cucina europea e soprattutto italiana?
A livello europeo, il primo approccio al mondo degli insetti risale circa al 2015, mentre qui in Italia direi un pochino più tardi, intorno al 2017. In particolare, so che ci sono alcuni allevamenti ed aziende che sono nate con l’intento di fornire sia la materia prima, ovvero l’insetto, che prodotti base quali pasta o pane. Purtroppo però, di lì a breve una serie di regolamenti piuttosto ferrei hanno intralciato questo processo di avvio, e tutto è stato rimandato ad un anno fa, inizio 2021. Avvicinandoci invece a realtà più simili alla mia, ovvero in tema di food blog, mi viene in mente Entonote, progetto gestito da due ragazze di Milano, che proprio come me si occupano principalmente di sensibilizzazione, divulgazione ed organizzazione di cene.

Quali sono state le tappe principali di questo tuo percorso?
Inizio subito col dire che è stato un percorso burrascoso: trattandosi infatti di qualcosa di amatoriale, non è stato semplice per me il passaggio dal declinare un mio interesse in lavoro, al dover parlare con investitori che credevano in questa idea. Ero sicuramente spaesato, ma ho cercato di darmi da fare e non farmi sfuggire nessuna opportunità. Venire a contatto con queste persone si è rivelato molto positivo, poiché grazie alla loro collaborazione a metà aprile 2021 ho fatto la mia prima cena a domicilio. Ho continuato poi così fino a fine luglio, organizzando cene a base di insetti su prenotazione in giro per il Trentino e l’Alto Adige; andavo principalmente da amici, conoscenti o generalmente persone vicine a me, che mi contattavano un po’ “per sentito dire”. La vera svolta è avvenuta più tardi, a settembre, quando i partecipanti hanno cominciato ad essere più vari ed abbiamo organizzato il primo grande evento di Mini’s. È stata davvero una grande soddisfazione vedere che 80 delle 100 persone presenti hanno voluto assaggiare i miei piatti, rigorosamente a base di insetti. Adesso iniziano invece le collaborazioni, come quella con Small Giants, per rendere il lavoro un po’ più dinamico.

Chi sono i membri del tuo team?
Ho iniziato a lavorare fin da subito con Aurora Pintarelli per quanto riguarda la gestione dei social, ma anche per avere un senso di responsabilità verso qualcuno e rimanere motivato nella fase di decollo del progetto. L’altro aiuto importante è stato, tra giugno e dicembre, quello di un ragazzo, che mi ha fatto da consulente di business marketing.


Cosa ti da più soddisfazione all’interno del progetto?
Partendo dal presupposto che secondo me il meglio deve ancora venire. Al momento ciò che mi da più soddisfazione è sicuramente il contatto con l’audience, e penso che l’esempio migliore sia proprio dato dai feedback delle cene. Vedere che anche i più timorosi si incuriosiscono e a fine serata sono entusiasti dell’esperienza mi rende davvero felice. Se pur nel mio piccolo, mi fa capire che il messaggio di Mini’s non solo è valido, ma può anche portare ad un cambiamento concreto delle nostre abitudini alimentari.

Come descriveresti il profilo del tuo pubblico target?
Sicuramente – anche per via dei social che utilizziamo – mi sento di dire un pubblico giovane. Prevalentemente uomini, le donne fanno un po’ più di fatica, anche se diverse volte ho cucinato per sole ragazze. Si cerca di puntare su persone curiose e che nutrono interesse per la sostenibilità, anche se le sfide più soddisfacenti restano quelle in cui riesco a convincere chi inizialmente era titubante e per nulla convinto. Utilizziamo soprattutto TikTok e Instagram come social per diffondere il nostro progetto.

Pensi di aver avviato la tua startup al momento giusto?
Assolutamente no. A febbraio dello scorso anno, quando ho cominciato, non c’era alcun insetto in commercio, in nessuna forma: si trattava a tutti gli effetti di qualcosa che ancora non era legale. Grazie anche all’aiuto delle persone che ho citato prima siamo comunque riusciti a strutturare il progetto, ma sicuramente ci sarebbero stati momenti più opportuni per lanciarlo.

Pensi che la tua età abbia influenzato il tuo lavoro, e se sì, in positivo o in negativo?
La mia giovane età è sicuramente interessante, perché tuffarsi in qualcosa del genere da giovani è di grande stimolo. C’è sicuramente un sacco di formazione a cui far fronte, ma l’entusiasmo è molto e per spegnerlo ci vuole ben altro.

Mini’s ed innovazione, qual è il filo conduttore?
Mini’s Food approccia un modello di business abbastanza innovativo, che consiste nella creazione di una community all’interno della quale le persone vivono esperienze, scambiano opinioni e condividono dei valori. Per non parlare poi dell’ambito alimentare: stiamo facendo scoprire alle persone quanto possa essere innovativo fare qualcosa che nel resto del mondo viene fatto da sempre: mangiare insetti.

Progetti per il futuro?
Attualmente mi sto formando per diventare un e-commerce manager, dal momento che lo scopo di Mini’s è sempre stato quello di creare un e-commerce, ovvero dare vita a dei prodotti per poi venderli. Il lavoro fatto finora mi è servito per lanciare il progetto e creare un budget da investire poi nell’obiettivo finale, e penso che la soluzione delle cene abbia funzionato bene.

Vittoria Battaiola

Ti potrebbe interessare