Mercato del lavoro, in Alto Adige si torna ai livelli occupazionali pre Covid

L’Osservatorio del mercato del lavoro provinciale ha presentato il Rapporto sul mercato del lavoro dell’Alto Adige 2021/2. Il periodo da maggio a ottobre 2021 ha fatto registrare un aumento record dell’occupazione pari al 4,3 per cento rispetto agli ultimi 23 semestri estivi. Tuttavia, se le cifre vengono confrontate con il periodo pre-pandemico maggio-ottobre 2019, l’aumento ammonta solo allo 0,2 per cento con un calo del 3,3 per cento nel settore dell’ospitalità. La crescita è quindi classificata al livello arancione. Il rapporto fornisce risposta alla domanda se le perdite occupazionali causate dalla pandemia – in termini di occupazione dipendente – sono state recuperate e se è stato raggiunto un ritorno alla normalità. A questo scopo, i dati attuali sono stati per la prima volta confrontati non con quelli del periodo dell’anno precedente, ma con il periodo pre-pandemico del 2019.

Secondo l’assessore Achammer “la normalità – ossia il livello di occupazione del periodo pre-pandemico – è stata raggiunta quasi ovunque”. E’ stata la crescita, e non in assoluto il livello del mercato del lavoro, ad aver fatto registrare valori al di sotto di quanto visto fino al 2019, ha detto Achammer che ha sottolineato che la disoccupazione è tornata quasi al livello del 2019, ma i gruppi di popolazione più in difficoltà nell’inserimento lavorativo non hanno beneficiato dell’accresciuta domanda di forza lavoro. In particolare secondo Achammer “un’attenzione speciale deve essere prestata ai disoccupati più anziani e a quelli di lunga durata, così come ai lavoratori a tempo determinato” ha detto. Questi ultimi sono stati coloro che hanno pagato le conseguenze più gravi del periodo pandemico. L’assessore provinciale Achammer ha anche sottolineato come la “carenza di lavoratori qualificati abbia colpito in modo consistente l’Alto Adige”. Quindi, anche in vista dello sviluppo demografico futuro, “l’immigrazione qualificata a lungo termine sarà necessaria se vogliamo mantenere il livello dei servizi e della produzione”.

Compensato il calo occupazione dovuto alla pandemia

L’assessore provinciale ha affermato che il mercato del lavoro altoatesino è diviso in due parti: mentre i settori non stagionali sono molto solidi, la ripresa nel turismo è stata accidentata. Gli impiegati e i lavoratori stagionali sono particolarmente colpiti dalla crisi: “Il turismo è cresciuto continuamente in passato e ha offerto sicurezza. Ora c’è una mancanza di lavoratori qualificati sul mercato del lavoro per questo settore”. Achammer ha anche riferito che gli apprendistati tradizionali hanno visto un calo del 3,1 per cento rispetto all’estate 2019. Ma, ha aggiunto, si sta lavorando a nuove misure per tornare a crescere anche qui.

Barometro dell’occupazione sull’arancione

I dettagli sono stati illustrati dal direttore del dipartimento Luther il quale ha affermato che nel semestre estivo 2021, il livello di occupazione del semestre estivo pre-pandemico 2019 è stato raggiunto nuovamente in quasi tutti i settori. L’aumento dello 0,2 per cento dei dipendenti rispetto al 2019 è stato inferiore alla media a lungo termine e la ripresa è stata più esitante rispetto al 2012 e al 2013, ha detto. “Per garantire l’equilibrio a lungo termine, è necessaria una crescita dell’1 per cento” ha detto Luther. Se il valore è inferiore all’uno per cento, è troppo poco. Pertanto, la lancetta del barometro punta all’arancione, anche se è stata registrata una crescita record del 4,3 per cento rispetto al semestre estivo 2020.

I dati mostrano che l’impatto della pandemia ha avuto ripercussioni principalmente a carico dei lavoratori a tempo determinato. Rispetto al 2019, il numero di contratti a tempo determinato è diminuito del 4,5 per cento. Nei soli settori turismo e agricoltura, dell’1,5 per cento. Luther attribuisce l’aumento del 2,0 per cento (+3129) dei contratti a tempo indeterminato nella maggior parte dei settori al “Decreto Dignità” varato dal Governo, il cui effetto sta però per finire. “Nei prossimi mesi, l’Osservatorio del mercato del lavoro provinciale indagherà sul presunto effetto Covid a favore dei contratti a tempo indeterminato” ha annunciato Luther.

Semestre invernale: attesa un’ulteriore normalizzazione

I primi dati del semestre invernale (novembre e i primi giorni di dicembre 2021) mostrano che la situazione sul mercato del lavoro altoatesino continua a normalizzarsi. I livelli di occupazione sono superiori a quelli del 2019; questo vale anche per il settore ricettivo e la ristorazione. “Il prolungamento delle vacanze autunnali ha portato, ad esempio, oltre 150 posti di lavoro in più in Val Passiria a novembre rispetto al 2019”, ha sottolineato il direttore della Ripartizione Lavoro Luther. Negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento di 470 posti di lavoro per il mese di novembre in Val Passiria (da 290 a 760).

Questo significa anche, ha detto, che sfide già note sono tornate: carenza di manodopera e mancanza di lavoratori qualificati, in parallelo disoccupazione. In questo contesto, Luther ha sottolineato che una notevole tendenza al turnover sui posti di lavoro, con cambi anche frequenti, è stata evidente per anni. Finora, tuttavia, non c’è stata un’ulteriore intensificazione della mobilità tra i settori. Molto sentita dai datori di lavoro è invece la carenza di potenziale di lavoro da manodopera locale. “Possiamo supporre che la politica attiva del mercato del lavoro sarà fortemente sfidata a fornire sufficientemente le aziende con lavoratori qualificati – anche dalla platea degli ex disoccupati” ha sottolineato Luther.

La sfida della garanzia di occupabilità

In conclusione l’assessore provinciale Achammer ha sottolineato le particolari sfide che l’Alto Adige deve affrontare in relazione alla “Garanzia di Occupabilità” (GOL: Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori). Questo pacchetto di misure – che l’Italia rende obbligatorio per le politiche del lavoro di tutte le amministrazioni pubbliche delle Regioni e delle Province autonome – significa una sfida considerevole per l’amministrazione del mercato del lavoro altoatesino. “Non c’è alternativa a una politica attiva del mercato del lavoro”, ha detto l’assessore provinciale, riferendosi al documento strategico “Politica attiva del mercato del lavoro 2020-24” approvato dal governo provinciale, che è “ora in fase di attuazione passo dopo passo”. In questo documento, la Giunta provinciale e le parti sociali si impegnano e danno priorità a strumenti attivi, come il rafforzamento dei servizi di collocamento e la creazione di un servizio per i datori di lavoro. Questo è l’unico modo per affrontare i problemi molto specifici del mercato del lavoro altoatesino, ha sottolineato l’assessore provinciale.

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