Lugli: «Una facoltà di ingegneria per l'Università di Bolzano»

Una Facoltà di Ingegneria per l’Università di Bolzano. Che sia la naturale evoluzione dell’esistente facoltà di Scienze e Tecnologia o una facoltà ex-novo. E’ il sogno nel cassetto del rettore della Libera Università di Bolzano Paolo Lugli che ha parlato pubblicamente di questo progetto nel dibattito sul welfare generativo che lo ha visto protagonista martedì 25 aprile con il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini e il politologo Francesco Grillo al Festival delle Resistenze. «Un fattore di grossa attrazione e un contributo all’aumento della competitività delle aziende del territorio – ha detto Lugli – potrebbe essere l’istituzione di una Facoltà di Ingegneria. E sarebbe bello riuscire a crearla in tempi rapidi visto che a Innsbruck ancora non c’è». Il rettore ha un’idea anche sull’eventuale localizzazione della nuova facoltà. «La caserma Ottone Huber lungo via Druso passerà dal demanio alla Provincia quest’anno. Sarebbe il luogo ideale per creare un polo universitario anche fuori dal centro storico e potrebbe ospitare anche uno studentato».

Ruolo dell’Università e degli studenti in città per aumentare la competitività e la coesione sociale sono stati infatti al centro del dibattito moderato dal fondatore di Alto Adige Innovazione e direttore di Vertical Innovation Luca Barbieri. Per agevolare l’inserimento nel tessuto sociale degli studenti fuori-sede ci possono essere molti modelli. «Si possono pensare operazioni come quella del convitto Rosenbach – ha detto Christian Tommasini – nel quale assegneremo 30 mini appartamenti a giovani tra i 18 e i 35 anni a 130 euro al mese a patto che si mettano a disposizione di servizi sociali nel quartiere. Più che a studentati isolati mi piacerebbe inserire gli studenti in palazzi popolari per aumentare la mixité e la solidarietà tra le generazioni. L’altro progetto concreto – ha proseguito l’assessore provinciale – è la ristrutturazione dell’edificio ex telefoni di Stato che verrà trasformato in co-working, e poi vorremo rilanciare un altro progetto che permetterebbe agli studenti dell’università di far fronte al caro affitti: l’iniziativa “adotta uno studente”. Però per ospitare uno studente bisogna avere fiducia, ed è questo il punto centrale: se non condividiamo tutti la stessa idea di società, è difficile trovare quella coesione sociale che crea competitività».

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