LOS VON PFALZEN

Los von Pfalzen! Via da Falzes! È giunto il momento di aggiornare lo slogan? Dopo Rom e Trient, città simbolo di chi voleva negare la volontà di autodeterminazione della popolazione di lingua tedesca del Sudtirolo, ora tocca alla città di nascita di Luis Durnwalder e Ingemor Gatterer, la piccola Pfalzen/Falzes?

Sembrerebbe proprio di sì, perché da lì provengono i principali protagonisti dell’«Affaire Sad» che sta dilaniando il partito della Stella Alpina. Uno scandalo che rischia di deflagrare in maniera imprevista anche a causa della decisione di un potente gruppo (non solo editoriale) che crede che coprire con un pesante coperchio una pentola in ebollizione serva a contenere i danni.

Le parole, i toni e la mentalità emersi dal libro inchiesta Freunde im Edelweiss scritto da Christoph Franceschini e Arthur Oberhofer – che svela il tentativo da parte di un gruppo di potere di non mettere a gara il trasporto pubblico provinciale per non intaccare gli interessi di Sad – non possono lasciare indifferenti, ma hanno ottenuto un effetto molto più forte su un elettorato, quello tedesco, meno abituato di quello italiano a confrontarsi con il linguaggio tipico e universale delle lotte di potere basate sul denaro e non sulla politica.

Molti sudtirolesi sono quindi sinceramente sconvolti dalle modalità utilizzate dai «furbetti del paesino» e forse potrebbero ascoltare le voci di chi ha una certa esperienza nel settore: i loro vicini di lingua italiana. Vicini che sanno poco o nulla di quello che accade all’interno dell’Svp, ma conoscono benissimo certi meccanismi. È sempre troppo facile pensare che il male riguardi solo gli altri, quelli che stanno a Roma, a Trento o Bruxelles e che quindi sia sufficiente erigere delle barriere per salvarsi l’anima. Purtroppo la realtà è diversa.

Almeno nelle intenzioni originarie, la legge servirebbe ad evitare che il più forte scanni il più debole e quindi a garantire un minimo di civiltà. Il problema è che la gestione del potere, quindi di chi quelle leggi può scriverle, ha effetti collaterali anche pesantissimi. L’inchiesta compiuta da Franceschini e Oberhofer mostra solo uno dei tanti esempi, ma agli elettori Svp sarebbe bastato leggere qualche giornale in più per comprendere cosa stava accadendo all’interno del «partito dell’Autonomia».

Pfalzen/Falzes, infatti, non è solo la città di Luis Durnwalder, che non ha bisogno di presentazioni. È anche quella di suo nipote Meinhard eletto Senatore della Repubblica italiana nelle liste dell’Svp, e di Ingemor Gatterer, già segretario Svp del paesino della val Pusteria, l’uomo che ha trasformato la Sad in una «macchina da soldi».

Per inquadrare il personaggio in maniera oggettiva rimandiamo alla sua pagina Facebook in cui ama mostrarsi accomodato sui divani del suo castello, a bordo di auto di lusso in spiaggia a St.Tropez o sulle piste da sci di St. Moritz insomma, mentre si crogiola in quello che era considerato lusso circa mezzo secolo fa. Per altri dettagli, ecco una breve rassegna stampa.

“Alto Adige” del 14 luglio 2016:
«E’ slittato a data da destinarsi il processo previsto ieri pomeriggio a carico di Ingomar Gatterer, amministratore delegato della Sad. Il noto manager (nonchè imprenditore privato nel settore dei trasporti) è sotto processo con l’accusa di violazione delle norme fiscali. A metterlo nei guai è stato un controllo della Guardia di Finanza che ha interessato una delle ditte direttamente riconducibili all’imputato. (…) Il procedimento è stato bloccato a seguito della decisione del giudice Ivan Perathoner di astenersi per una presunta incompatibilità. Il fratello del giudice è infatti presidente della Sad e l’imputato ne è l’amministratore delegato anche se il processo che lo vede imputato riguarda presunte irregolarità relative ad un’altra società. Viste le polemiche (addirittura con interrogazione parlamentare) emerse all’indomani della sentenza Durnwalder, il giudice ha ritenuto opportuno bloccare il processo e fare istanza di astensione».

Comunicato Usb Trasporti Trentino Alto Adige del 13 aprile 2017:
«Già da tempo la condizione dei lavoratori SAD Trasporto Locale di Bolzano sempre più intollerabile; infatti le turnazioni, le condizioni delle residenze, la mancata assegnazione delle ferie, la mancata applicazione della sentenza sui trasferimenti della Ferrovia che da luglio 2016 rimane inapplicata, sono tutte ragioni che hanno portato a scioperare in più occasioni nei mesi passati, con azioni di protesta innanzi a vari enti e alla stessa azienda.(…) Alla già grave situazione, nella giornata di ieri si è aggiunta un ulteriore problematica, ovvero è emerso che la SAD non ha effettuato versamenti contributivi per varie settimane ed in alcuni casi si sono raggiunti vari mesi e addirittura due anni (2015 e 2016 completi).»

“Alto Adige” del 26 aprile 2019:
«La Sad è stata sanzionata dall’Antitrust. Dovrà pagare 1,1 milioni di euro. Avrebbe ostacolato il varo da parte della Provincia del nuovo bando di gara per l’autotrasporto su gomma La società dell’amministratore delegato Ingomar Gatterer ha annunciato ricorso immediato al Tar del Lazio».

Da Tg Rai Bolzano del 17 luglio 2020:
«Sad, indagati l’amministratore delegato e il suo avvocato. Ingemar Gatterer e Mariano Vettori sono accusati di avere divulgato un documento che ha impedito il regolare svolgimento della gara per il trasporto pubblico intercittadino».

Alto Adige Innovazione del 4 marzo 2022:
«La vicenda Sad è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma il problema è più vasto» (Arno Kompatscher)

Per tutto il resto rimandiamo al libro di Franceschini e Oberhofer, ma per completare il quadro, andrebbe compreso cosa abbia spinto Luis Durnwalder ad accettare il ruolo di consulente di Sad offertogli da Gatterer (sempre che sia stato il secondo ad offrire qualcosa al primo). Era l’aprile del 2016 e l’ex Landeshauptmann commentava così la sua nomina: «Me lo hanno chiesto e ho subito accettato: mi piace l’idea di poter mettere a disposizione la mia esperienza. E comunque non potevo dire di no all’amministratore delegato della società Ingemar Gatterer che, come me, è di Falzes. Ogni giorno sono almeno 4-5 le persone che si rivolgono a me per sapere cosa fare, come muoversi, a chi rivolgersi in determinate situazioni. Ho un’esperienza amministrativa di 40 anni alle spalle che può essere utile. Peccato non poterla mettere ancora di più al servizio della collettività».

Già davvero un peccato, purtroppo il mondo non è come Pfalzen. Facili ironie a parte, nessuno poteva pensare che Durnwalder si sarebbe ritirato tranquillamente in pensione. Aveva fatto il bello e il cattivo tempo (soprattutto il primo) per un quarto di secolo abituandosi a risolvere i problemi di tutti o quasi con le note “udienze” all’alba. Era quindi inevitabile che molti avrebbero continuato a rivolgersi a lui e che lui non avrebbe lasciato campo libero ai suoi successori.

Al di là delle beghe interne all’Svp, questa vicenda dovrebbe insegnarci che l’autonomia è una prassi straordinaria, ma va tutelata contro ogni potere, non solo contro quella di chi parla una lingua diversa. L’autonomia dal potere è una fondamentale pratica quotidiana su cui una metà del cielo avrebbe moltissimo da insegnarci, significa ritagliarsi spazi di libertà personali invece di perdere tempo a scannarsi per poltrone più o meno prestigiose. Certe poltrone richiedono alcune prerogative e precise caratteristiche umane. Chiedersi quali siano aiuta a comprendere quel che è accaduto molto più degli slogan.
Ricordando che sono gli elettori a stabilire la “comodità” di quelle poltrone.

Massimiliano Boschi

 

Ti potrebbe interessare