Over 50, diplomato e fedele al «pubblico»: l'identikit del lavoratore altoatesino

Non più giovanissimo, fedele al proprio posto di lavoro (spesso pubblico), istruzione medio-bassa e impiegato nel settore turistico. E’ l’identikit del lavoratore medio altoatesino realizzato per la prima volta da Ipl, l’Istituto Promozione Lavoratori che ha svolto un’indagine approfondita sulle condizioni di lavoro in Alto Adige seguendo uno standard riconosciuto a livello europeo (“European Working Conditions Survey“). Lo Zoom Ipl si focalizza sugli elementi distintivi della forza lavoro in Alto Adige rispetto ad altri paesi europei, come l’Italia, l’Austria, la Germania e la Svizzera.

 

In Alto Adige 32,7% dei lavoratori sono ultracinquantenni. Nel contempo la quota di occupati con meno di 35 anni d’età (27,2%) risulta inferiore rispetto all’Austria (31,3%) o alla Svizzera (29,6%). Anche se la questione del ricambio generazionale mostra delle criticità soprattutto per l’Italia (solo 19,9% della po- polazione attiva ha meno di 35 anni d’età), non dovrà essere trascurata nemmeno per l’Alto Adige. Rispetto alla situazione nell’Europa centrale, in Alto Adige si osserva una quota relativamente consistente di persone che possiedono soltanto il diploma della scuola dell’obbligo (17,1%). Il tasso dell’Italia (26,6%) è nettamente più alto rispetto agli altri paesi di riferimento. La Svizzera invece registra la quota più elevata di laureati (27,4%).

Turismo e commercio

In un territorio a forte vocazione turistica come l’Alto Adige la presenza di forza lavoro nei settori commercio e turismo è decisamente maggiore rispetto ai paesi di riferimento: il 27,0 % della forza lavoro in Alto Adige trova lavoro in uno di questi due settori. Con il 6,0% è notevole anche la presenza di occupati nel settore agricolo. Il pubblico impiego in Alto Adige rispetto agli altri territori dell’Europa centrale assorbe un numero rilevante di forza lavoro. Di conseguenza solo una quota relativamente modesta trova impiego nell’economia privata (il 70,9%). A livello nazionale tale valore è pari al 75,1%.

Lavoratore autonomo e aziende piccole

Con il 21,7 % la quota dei lavoratori autonomi in Alto Adige è considerevole. In buona parte la scelta del lavoro autonomo è consapevole e non dovuta a necessità. Ciò contraddistingue l’Alto Adige ad esempio dai paesi dell’Europa meridionale, dove il lavoro autonomo spesso è una scelta obbligata per sfuggire alla disoccupazione. L’economia altoatesina (intesa come somma di economia privata e pubblico impiego) si contraddistingue per le piccole dimensioni delle sue unità organizzative. Infatti, 79,9% della forza lavoro è occupata in organizzazioni con meno di 10 addetti. L’Italia è a strutturazione ancora più minuta. La struttura azien- dale in Alto Adige assomiglia – a parte il numero relativamente elevato (11,8%) di imprese composte da un solo addetto – a quella elvetica.

Niente part-time

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è relativamente poco diffuso in Alto Adige: soltanto 76,2% della forza lavoro dichiara di essere assunta con contratto a tempo indeterminato – un valore decisamente inferiore agli altri paesi oggetto del confronto, che presentano valori che vanno dall’ 83,6% (Austria) all’88,1% (Svizzera). Dei paesi di riferimento, solo l’Italia (73,1%) presenta un valore minore dell’Alto Adige. Il 76,7 % della forza lavoro in Alto Adige è assunta a tempo pieno. Con ciò l’Alto Adige si colloca in seconda posizione dei paesi di riferimento, subito dopo l’Italia (77,2%). Di conseguenza il part time in Alto Adi- ge risulta essere meno diffuso: in Alto Adige a lavorare con questa forma è il 23,3%, mentre il valore più elevato lo troviamo in Svizzera (30,0%).

Fedeli al posto di lavoro

Sono molti in Alto Adige ad avere un orario settimanale relativamente lungo. Il 31,6% della forza lavoro è impegnata più di 40 ore, una quota maggiore rispetto a quella rilevata per l’Italia (21,6%), la Germania (15,4%) e l’Austria (17,1%). Con il 49,7% degli occupati che lavora più di 40 ore la settimana, la Svizzera si distacca nettamente. Quasi la metà dei lavoratori dipendenti lavora da 11 o più anni nella medesima impresa o organizzazio- ne. Rispetto ai paesi di riferimento pertanto la fluttuazione sul mercato del lavoro generata da cambi di posti di lavoro rimane a livelli piuttosto modesti.

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