Kompatscher a Roma: «forti perplessità» su reddito cittadinanza e decreto sicurezza

Nessuna presa di posizione definitiva, da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in tema di reddito di cittadinanza. L’assemblea che si è riunita il 13 febbraio a Roma, e alla quale ha partecipato anche il presidente altoatesino Arno Kompatscher, ha deciso infatti di rinviare il tutto alla prossima settimana, quando è previsto un nuovo incontro chiarificatore con il governo. «Da parte di tutte le Regioni – spiega Kompatscher – è comunque emersa una forte perplessità circa la concreta e reale applicazione del provvedimento. I problemi principali riguardano le questioni informatiche e organizzative, a partire dai centri di mediazione lavoro». Su questo impianto, inoltre, si innestano altre criticità legati in maniera particolare alla Provincia di Bolzano, che il Landeshauptmann ha sottolineato durante la Conferenza della Regioni. «Vi è un profilo di legittimità costituzionale, in ottica di tutela dell’autonomia, che è tutto da dimostrare – ha spiegato Arno Kompatscher – in quanto il reddito di cittadinanza opera in settori, come quello del sociale e delle politiche del lavoro, dove la competenza primaria è della Provincia. Oltre a ciò non bisogna dimenticare che le prestazioni di sostegno al reddito già garantite in Alto Adige risultano più favorevoli per i beneficiari rispetto alle novità introdotte a livello statale».

Per quanto riguarda, invece, il decreto sicurezza, il presidente Kompatscher ha ribadito le perplessità circa un provvedimento che rischia «non solo di non risolvere le criticità del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo, ma addirittura di acuirle ulteriormente». Secondo il Landeshauptmann, infatti, l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari porterà «un forte incremento nella presenza di persone al di fuori del sistema di accoglienza, con i pericoli connessi in termini di allarme sociale e di microcriminalità da una parte, ma anche di assistenza da garantire alle categorie deboli come donne e bambini dall’altra. In conseguenza di ciò vi sarà una situazione più grave rispetto al passato, soprattutto nei centri di dimensioni medio-grandi». Durante la Conferenza delle Regioni, il presidente altoatesino ha poi sottolineato che «l’esperienza maturata con il programma SPRAR, che prevede la presenza di piccoli gruppi di richiedenti asilo, non deve essere cancellata e dovrebbe anzi essere presa ad esempio come modello virtuoso». Ribadita, infine, la richiesta di regolare in modo sistematico, con un meccanismo di assegnazione equa su tutto il territorio, la presenza di richiedenti asilo provenienti via terra da altri paesi europei, nonché di snellire le procedure di rimpatrio per chi è presente sul territorio senza averne i requisiti.

Risposte positive, invece, per quanto riguarda la questione del riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale per l’anno 2019. «Oltre al fatto che la bozza del patto per la salute prevede un trattamento a parte per le autonomie speciali in tema di contribuzione alle spese nazionali – spiega Kompatscher – siamo riusciti a far inserire un’annotazione a margine della tabella di riparto dei costi che mette nero su bianco il fatto che le cifre inserite per la Provincia di Bolzano e di Trento sono puramente figurative. Tutto ciò in virtù del fatto che Alto Adige e Trentino non ricevono fondi statali per la gestione del servizio sanitario, che invece è totalmente auto-finanziato con risorse locali. Riteniamo di essere riusciti, in questo modo, a fare finalmente e definitivamente chiarezza sull’argomento».

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