Industria 4.0, in Alto Adige occorre investire di più (soprattutto sulle persone)

Tecnologia, ma non solo. Sono soprattutto le risorse umane la chiave per il successo di Industria 4.0, la nuova rivoluzione che attende la manifattura a livello mondiale. La quarta rivoluzione industriale, conosciuta anche come Industria 4.0, avrà forti impatti sul mondo del lavoro: occupazione, organizzazione e condizioni di lavoro, contrattazione, orari, sicurezza sul lavoro sono tutti ambiti che sono sottoposti a forti cambiamenti. Quali conseguenze ed impatti avrà la progressiva avanzata delle tecnologie per il mondo del lavoro? Quali chance offrirà per i lavoratori e quali rischi? Come cambierà l’organizzazione del lavoro? L’attuale sistema di relazioni industriali è adeguato per affrontare queste sfide? Quali risvolti si prospettano per l’Alto Adige? Sono le domande cui tenta di rispondere l’ultimo zoom Ipl, documento che pone l’accento sulla necessità di studiare nuove relazioni industriali di fronte a questo scenario e sprona i decisori pubblici a considerare «misure atte a promuovere il ruolo dei lavoratori di fronte a cambiamenti così dirompenti. Accanto a ciò bisogna continuare ad investire in misure adeguate a supportare i cambiamenti in termini di competenze, sempre nuove e complesse, richieste ai lavoratori».

Cinque i possibili risvolti per l’Alto Adige di Industria 4.0:

  1. Strategia digitale. A partire dal 2014 la Provincia autonoma di Bolzano ha elaborato il piano di sviluppo denominato “Alto Adige digitale 2020”. Si tratta di un percorso sviluppato in collaborazione con i cittadini e partner del settore IT, con lo scopo di attuare misure e progetti concreti per la provincia di Bolzano. Tale strategia ha l’obiettivo di intervenire in ambiti quali la modernizzazione della pubblica amministrazione in ottica digitale (e-government), del mondo della formazione (inclusione digitale, piattaforme di e-learning ecc.), delle infrastrutture (banda larga), dell’economia (supporto a imprese innovative e digitalizzazione delle stesse), e della sanità (cartelle digitali dei pazienti). Tale strategia rappresenta un terreno fertile per un percorso di digitalizzazione del mondo del lavoro già in atto. Tuttavia viene posta poca attenzione al mondo del lavoro e alle persone, pur facendo accenno alla banda larga quale opportunità di creazione di posti di lavoro.
  2. Mondo del lavoro e competenze. Per quanto riguarda il mondo del lavoro in senso stretto bisogna dire che il mercato del lavoro altoatesino, con un tasso di occupazione superiore al 70%, parte da una situazione da ritenersi solida di fronte ai cambiamenti in atto. Va comunque detto che il sistema produttivo in provincia di Bolzano è costituito per lo più da microimprese. Circa il 90% delle imprese altoatesine ha meno di 10 addetti e aggrega circa il 40% degli occupati. Tale configurazione può talvolta essere d’ostacolo per lo sviluppo di modelli organizzativi che favoriscano lo sviluppo di tecnologie e di competenze adeguate al cambiamento. Tuttavia dal punto di vista delle competenze si può dire che l’Alto Adige, anche grazie alla presenza del sistema di formazione duale, può diventare un terreno fertile per lo svilupparsi di quelle skills sempre più complesse che sono richieste dalla digitalizzazione in atto. La formazione sarà sempre più un punto cruciale per sostenere i lavoratori del futuro ed evitare rischi di sostituzione dovuti alla digitalizzazione. La formazione duale però non basta perché come si è visto nelle pagine precedenti le competenze richieste sono sempre maggiori e probabilmente sempre meno legate a percorsi di formazione tradizionali. Per quanto riguarda l’apprendistato andrebbero probabilmente rafforzate maggiormente anche forme di alto apprendistato di livello universitario ed oltre.
  1. Le infrastrutture. Dal punto di vista dell’infrastruttura, va detto che l’instaurarsi di processi di digitalizzazione e quindi di fabbriche intelligenti, ha tra i requisiti prettamente tecnologici l’esistenza di connessioni in banda ultra larga. In tal senso la Provincia di Bolzano sta cercando di perseguire con la propria agenda digitale quelli che sono gli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale. Nonostante questo, la strada è ancora lunga, visto che nella nostra provincia si parla ancora di banda larga (collegamenti da 7 Mbit/s a 20 Mbit/s) e non di ultralarga come nei propositi europei (copertura >30 Mb/s per tutti). Le imprese in Provincia si dimostrano in ogni caso in una situazione buona. Con una quota del 97,8% di imprese che utilizzano la banda larga2, l’Alto Adige si posiziona tra i primi posti in Italia contro una media nazionale del 94,2%.
  2. Ricerca & Sviluppo. Per quanto riguarda la spesa interna lorda per ricerca e svi- luppo (R&S) in percentuale del PIL, l’Alto Adige raggiunge appena uno 0,72%, con- tro un 1,38% dell’Italia, un 3,06% dell’Austria, un 2,89% della Germania e una media UE del 2,04%3. Indubbiamente la dimensione media delle aziende non aiuta4, così come non aiuta il fatto di essere più sbilanciati verso settori produttivi a basso con- tenuto tecnologico, i quali non sempre sono propensi all’innovazione. Da questo punto di vista servirebbe una maggior propensione sia dell’attore pubblico che pri- vato ad investire in innovazione. L’attuale realizzazione del polo tecnologico in pro- vincia di Bolzano (NOI Techpark Südtirol/Alto Adige) potrebbe favorire progetti di Industria 4.0. Sarebbe auspicabile che in tali progetti venisse data più attenzione al lato umano dei lavoratori coinvolti in tali cambiamenti organizzativi ancora prima che tecnologici. È fondamentale puntare su ricerca e sviluppo promuovendo partnership tra privati, centri di ricerca e università.
  3.  Relazioni industriali innovative per un’organizzazione del lavoro che cambia. In quest’ottica, le parti sociali in Alto Adige dovrebbero cercare di restare al passo con i tempi, visti i repentini cambiamenti dovuti alla digitalizzazione. Ecco perché an- che le relazioni industriali, attraverso i temi della contrattazione, delle regole e della partecipazione hanno bisogno di essere rimesse al centro. È auspicabile che ciò possa contribuire a migliorare e modernizzare le relazioni di lavoro e l’organiz- zazione del lavoro e quindi allo sviluppo di un’Industria 4.0 sostenibile per i lavora- tori altoatesini. Il documento firmato quest’anno a gennaio a livello nazionale per il rinnovo delle relazioni industriali, nonché il recente rinnovo del contratto nazio- nale del metalmeccanico, sono di ispirazione per il diffondersi di modelli parteci- pativi e di pratiche di organizzazione innovative. Nonostante non si riscontrino in Alto Adige misure formali in tal senso (Signoretti 2015), sarebbero auspicabili anche qui interventi concepiti dalle parti sociali per la promozione di relazioni industriali partecipative, viste le esperienze di alcune imprese altoatesine che hanno già intra- preso tale strada.

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