Imprese, carenza di aree a Bolzano: i costi dei terreni toccano i 450 euro al metro quadro

Non solo le grandi aziende, ma anche le piccole e medie imprese del fondovalle soffrono la mancanza di aree. Attualmente sono quindici le aziende si sono rivolte a CNA-SHV Alto Adige perché non trovano spazi adeguati alla loro attività. Alle quali si aggiungono le aumentate esigenze di aree da parte del settore dell’autotrasporto e della logistica che devono fare i conti con il boom dell’e-commerce e la mancanza di alternative al trasporto su gomma. Se a questo si aggiunge il fatto che i costi dei, pochi, terreni disponibili continuano a lievitare (si arriva a 450 euro a metro quadro a Bolzano includendo gli oneri), si ha il quadro a tinte fosche per quanto riguarda lo sviluppo economico della città.

“Da anni come CNA denunciamo la mancanza di aree e, in generale, di una politica di sviluppo del territorio che permetta alle nostre aziende di crescere ed innovarsi. Motivo per cui negli anni per dare una casa ai nostri artigiani abbiamo dovuto progettare e costruire consorzi che si sviluppassero in altezza – commenta il presidente regionale Claudio Corrarati -. Certo, ci sono alcune aree dismesse, ma non sempre i capannoni esistenti sono adattabili alle esigenze delle aziende di oggi. E anche qui i prezzi non sono dei più convenienti”.

Le quotazioni immobiliari dei capannoni usati per l’anno 2021 pubblicate sulla banca dati dell’Agenzia delle Entrate parlano per Bolzano di un valore in euro per mq compreso tra 950 e 1150. Ad Appiano e Laives si scende tra 600 e 850. Se si butta l’occhio fuori regione il divario si allarga: basta citare che il valore a Verona Villafranca è compreso tra 580 e 850 €/mq. A Vicenza – Bassano del Grappa si scende tra 400 e 550 €/mq. “Dopo anni di immobilismo – aggiunge Corrarati – bisogna rimettere in campo una politica di sviluppo economico e del territorio. Per quest’ultimo torniamo a proporre la nostra idea di area vasta, detta anche area metropolitana, che comprenda il capoluogo altoatesino e i comuni limitrofi e che permetta di gestire, insieme, in un’ottica sovracomunale temi come le zone produttive e il traffico. L’economia non può stare ferma. Il rischio è la fuga in altri territori e questo non possiamo permetterlo”.

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