Il Galilei alla scoperta dei segreti del Cern e del Bosone di Higgs

Una giornata a scuola alla scoperta dei segreti del Cern e del Bosone di Higgs grazie all’incontro faccia a faccia con un grande scienziato. Venerdì particolare quello del liceo scientifico Galileo Galilei che ha ospitato per una conferenza il professor Roberto Carlin, bellunese ma padovano d’adozione: dopo anni di attività al Cern di Ginevra Carlin è divenuto l’anno scorso il portavoce dell’esperimento CMS, ovvero quello che nel 2012 è riuscito per la prima volta a “rilevare” il bosone di Higgs

Carlin, nella conferenza «Particelle elementari al CERN: grandissimi esperimenti per indagare l’infinitamente piccolo», ha spiegato i il funzionamento e la costruzione dell’acceleratore di particelle LHC in cui viene svolto CMS. Carlin ha parlato quindi dell’importanza del lavoro in team e della internazionalità del CERN e nel dare risposta alle numerose domande degli studenti (presenti anche alcune classi del Pascoli e del Torricelli) ha avuto modo di sottolineare il successo dei fisici italiani che a Ginevra sono tra i principali attori e non «cervelli in fuga».  Nonostante la complessità dell’argomento, i ragazzi hanno partecipato alla conferenza con interesse e curiosità, grazie anche al linguaggio semplice utilizzato dal professore. 

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Il Cern di Ginevra

L’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, comunemente conosciuta con la sigla CERN, è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Si trova al confine tra Svizzera e Francia alla periferia ovest della città di Ginevra nel comune di Meyrin. La convenzione che istituiva il CERN fu firmata il 29 settembre 1954 da 12 stati membri mentre oggi ne fanno parte 22 più alcuni osservatori, compresi stati extraeuropei.

Scopo principale del CERN è quello di fornire ai ricercatori gli strumenti necessari per la ricerca in fisica delle alte energie. Questi sono principalmente gli acceleratori di particelle, che portano nuclei atomici e particelle subnucleari ad energie molto elevate, e i rivelatori che permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra fasci di queste particelle. Ad energie sufficientemente elevate, nelle collisioni vengono prodotte tantissime particelle diverse, in alcuni casi sono state scoperte in questa maniera particelle fino a quel momento ignote.

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Chi è Roberto Carlin

Roberto Carlin è ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e professore ordinario di fisica presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Ha iniziato l’attività scientifica nei primi anni ’80 al CERN con l’esperimento PS170, e ai Laboratori INFN di Frascati con Fenice. A queste attività di ricerca, è quindi seguito un lungo periodo all’esperimento ZEUS, a DESY, ad Amburgo, dove ha lavorato alla progettazione, costruzione e messa in servizio del rilevatore di muoni, del suo trigger e dell’acquisizione dati.

In seguito, Carlin ha ricoperto i ruoli di coordinatore del trigger dell’esperimento, project manager per la costruzione di un nuovo rivelatore di vertice e infine vice-spokesperson della collaborazione. Membro di CMS dal 2005, Roberto Carlin ha contribuito all’installazione e la messa in funzione del rivelatore di muoni, e alla gestione delle prime fasi di presa dati. Dal 2012 al 2015 è stato coordinatore del trigger di CMS, e da settembre 2016 vice-spokesperson della collaborazione. Il 1 settembre 2018 Carlin è stato nominato portavoce del CMS.

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