Fra umanesimo e tecnologia: la startup SiriusGame

Laura Cesaro ha meno di trent’anni, ma ha già vissuto molte vite. Esperienze di studio e viaggi all’estero fanno parte del bagaglio di molti startupper. Unire l’attitudine imprenditoriale con l’attenzione umanistica al prossimo – quella che ti porta magari a insegnare l’inglese ai migranti o a lavorare a stretto contatto con la comunità anarchica di Atene – un po’ meno. La startup che ha fondato, SiriusGame, incubata al Noi Techpark di Bolzano, è un po’ il riflesso di questa personalità poliedrica e di questo bagaglio di esperienze. Il suo prodotto principale è un’app che, con l’aiuto della gamification e di un’ambiente digitale “inclusivo” (concentrato sui contenuti didattici, ma rispettoso dei bisogni e delle identità degli studenti), aiuta i docenti delle superiori a insegnare latino – e presto anche altre materie umanistiche – in maniera efficace e divertente.

SiriusGame propone agli utenti diverse meccaniche di gioco: bisogna destreggiarsi fra domande a risposta multipla, associazioni di parole, analisi dei testi, riconoscimento di immagini e riordino di frasi, all’interno di un ambiente virtuale che conduce gli utenti alla scoperta della storia e della cultura degli antichi. Gli studenti possono costruire il loro avatar, seguire un percorso, sfidare altri utenti e partecipare alla creazione dei contenuti. Affrontando anche temi, come la relazione con l’ambiente degli autori latini oppure l’omosessualità nell’antica Grecia e poi nel mondo romano, molto attuali e sentiti dai ragazzi, da analizzare con spirito critico, in ottica storica e multiculturale.

I percorsi sono strutturati in modo da valorizzare l’autonomia e l’autodeterminazione di chi apprende e aiutare a combattere fenomeni di ansia e disagio psicologico sempre più diffusi, purtroppo, fra i giovani. Un’attenzione al benessere psichico che deriva da esperienze negative vissute dalla fondatrice nei primi anni di liceo.  “Quando mi chiedono quando è nata la startup, dico sempre che dal notaio siamo andati il 23 dicembre 2021, ma il progetto è nato nella mia mente in realtà 2007, quando a 14 anni sono andata nella scuola superiore e non riuscivo ingranare nello studio del latino e del greco, nonostante andassi in genere bene a scuola  – racconta Cesaro – un disagio scolastico che andava di pari passo con quello psicologico, sono stata molto male ”.

Poi, per fortuna, arriva la svolta con l’international Baccalaureate nel Regno Unito, e la scoperta di altri processi pedagogici e modi di apprendimento. Due anni di studio all’estero, in cui la giovane studentessa ha, fra l’altro, l’opportunità di lavorare al festival del teatro antico a Cipro. È in questa occasione che l’idea di SiriusGame inizia a prendere davvero forma: “Pensavo al latino, a greco, e lì, in un bar, a 17 anni, ho scritto su un tovagliolino di carta, che conservo ancora, ‘quando sarò grande fonderò un’azienda una società per aiutare le persone a studiare queste materie, perché sono bellissime”.

Laura Cesaro

Seguono altre esperienze formative, l’Università a Pisa e Parigi, la partecipazione al programma Erasmus + Trainership, che consente di fare uno stage lavorativo post-laurea all’estero finanziato dalla Ue, l’iscrizione alla Scuola Britannica di Archeologia di Atene. Qui Laura capisce che non vuole fare l’archeologa. Invece fonda, assieme ad altri giovani, la Border School, per aiutare le persone nei campi profughi. Già, perché nel 2016, la fortezza Europa chiude i confini, si mette d’accordo con il “sultano” Erdogan per bloccare la rotta balcanica e migliaia di persone si trovano bloccate in Grecia, in un limbo burocratico ed esistenziale. La futura startupper, che nel frattempo si era formata come insegnante al British Council, decide di impegnarsi in prima persona. “A 22 anni – racconta – gestivo una cinquantina di insegnanti volontari, avevamo creato una decina di scuole nei campi profughi, nei centri sociali, mi occupavo anche del fundraising”.

Molti dei rifugiati che non trovavano posto nei campi vengono ospitati dalla comunità anarchica di Atene; qui Cesaro impara molto dal loro approccio paritario e partecipativo. Un’esperienza, quella del lavoro coi profughi, forte, forse persino troppo (“ho visto tanti bambini morire”, dice, “cose per cui non ero preparata”). Tant’è che a seguito di un esaurimento torna in Italia per ricaricare le energie. Non certo per stare con le mani in mano: scorrendo velocemente il curriculum successivo, troviamo: un Master online con la UCL di Londra, l’impegno nell’azienda familiare che fa consulenza in materia di successione per le PMI a conduzione familiare, e la specializzazione in Technology Innovation and Education tramite l’Innovation Lab dell’Università di Harvard (frequentata online, per le restrizioni della pandemia).

Competenze che si sommano ad altre competenze, finché non arriva finalmente di “restituire” quanto acquisito. Nasce così SiriusGame (la spiegazione ufficiale di Sirius è che si tratta della stella più luminosa, ma ce n’è anche un’altra, “ufficiosa”, che non sveleremo qui).

Al momento, come detto, la startup offre solo l’insegnamento del latino, ma dal settembre 2023 prevede di allargarsi anche alle altre materie umanistiche, come greco, italiano, storia, filosofia e storia dell’arte. Espandendosi poi alle scuole internazionali in Italia e ad altri mercati, come quello francese, e tedesco. È in lavorazione la versione in 3D, in realtà virtuale, dei percorsi di apprendimento, che andrà ad aggiungersi a quella in due dimensioni finora disponibile.  Per quanto si tratti ancora di numeri esigui, la app ha finora convinto i professori che l’hanno testata, molti dei quali hanno convinto il loro istituto ad acquistare la licenza. Nel frattempo, continua a validare il prodotto grazie a studi condotti da Università, tra cui Harvard, al cui supporto Cesaro ha ancora accesso come ex-corsista. L’obiettivo è accumulare sempre più dati scientifici per convincere professori e scuole dell’efficacia di questo approccio “ludico” all’apprendimento dei classici.

Qualcuno di già convinto c’è. Come investitori come Be Heroes, banche come Credito Cooperativo e Sparkasse, lo stesso Noi Techpark, che sostengono o hanno sostenuto a vario titolo il progetto. O come l’importante casa editrice con cui SiriusGame sta negoziando un accordo per ampliare l’offerta a tutte le materie e a tutti i livelli di istruzione. Il break-even, dovrebbe arrivare nel 2024.

Federico Guerrrini

Immagine in apertura: foto courtesy SiriusGame

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