Hanami: il Giappone di Fosco Maraini al Trevi di Bolzano

Sono passati poco meno di cinquant’anni da quando il Giappone ha ospitato le Olimpiadi invernali di Sapporo e, più precisamente, era il 10 febbraio 1972 quando Gustav Thöni si è aggiudicato la medaglia d’oro dello slalom gigante tenutosi sulla pista del Mount Teine.
Thöni venne festeggiato dai padroni di casa come un eroe nazionale e per comprenderne i motivi, Tino Neirotti de “La Stampa” chiese aiuto al “nippologo” Fosco Maraini. Quest’ultimo gli spiegò che le ragioni del credito e della stima di cui godeva Thöni in Giappone erano dovute al suo essere l’antidivo per eccellenza: “Parla soltanto quando ha qualcosa di importante e di vero da dire, è sempre cortese e vince proprio come gli antichi samurai. Forse piace anche perché se non vuole rispondere, atteggia quella sua faccia europea nell’espressione un po’ meravigliata, confusa e dolente dei figli del Sol Levante quando per dire no, fingono di non capire”.

Servissero inattese vicinanze tra l’Alto Adige/Südtirol e il Giappone per convincervi a visitare la mostra fotografica “Endocosmo Maraini” ospitata al Centro Trevi di Bolzano, eccole servite. Ma non si dovrebbe mai perdere l’occasione di confrontarsi con lo sguardo lucido e suggestivo dell’etnologo, scrittore, fotografo, antropologo e alpinista Fosco Maraini.
In dettaglio, l’esposizione ospitata a Bolzano è curata dalle sue nipoti Nour Melehi e Mujah Maraini-Melehi e ripercorre visivamente l’esperienza umana ed estetica di Fosco Maraini in Giappone, proponendo una selezione di oltre quaranta fotografie (bianco/nero e colore) provenienti dall’archivio privato della famiglia e dagli Archivi Alinari.

“Endocosmo Maraini” (Fotografia di Fabio Raffaelli)

Una mostra che è inserita all’interno della rassegna “Hanami. Il Giappone in mostra” che intende esplorare nell’arco di un mese (fino al 14 gennaio) le diverse sfaccettature della terra del Sol Levante.
Farlo in compagnia di un Citluvit, di un “Cittadino della Luna in Visita di Istruzione sulla Terra“, (così si era soprannominato lo stesso Maraini) ha degli innegabili vantaggi.
Perchè si parte per un viaggio nello spazio e nel tempo in cui è meglio non anticipare troppo, ma che necessita di una dovuta premessa.
Maraini fuggi dalla “pesante atmosfera europea” nel 1938, a seguito dell’emissione delle leggi razziali, lavorò come lettore all’Università di Kyoto fino all’8 settembre 1943, quando gli venne chiesto se aderiva alla Repubblica di Salò. Lui rispose negativamente e per questo venne rinchiuso in un campo di prigionia. In questo contesto avvenne il notissimo episodio del taglio del dito, quello in cui Maraini si mutilò per mostrare agli aguzzini la sua sincerità assoluta, conquistandosi così il rispetto di chi lo teneva prigioniero.

Le fotografie esposte al Trevi mostrano il complicato rapporto tra tradizione e innovazione, tra sviluppo economico e rispetto della natura nel paese del Sol Levante su cui Fosco Maraini si era espresso così nell’introduzione alla seconda edizione di “Ore Giapponesi” (Dall’Oglio editore):
“Un culto della natura che prepara ad un’accettazione entusiasta della scienza e della tecnologia, un culto del sapere che spinge ad informarsi sempre ed ovunque d’ogni cosa, che fa per di più sopportare un sistema scolastico crudele, spietato, ma d’innegabile efficacia, un culto del gruppo e della comunità che appare sulla scena al momento giusto della storia, infine un’etica laica, indipendente, da fedi religiose, che assicura stabilità politica e sicurezza nell’esistenza giornaliera. Ecco, in poche righe, la formula d’una miscela propulsiva di formidabile potenza. Fino a poco tempo fa sentivo spesso dire: il Giappone? Ma è una bolla di sapone! Vedrai, una ventata che passa, non t’illudere! Persino il famoso Brezenzinski, citatissimo consigliere economico dei presidenti americani, si lasciò ingannare e scrisse un libro sul Giappone dal titolo: “Il fragil fiore”.
Altro che fragil fiore, qui siamo di fronte ad uno di quei cardi, bellissimi, però muniti di ogni difesa in forma di aculei e spine, che neppure l’inverno cancella dai pascoli! Meglio prenderlo sul serio il cardo. E’ qui per starci”.

Una delle fotografie di Oliver Kofler esposte a Merano

Parallelamente a “Endocosmo Maraini”, presso la Mediateca Multilingue di Merano (dal 14 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022), sarà allestita la mostra “Orderly confusion” curata dall’associazione “lasecondaluna” che esporrà le immagini scattate dal fotografo altoatesino Oliver Kofler durante il suo viaggio in Giappone.
“Orderly Confusion” è un progetto fotografico sul Giappone realizzato nel 2019 e si compone di 63 opere sviluppate e stampate in camera oscura dall’artista stesso. In questo lavoro vengono valorizzati piccoli dettagli di una vita che non conosciamo e che proprio per questo ci affascina. Ciò che si percepisce nella fruizione delle immagini è una sorta di “ordinata confusione”, ossimoro che si ritrova in quasi tutti gli aspetti della quotidianità giapponese.
Contemporaneamente, il Cedocs ha organizzato una serie di incontri di approfondimento culturale che spaziano dalla poesia haiku all’animazione giapponese, dalla tradizione alla modernità. Queste iniziative si terranno nella cornice delle due mostre di Bolzano e Merano.
Qui il dettaglio degli eventi.

La rassegna “Hanami” è promossa dal Cedocs con il supporto dell’Istituto di Cultura giapponese in Italia e sostenuta dall’assessorato alla Cultura italiana della Provincia, in particolare dall’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere che nel 2021 ha avviato un sistema di contribuzione per progetti culturali di promozione linguistica.
Questo non può che riportarci a Fosco Maraini che di lingue ne parlava ben nove, anzi dieci, se contiamo quella artificiale che gli ha permesso di creare le “fanfole”, di recente ripubblicate da “La nave di Teseo”.
Non si poteva chiudere senza riproporne una.
In forma scritta e in una spettacolare interpretazione di Gigi Proietti.

In segno di sberdazzi

Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta
ma quando soffia il bego a biscie biscie
sdilenca un poco e gnagio s’archipatta.
E’ frusco il Lonfo! E’ pieno di lupigna,
arraferia, malversa e sofolenta…
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppura il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zucchia e fonca nei trombazzi
fa legica buìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
ti alloppa e ti sbernecchia: e tu l’accazzi
Fosco Maraini

 

Immagine di apertura di Fosco Maraini

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