FlyingBasket, la startup che fa volare le merci con i droni e sfida gru ed elicotteri

FlyingBasket è una startup altoatesina che si occupa del trasporto merci tramite droni, piccoli velivoli senza piloti, adatti alle missioni in luoghi impervi o totalmente irraggiungibili. Per capirne di più riguardo a questa realtà che si sta affacciando al mercato globale, abbiamo deciso di incontrare i fondatori, Moritz e Matthias Moroder, per scoprire i lati nascosti della loro attività.

FlyingBasket, startup che si dedica della progettazione, costruzione, manutenzione e messa in uso di droni. Come funziona la vostra offerta dal punto di vista del cliente?

FlyingBasket come operatore di droni offre una gamma di servizi ai propri clienti a seconda delle loro esigenze. Si dividono in tre tipologie: high-availability service, ideato per garantire ai nostri clienti un servizio a 360 gradi per lunghi periodi in cui forniamo piloti, droni, assistenza tecnica e supporto per le autorizzazioni; on-spot service, per i clienti che hanno necessità di effettuare singole o un limitato numero di operazioni, dove il nostro team raggiunge la location del cliente e svolge la missione secondo le richieste del cliente; technological development service, con il quale si risponde alle esigenze più elaborate dei nostri clienti per cui vi è la necessità di sviluppare soluzioni tecnologiche particolari. Tutti questi servizi sono sviluppati nell’ottica di rispondere al meglio ai bisogni di chi si rivolge alla nostra startup, grazie al nostro team e all’ascolto attivo di chi si approccia alle nostre soluzioni per il trasporto e sollevamento di carichi fino a 100kg.

In una zona montuosa come l’Alto Adige, l’utilità di questo servizio riguarda maggiormente i luoghi impervi come rifugi dove però, spesso, si utilizzano elicotteri. Quali sono le differenze sostanziali tra queste due soluzioni?

La differenza tra queste due soluzioni per il trasporto di vari materiali, equipaggiamenti e rifornimenti è ciò che ha dato vita a FlyingBasket. Il drone che abbiamo sviluppato propone un’alternativa che migliora innanzitutto la sicurezza (vista la mancanza di un equipaggio impegnato a bordo del velivolo), i costi operativi, la sostenibilità del metodo di trasporto (essendo i droni alimentati a batterie) e la flessibilità che il drone ha nell’operare in diversi ambienti. Sicuramente la portata della maggior parte degli elicotteri rappresenta ancora un limite ad oggi per il drone FB3, ma quando possibile frammentare il carico si può comunque risolvere questa problematica.

Non solo rifornimento di rifugi, ma anche trasporto di materiale per le telecomunicazioni. Da sottolineare il vostro successo in Svizzera, quando avete trasportato 80kg di apparecchiature radio attraverso un canyon. Questo evento ha aperto un mondo di nuove sfide per la costruzione di infrastrutture: avete altri progetti futuri legati a questo settore?

La missione a Davos è stata una svolta per noi, da lì il nostro drone FB3 ha affrontato altre operazioni che ci hanno permesso di accumulare esperienza nelle applicazioni in questo settore e non solo. Infatti sono seguite missioni come quella per cablex AG, in cui all’interno di una zona industriale abbiamo trasportato in cima ad un edificio equipaggiamento per operare sulle antenne per un peso pari a 1100kg. Questo ed altri casi d’utilizzo dimostrano come i nostri droni siano in grado di rendere più effcienti e meno dispendiose le operazioni che le aziende telecom devono compiere per garantire un servizio di alta qualità ai propri clienti (considerando anche l’upgrade dell’infrastrutture per la diffusione del 5G). Ad oggi le aziende di telecomunicazione sono diventate tra i nostri principali interlocutori e abbiamo in programma di sviluppare sempre di più questa sinergia tra droni cargo e operazioni su infrastrutture telco in Italia e all’estero.

Il fondo bergamasco “Cysero” ha deciso di investire su di voi con un primo round da 1,5 milioni di euro, portando tanto in termini finanziari, di know-how e un gran network di contatti. Quali saranno le vostre prossime mosse?

Il fondo Cysero rappresenta un altro importante traguardo nel nostro percorso di crescita che mira a consolidare la nostra posizione a livello europeo nel mercato dei droni cargo. Il nostro obiettivo è quello di consolidare la nostra presenza nei settori della telecomunicazione, energia e logistica ma con uno sguardo sempre rivolto a nuove applicazioni che possono beneficiare del potenziale che i nostri droni offrono. Inoltre stiamo collaborando con enti nazionali e internazionali per poter portare i nostri droni nelle città e rivoluzionare il modo in cui avvengono i trasporti in ambiente urbano. Un esempio di queste applicazioni è la sperimentazione svolta a Torino a Dicembre per Poste Italiane in collaborazione con Leonardo.

Al momento il vostro drone di riferimento è il FB3, con una portata massimale di 100kg di carico. Pensate di spostarvi anche su altri droni, magari più portanti, per creare un vera concorrenza agli elicotteri, sul campo dei carichi da 300/400kg?

Nell’interesse dei nostri clienti e delle loro esigenze siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni da integrare nei nostri droni e sicuramente ampliare la capacità di carico ci permetterà di aumentare quelle che sono le possibili applicazioni dei nostri droni, acquisendo una fetta di mercato maggiore. Ad oggi l’FB3 rimane il nostro drone di riferimento, ma abbiamo già in cantiere piani per ampliare la nostra offerta con un modello dalla capacità di carico maggiore. Bisogna comunque tenere a mente che i droni hanno delle caratteristiche intrinseche che si andrebbero a perdere se ci si dovesse spingere oltre a certe portate, il nostro obiettivo rimane dunque fornire una soluzione flessibile ed vantaggiosa da un punto di vista operativo anche quando renderemo disponibili nuovi modelli.

Alessandro Palmarin

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