
E' qui la festa. Il primo giorno di incontri della Nuova Libreria Cappelli
Bolzano. Si narra che il dio dei cieli, irritato per il miracolo in corso di realizzazione a Bolzano, abbia deciso di scatenare tuoni e fulmini per sabotare l’inaugurazione della festa di compleanno della Nuova Libreria Cappelli. Effettivamente, un intenso temporale e piogge diffuse hanno contraddistinto la prima giornata della settimana di eventi organizzati per l’occasione, ma questo non ha minimamente impedito la riuscita degli incontri. Le sale della vecchia libreria Cappelli erano stracolme in occasione dell’inaugurazione della mostra di quadri, disegni e taccuini di Benno Simma e del “live” musicale di Andrea Maffei. Solo posti in piedi anche per gli incontri con gli autori che sono proseguiti fino a sera, a partire dalla presentazione dalla fanzine “Femminismi disegnati” la fanzine di “Moleste” organizzata in collaborazione con Alto Adige Pride Südtirol & PEA Conference.
Alle 18, Gabriele Di Luca ha introdotto Marco Belpoliti autore di “Nord Nord“, recentemente selezionato per la cinquina del premio Campiello. Un viaggio nel “suo settentrione”, un “itinerario sentimentale tra pubblico e privato, storia e memoria”. Un percorso che ruoto attorno alla sua casa “sotto il monte San Genesio, dove tutto sembra remoto” e termina alle sorgenti della Drava, il fiume le cui acque finiscono (via Danubio) nel Mar Nero. Un viaggio composto da persone, animali e cose analizzate con sguardo “geologico”, “biologico” e “antropologico”, in cui emerge una straordinaria curiosità per il mondo che ci circonda più da vicino. “Cerco di raccontare – ha precisato Belpoliti – come è diventato, per comprenderlo e modificarlo. Un racconto che tende all’intrattenimento nel senso bello del termine, quello che ti tiene in uno spazio diverso dal solito, fatto di parole e di un’immaginazione che ti trattiene anche una volta che hai chiuso il libro”. In “Nord Nord”, la rivendicazione si fa anche più precisa: “Voglio entrare nei particolari, che poi in definitiva sono tutto”.
A seguire, alle ore 19 era prevista la partecipazione di Goffredo Fofi alla presentazione di “Ciò che era giusto” edito da Alphabeta. Purtroppo, a causa di un problema dell’ultimo minuto, Fofi non ha potuto essere presente, ma ha inviato una lettera in cui, dopo essersi scusato per l’assenza, ha ricordato Alex Langer e il mondo che li circondava e che ci circonda: “Oltre all’elogio di Alex di cosa ha fatto per me e per tanti, se fossi stato lì – ha scritto Fofi – avrei parlato dell’immane difficoltà di cambiare il mondo e di cambiare la vita, c’era sembrata una possibilità reale negli anni Sessanta e la nostra sconfitta e la sconfitta di Alex è simile, in modi diversi, a quelle di Guevara e Lumumba, del violento Malcom X e del non violento Martin Luther King, il capitale era più forte di noi e aveva servi a volontà, mentre le nostre mani erano fragili e le nostre convinzioni spesso incerte. Mi univa ad Alex la determinazione ad andare avanti, a mai desistere, con la coscienza di essere dei minimi David di fronte a un Golia dai mille volti,- alcuni dei quali seduttivi e compiacenti. Non si può non provare nostalgia per quelle lotte, anche se a volte furono così radicali da sembrare suicide, perché nel mondo qualcosa cambiava veramente” .
La presentazione è quindi proseguita con gli interventi di Christine Stufferin presidente della Fondazione Langer, Giuliano Geri editor di Alphabeta, e dello storico Giorgio Mezzalira che hanno presentato la figura di Alex Langer attraverso le sue pagine inedite pubblicate in “Ciò che era giusto” e da quelle scritte chi ha voluto contribuire alla realizzazione del volume pubblicato a trent’anni dalla morte.
Tra questi Gad Lerner che ha voluto riconoscere a Langer “una fede di natura messianica nel suo farsi carico degli altri, nel suo incedere trafelato, estenuante, all’incontro con le ingiustizie da sanare, è perché lui davvero credeva fermamente nella possibilità di un mondo nuovo”.
(ma.bo)
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