L'export altoatesino crolla: -21% rispetto all'anno scorso

Nel secondo trimestre del 2020 l’export altoatesino è diminuito del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un vero crollo, dopo i numeri in costante crescita degli anni passati. “Il lockdown prima e le numerose limitazioni agli spostamenti internazionali poi hanno causato enormi difficoltà alle nostre imprese maggiormente orientate ai mercati esteri: servono misure urgenti per rilanciare l’export, anche perché sono proprio queste imprese quelle che garantiscono i maggiori investimenti in innovazione e i posti di lavoro più sicuri e meglio retribuiti”, afferma il Presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea.

I Paesi europei verso cui si esporta maggiormente sono la Germania (33,7%), l’Austria (9,3%) e la Svizzera, primo tra i partner commerciali al di fuori dell’Unione Europea (6,1%); il quarto posto è occupato dalla Francia (5,4%). Verso queste quattro nazioni fluisce oltre la metà di tutte le esportazioni (54,5%). Al di fuori dell’Europa, la quota maggiore delle esportazioni è diretta verso l’Asia (7,8%) e l’America (7,2%). Gli Stati Uniti assorbono tre quarti dell’export verso il continente americano e, con il 5,4% del totale, sono il quarto mercato di sbocco per le merci altoatesine. A livello assoluto, gli unici aumenti significativi si registrano per le merci dirette verso Finlandia (+5,3 milioni di euro), Repubblica Ceca (+3,1 milioni di euro) e Bulgaria (+1,8 milioni di euro); le diminuzioni più evidenti sono addebitabili ai partner principali: Germania (-101,1 milioni di euro), Austria (-28,5 milioni di euro) e Francia (-16,3 milioni di euro).

 

Iscriviti al canale Telegram!  👉🏻  https://t.me/altoadigeinnovazione

Seguici su Facebook 👉🏻  https://www.facebook.com/altoadigeinnovazione/

Seguici su Linkedin 👉🏻  https://www.linkedin.com/company/alto-adige-innovazione 

 

La maggiore quota di esportazione è ascrivibile ai Prodotti alimentari, bevande e tabacco (18,8%), seguita dai Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (17,2%), dai Macchinari e apparecchi non classificati altrove (15,6%), dai Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (13,0%) e dai Mezzi di trasporto (8,6%).

Rispetto ad altre regioni italiane, in Alto Adige il calo delle esportazioni è stato minore: “Questo dimostra quanto siano state reattive le nostre imprese. La loro risposta all’emergenza Coronavirus è stata straordinaria e va riconosciuta anche dalla politica. Come abbiamo proposto nel documento comune con le organizzazioni sindacali, è necessario un piano straordinario per sostenere il “made in Alto Adige” all’estero. Tra le misure concrete abbiamo indicato una campagna specifica di IDM Alto Adige a favore dei settori più esposti alla concorrenza internazionale come automotive, alimentari, impiantistica o tecnologie alpine e una dotazione straordinaria per un “fondo export” per iniziative di internazionalizzazione, come ad esempio la partecipazione a fiere online”, spiega Giudiceandrea.

Il Presidente di Assoimprenditori chiede inoltre regole meno impattanti per gli spostamenti di lavoro. “La normativa vigente pone una serie di problematiche legate alla gestione delle trasferte all’estero per una durata superiore alle 120 ore e al rientro del personale dalle ferie all’estero, trascorse nella maggior parte dei casi nei propri Paesi di origine. Siamo disponibili a confrontarci con politica e autorità sanitarie per individuare insieme delle soluzioni così come avvenuto per altri settori economici con forti legami con l’estero come il turismo o l’agricoltura”.

Ti potrebbe interessare