Lockdown, la rabbia degli estetisti: «Riaprire i nostri centri, sono luoghi sicuri»

Federestica CNA-SHV Alto Adige, chiede a gran voce la riapertura dei centri estetici. Una lettera molto dettagliata, con le opportune motivazioni, è stata inviata da Lisa Bonaldi, portavoce della categoria, al presidente della Provincia, Arno Kompatscher. Ricordiamo che i centri estetici, oltre al lockdown di marzo e aprile 2020, sono rimasti chiusi, da quando è attiva la divisione in zone colorate, a novembre, nel periodo natalizio e, adesso, a febbraio 2021. “Esprimiamo forte dissenso rispetto all’esclusione della nostra attività da quelle consentite nella zona rossa attualmente in vigore in Alto Adige – scrive nella lettera Lisa Bonaldi – e ribadiamo necessità di rivedere le disposizioni contenute nei DPCM e Decreti Legge quadro nazionali e nelle norme provinciali che disciplinano gli interventi da adottare nei tre distinti scenari di rischio, quindi anche nella Provincia di Bolzano”.

Al pari degli acconciatori, le imprese di estetica – sottolinea Federestetica – hanno sempre garantito la massima sicurezza per loro stessi e soprattutto per i clienti. Non rappresentano in alcun modo fonte di contagio poiché per organizzazione e modalità di svolgimento del lavoro, sempre su appuntamento, non presuppongono la compresenza di più persone, né ingenerano assembramenti. Inoltre, l’osservanza dei Protocolli, definiti ad aprile dello scorso anno anche grazie alla nostra collaborazione e alle nostre indicazioni frutto del lavoro sul campo, garantisce l’adozione di misure e dispositivi idonei a minimizzare il rischio di contagio in qualsiasi tipologia di trattamento richiesto”.

 

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La categoria invita il Landeshauptmann “ad un riesame approfondito, insieme al Comitato Tecnico Scientifico dell’Alto Adige, delle valutazioni che hanno portato all’esclusione delle imprese di estetica anche nell’ultima ordinanza n. 6 del 5 febbraio 2021, in modo da modificare i provvedimenti restrittivi alla prima occasione utile, evitando l’applicazione di disposizioni tanto inique quanto intollerabili per un settore che da sempre garantisce altissimi standard di igiene e sicurezza. Analogo sforzo le chiediamo nei confronti del Governo nazionale, affinché l’iniqua disposizione venga abolita anche nella normativa quadro di riferimento. A tal proposito ribadiamo l’impegno ad adottare protocolli igienico-sanitari ancor più rigorosi, rispondendo con diligenza e rigore alle indicazioni del Governo e della Provincia contro il rischio contagio”.

Gli operatori del settore sottolineano, infine, che “la chiusura dei centri estetici nelle zone rosse contribuisce indirettamente ad alimentare il fenomeno dell’abusivismo. Un fenomeno molto diffuso in questo settore, che mette a repentaglio non solo la salute dei cittadini, ma la tenuta stessa degli operatori che rispettano diligentemente le regole. Così facendo il legislatore nazionale e provinciale, sospendendo le attività, vanifica l’intento stesso di contenere i contagi”.

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