Elezioni Bolzano 2020, la Lega «crolla» e Caramaschi tira un sospiro di sollievo: l'analisi del voto

In attesa della ripartizione dei seggi per il consiglio comunale di Bolzano, lo scrutinio delle sezioni è appena terminato, Renzo Caramaschi può tirare un sospiro di sollievo. Molti osservatori descrivevano il sindaco uscente come predestinato a una netta sconfitta e così non è stato.
E’ finita con Caramaschi al 33,96% e Zanin al 33,13 divisi da circa 500 voti. E’ stato un appassionante testa a testa, molto diverso dal trend (non solo nazionale) che abbiamo descritto qui. Una sfida all’ultimo voto su cui ha pesato, innanzitutto, il crollo della “Lega per Salvini”. Come mostra il risultato dei voti di lista, al candidato di centrodestra sono mancati soprattutto i voti della Lega che è passata dal 30,87% alle Europee dell’anno passato (27,8% alle provinciali 2018) al 13,2 di oggi.
Come nel resto d’Italia, Salvini ha mostrato di incassare pochissimo ogni volta che al voto di opinione (di pancia?) si sostituisce un voto per la scelta di chi governa. Il successo della “Lista Zaia” in Veneto è solo l’esempio più eclatante, ma è un dato che risulta evidente sull’intero territorio nazionale. Detto altrimenti, le campagne elettorali “perpetue” possono funzionare per le elezioni europee, perché il risultato incide pochissimo sulla vita quotidiana delle persone, ma possono risultare dannose nelle elezioni amministrative. Perché, come mostrano i risultati elencati in precedenza, in questo tipo di elezioni l’elettorato sceglie più facilmente chi è in grado di mostrare le cose fatte e realizzate. Senza dimenticare, che i partiti e i loro leader sono tenuti anche a selezionare la “classe politica” in base a quanto realizzato, non soltanto in base alla foga con cui urlano sdegno e slogan.

 

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Anche per questo, Caramaschi non può ritenersi troppo soddisfatto del risultato, perché molti cittadini bolzanini sembrano non aver creduto ai suoi slogan, al suo: “Abbiamo fatto ripartire la città”. Certo se alziamo lo sguardo, notiamo numerose gru che, però, non votano (almeno non direttamente) e sanno di poter funzionare con una gamma di sindaci piuttosto ampia.
Ai danni di Caramaschi, ha pesato, probabilmente, anche la pessima gestione del tema “sicurezza”: il sindaco in carica ha provato a multare i mendicanti, ha piazzato blocchi di cemento sotto i ponti per non farci dormire i senza fissa dimora e ha distribuito telecamere per le strade come in nessun altra città d’Italia, eppure si è dovuto beccare un’intera campagna elettorale basata sul degrado nei giardini della stazione. Alcuni esponenti del Pd hanno persino invocato l’esercito per risolvere la questione, ma chi vota pensando alla sicurezza preferisce comunque gli originali alle copie. Zanin, a giocare in questo campo, si è trovato molto più a suo agio del suo avversario.
In definitiva, in attesa della sfida del ballottaggio, quest’ultimo può ritenersi soddisfatto, non solo per quanto scritto qui riguardo allo svantaggio con cui partono gli sfidanti.
La sua lista “personale” ha superato il 10% riuscendo a colmare, anche se solo parzialmente, il crollo della “Lega per Salvini” e vincendo la “sfida” con l’omologa lista Caramaschi che si è fermata al 7,7%

Gli altri candidati

Per quel che riguarda gli altri candidati sindaci (dati non ancora ufficiali ma manca una sola sezione) Luis Walcher (Svp) ha ottenuto il 13,5% contro il 15,97% ottenuto da Baur quattro anni fa e il 16,6% del risultato delle provinciali 2018.

Il sospetto è che alcuni elettori Svp abbiano deciso di sostenere Caramaschi fin dal primo turno.
Il Pd locale, invece, non può festeggiare come quello nazionale al Nazareno. Aumenta leggermente il voto delle provinciali (12,57% oggi e 12,2% due anni fa) ma perde tre punti percentuali rispetto al 2016 e quasi cinque rispetto alle europee 2019.
I Verdi si collocano poco sopra al 9%, avevano ottenuto il 6,1%, 4 anni fa e il 10,4 alle provinciali 2018, mentre aumenta di quasi due punti percentuali il bottino di voti di Fratelli d’Italia che passa dal 5,9 delle provinciali al 7,86% di oggi.

Tra i vincitori indiscussi di questa tornata elettorale c’è Angelo Gennaccaro che ottiene oltre il 7% come candidato sindaco mentre la sua lista ottiene oltre l’8% aumentando nettamente i voti del 2016 (4,5%), mentre non può ritenersi soddisfatto il candidato del “Team K” Thomas Brancaglion che ottiene il 4,89% (quasi un punto percentuale in più della lista) ma nettamente al di sotto delle attese e forse delle possibilità (Il Team K aveva ottenuto a Bolzano 7,2% alle provinciali del 2018). Probabilmente ha pesato la richiesta del bonus Covid 19 da parte del leader Paul Köllensperger ma anche una campagna elettorale non abbastanza “pensata” e strutturata.
Infine, hanno ottenuto più del 2% altre due liste in grosso calo rispetto a quattro anni fa, il Movimento 5 Stelle (3%), aveva ottenuto il 12% e Casa Pound (2,9%) che aveva ottenuto il 6,69%.
Sotto al 2% tutte le altre liste a partire dalla Sinistra Unita che ottiene l’1,76%, Forza Italia con l’1,5% Fa ancor peggio Italia Viva che resta sotto l’1% cosi come Volt+Psi, la lista Pensionati , Futuro Bolzano e Vox.
Per chiudere, un’occhiata al risultato di Trento dove il candidato di centrosinistra ha superato il 50% (54,2 dato provvisorio) grazie anche all’ottimo risultato di “Trento Futura” (7.9%) . Sul capoluogo trentino ha probabilmente influito in maniera pesante l’”Effetto Fugatti+Sgarbi”. La Lega a Trento è passata dal 28,72% delle Europee del 2019 al 13,94 di oggi. (Risultato provvisorio ma quasi definitivo 90 sez. su 98).

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