Edilizia, il rincaro dei materiali e l'incertezza sulla domanda frenano la ripresa

Il rincaro dei materiali e l’incertezza sulla domanda da parte del settore privato frenano la ripresa del comparto edile, soprattutto per quel che riguarda l’attività di investimento. Questo è ciò che emerge dall’edizione estiva del Barometro dell’economia dell’IRE, l’istituto per la ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano. “Nonostante i segnali di miglioramento, molti settori dell’economia altoatesina non sono ancora tornati ai livelli precrisi. In questa fase è importante che il settore pubblico incrementi gli investimenti in infrastrutture, ponendo così le basi per la competitività futura del nostro sistema economico”, spiega il Presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner. In generale, il clima di fiducia nell’edilizia altoatesina è positivo, con quasi quattro imprese su cinque che per quest’anno confidano in una redditività quantomeno soddisfacente. Gli operatori e le operatrici del comparto, infatti, segnalano fatturati in aumento rispetto ai livelli dello scorso anno, in particolare per quanto riguarda il mercato locale altoatesino. Positive sono altresì le valutazioni sull’attuale grado di utilizzo della capacità produttiva, che nelle branche dell’ingegneria civile e della costruzione di edifici ha superato il 90%. “L’attuale buona situazione degli ordinativi ci rallegra. Tuttavia, tra i clienti, i progettisti e le imprese di costruzione permangono dubbi e incertezze che offuscano questo clima positivo. Le incertezze nella pianificazione e progettazione potrebbero successivamente avere un impatto negativo sulla fase di esecuzione. A sua volta, ciò comporterebbe effetti negativi per l’intero comparto delle costruzioni”, sottolinea  Martin Haller, Presidente lvh.apa Confartigianato Imprese. Considerando, invece, le singole branche del settore delle costruzioni, si evidenzia un certo ottimismo nel comparto dell’ingegneria civile dove nove imprese su dieci confidano di poter chiudere l’anno con un risultato economico almeno “soddisfacente”, seppur quasi mai davvero “buono”. Nella branca della costruzione di edifici e in quella dell’impiantistica e dei lavori di completamento le attese di redditività differiscono maggiormente tra le singole imprese, dove oltre un quinto degli intervistati si prefigura un risultato d’esercizio insoddisfacente.

ripresa settore edile

Per quanto riguarda l’occupazione, l’andamento nel comparto edile rimane positivo: nella prima metà del 2021, il numero dei lavoratori e lavoratrici dipendenti ha mediamente superato la soglia delle 18.000 unità, ovvero un +2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Il settore dell’edilizia si è dimostrato un datore di lavoro sicuro anche durante la crisi legata al Coronavirus. Ci sono però grandi incertezze legate al futuro: l’aumento dei prezzi delle materie prime, le difficoltà nell’applicazione della legge provinciale Territorio e paesaggio e del regolamento del superbonus 110%, oltre alla preoccupazione che i mezzi del Recovery Fund non vengano utilizzati a sostegno delle imprese locali”, spiega Michael Auer, Presidente del Collegio dei Costruttori Edili. Più critiche, invece, le valutazioni di imprenditori e imprenditrici sull’evoluzione delle condizioni quadro, soprattutto per quanto riguarda la dinamica dei costi. Questi ultimi sono influenzati dall’impennata dei prezzi dei materiali da costruzione che ha inciso negativamente sulla competitività delle imprese e in molti casi ha costretto ad incrementare i prezzi alla clientela. La grande incertezza sul futuro andamento della domanda, in particolare quella privata, continua inoltre a frenare l’attività di investimento. Una nota positiva è quella che riguarda le condizioni di accesso al credito e la puntualità dei clienti nei pagamenti. “Il settore delle costruzioni potrà dare un forte impulso alla crescita nei prossimi anni grazie anche alle risorse ingenti del Recovery Plan, a condizione di definire un quadro normativo armonico che superi l’eccessiva eterogeneità nei regolamenti edilizi. Un punto di partenza di immediata realizzazione potrebbe essere rendere strutturali gli incentivi fiscali, dal Superbonus 110% a quelli minori”, spiega Maurizio Lazzarini, Presidente Unione Costruzioni CNA-SHV.

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