Economia altoatesina, il recupero estivo non basta: crollo del Pil del 10% nel 2020

Nonostante la ripresa nei mesi estivi, le valutazioni delle imprese altoatesine riguardo alla redditività nell’anno in corso rimangono estremamente modeste. Fatturati, investimenti e occupazione sono in deciso calo. Anche le attese per il 2021 sono connotate da grande incertezza. Ciò emerge dall’edizione autunnale del Barometro dell’economia. L’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano prevede per l’Alto Adige un calo del prodotto interno lordo del 10,0 percento nel 2020 e una modesta crescita nel 2021, compresa tra +1,0 e +5,0 percento. L’entità di tale incremento dipenderà sostanzialmente dall’evoluzione della pandemia.

La ripresa delle attività economiche dopo il lockdown ha permesso un graduale recupero dei fatturati. Il debole miglioramento registrato a maggio si è infatti progressivamente consolidato durante l’estate in tutti i settori dell’economia. A giugno il volume d’affari è stato inferiore di quasi un quinto rispetto allo stesso mese del 2019, ma il calo dei fatturati si è poi ridotto al 10 percento a luglio e al 4 percento ad agosto. Tuttavia, sette imprese su dieci segnalano una riduzione del proprio giro d’affari nel 2020 rispetto allo scorso anno. Questo risultato sconta anche la debole dinamica dei prezzi di vendita: negli ultimi dodici mesi, il livello dei prezzi al consumo in Alto Adige è salito solamente dello 0,8 percento. Il mercato del lavoro ha mostrato un andamento simile a quello dei fatturati: nonostante una progressiva ripresa occupazionale nel corso dell’estate, a settembre si registravano ancora oltre 2.300 lavoratori dipendenti in meno rispetto allo scorso anno.

Coerentemente con queste dinamiche, le valutazioni delle imprenditrici e degli imprenditori sull’esercizio 2020 rimangono molto negative, con un terzo degli intervistati che segnala una redditività “insufficiente” e quasi nessuno che esprime un giudizio “buono”. Nonostante la debole ripresa estiva, infatti, diversi settori lamentano ancora notevoli criticità, in primis il turismo e il comparto dei trasporti. Difficoltà permangono anche in molte branche dei servizi e del commercio all’ingrosso e al dettaglio.

 

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Le imprese lamentano una dinamica dei costi sfavorevole e un peggioramento della propria competitività ed esprimono preoccupazione anche per il deteriorarsi della puntualità nei pagamenti dei clienti e le maggiori difficoltà di accesso al credito. In questo quadro ancora molto incerto, su cui pesano anche le paure relative alla nuova diffusione dei contagi, prosegue la contrazione degli investimenti. L’insicurezza caratterizza anche le previsioni per il prossimo anno. Le imprese attendono una moderata ripresa dei fatturati, soprattutto sul mercato altoatesino, ma non un sensibile miglioramento delle condizioni quadro. Conseguentemente, non si registrerà una ripresa dell’attività di investimento. Le aspettative sulla redditività nel 2021 sono assai eterogenee, ma quasi un quinto delle imprese prevede che essa rimarrà insoddisfacente.

La seconda ondata del Covid-19 mina la ripresa della congiuntura internazionale

La ripresa delle attività economiche dopo il lockdown e le eccezionali misure di stimolo introdotte sul piano fiscale e monetario hanno favorito un deciso rimbalzo della congiuntura internazionale nel terzo trimestre. Le più recenti stime della Commissione Europea catturano questi miglioramenti: la previsione del PIL dell’Eurozona nel 2020, pur rimanendo molto negativa, è stata rivista al rialzo, da -8,7 a -7,8 percento. Il recupero, ancorché parziale, è tuttavia destinato ad arrestarsi nell’ultimo trimestre dell’anno a causa della nuova ondata epidemica che da settembre ha investito il Vecchio Continente. Nelle ultime settimane, infatti, molti Governi europei sono stati costretti a reintrodurre progressivamente limitazioni alla mobilità e ad alcune attività economiche per allentare la pressione sul sistema sanitario. Sullo sfondo rimane anche la questione Brexit: ad oggi, infatti, non è stato ancora raggiunto un accordo sui futuri legami commerciali tra Bruxelles e Londra. A livello globale, gli Stati Uniti continuano ad essere il Paese più colpito dall’epidemia, con un PIL previsto in flessione del 4,6 percento nel 2020. La Cina, invece, prosegue e consolida il trend di ripresa e quest’anno dovrebbe registrare una crescita pari al 2,1 percento.

Economia italiana: le prospettive rimangono molto negative

In Italia, nonostante il recupero della produzione industriale nei mesi estivi, permane una situazione di grave difficoltà. L’economia sconta tuttora la riduzione dei flussi turistici internazionali, dell’export e della domanda interna. La Commissione Europea prevede per il 2020 una diminuzione del prodotto interno lordo italiano pari al 9,9 percento, superiore alla media dell’Eurozona. Questa stima potrà inoltre essere rivista al ribasso alla luce del consistente peggioramento della curva epidemiologica nell’ultimo mese e delle nuove restrizioni introdotte dal Governo.

Sul mercato del lavoro, le misure di sostegno hanno solo parzialmente attenuato gli effetti della crisi, che ha colpito in misura maggiore i giovani e le donne. Ancora a settembre, il numero degli occupati in Italia risultava inferiore dell’1,7 percento rispetto allo stesso mese del 2019. Sul piano fiscale, la grave recessione e la spesa per gli interventi a sostegno dell’economia comporteranno quest’anno un disavanzo pari al 10,8 percento del PIL e un sensibile aumento del rapporto tra debito e PIL, che salirà al 159,6 percento. È invece diminuito negli ultimi mesi il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi. La relativa stabilità dei mercati finanziari, favorita dalla politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea, ha inoltre determinato una riduzione dei costi di finanziamento per imprese e istituti di credito.

Il prodotto interno lordo in Alto Adige

In base alle informazioni attualmente disponibili ed in considerazione della dinamica congiunturale nazionale ed internazionale, del grado di fiducia di imprese e consumatori, nonché dell’attuale situazione della pandemia, l’IRE stima che il PIL provinciale farà registrare una contrazione del 10,0 percento nel 2020. Nel 2021 seguirà una modesta crescita, che risentirà – tra l’altro – della debolezza dell’attività di investimento delle imprese e che potrà essere compresa tra +1,0 e +5,0 percento, secondo l’evoluzione della pandemia e le misure che saranno necessarie per il suo contenimento.

Il Presidente della Camera di commercio, Michl Ebner, sottolinea l’importanza di ridurre il più possibile l’incertezza per le imprese: “In questa fase molto delicata, è importante che la politica non generi ulteriore insicurezza. Occorrono regole chiare che permettano una migliore pianificazione dei prossimi mesi alle imprenditrici e agli imprenditori altoatesini. A tal fine è importante una buona coordinazione tra Stato e Provincia. È inoltre fondamentale che gli aiuti promessi arrivino in tempi rapidi, onde evitare nuove crisi di liquidità per le imprese.”

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