Nemmeno per l'aeroporto: per la quarta volta in quattro anni non potrò votare

Il 12 giugno, giorno del referendum sull’aeroporto di Bolzano, festeggerò una ricorrenza tutta particolare: per la quarta volta da quando sono ufficialmente residente in Alto Adige (settembre 2012) assisterò a una consultazione popolare senza poter esprimere il mio voto.

Premesso che “bazzico” qui dal 2010, ho visto prima l’elezione del consiglio provinciale nel 2013, poi le comunali del 2015, quelle del 2016, quindi il referendum sull’aeroporto. Tutte consultazioni alle quali avrei voluto partecipare. E invece il commissario Penta mi voleva far votare per un referendum che ho trovato così assurdo da aver buttato via la mia unica occasione di contare qualcosa…In compenso, colmo dei colmi, avrei potuto votare per le comunali di Padova del 2014 e per le regionali venete del 2015…una terra nella quale non abito da 4 anni.

Nel frattempo verso le mie tasse alla Provincia Autonoma che le amministra per mio conto; ho fondato due Srl che hanno sede e creano ricchezza in Alto Adige; in qualche modo, anche attraverso questo sito, lavoro per la crescita di questo territorio che amo e che chiamo «casa». Niente da fare: mentre tutti i 31mila sudtirolesi iscritti all’Aire potranno votare per posta dall’estero; mentre l’aeroporto dovrebbe rappresentare un segnale di apertura (a chi, se non apriamo questa terra a chi la vive tutti i giorni?); mentre la tragicomica Convenzione parla di ridurre ad uno gli anni di residenza necessari per votare (scommetto che non ci si arriverà); anche il 12 giugno assisterò da elettore passivo. Con il paradosso che potrei candidarmi e amministrare, ma non votarmi.

Se vogliamo aprirla questa terra (e, perdio, vogliamo aprirla) apriamola tutta. Le ragioni storiche del criterio dei 4 anni di residenza sono in gran parte superate, in centro a Bolzano in alcune zone si parla più inglese che tedesco o italiano. Per questo mi aspetto che tutte le voci a favore dell’aeroporto (da Kompatscher in giù) si esprimano per riformare questo principio antistorico e consentire a chi risiede, vive e contribuisce a questa fantastica provincia di votare in tempi ragionevoli.

Altrimenti non lamentiamoci della poca partecipazione. Arriverò così «stanco» alla fatidica soglia, all’onore e privilegio concessomi, che rischio di fare come hanno fatto quasi metà degli elettori di Bolzano: stare a casa, convinto da qualcuno che il mio voto non conta.

Lu.B.

 

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