Alto Adige, un fiume di droga: ma la battaglia non si vince ai giardini della stazione

Alto Adige Doc: la rubrica che racconta l’Alto Adige lontano dagli stereotipi. Per chi si fosse perso qualche puntata precedente, nessun problema: eccole tutte.

L’arrivo di Striscia la Notizia in città sembra aver fatto scoprire ai cittadini di Bolzano l’esistenza del mercato di sostanze stupefacenti. Ma al di là della provincialissima «botta di vita» nel vedere la propria città protagonista di una delle trasmissioni più note della televisione italiana, le informazioni date agli spettatori sono risultate scarse e per certi versi anche fuorvianti. D’altra parte, Vittorio Brumotti è un «ciclista da marciapiede» e i suoi servizi per Striscia la Notizia hanno a che fare con l’audience più che con l’informazione.

Chi volesse saperne di più, o comprendere meglio il fenomeno, può partire da questa notizia: “1,4 tonnellate di marijuana sequestrate a passo Resia“. La notizia si riferisce al sequestro da parte dei carabinieri di oltre una tonnellata di droga diretta in Olanda per motivi che ci ha spiegato nei dettagli Luciano Osler, maresciallo dei carabinieri che ho incontrato nel  laboratorio “Analisi Sostanze Stupefacenti” ospitato nella caserma del 7º Reggimento Carabinieri “Trentino-Alto Adige” di Laives. «Si trattava di marijuana in uscita prodotta nell’Est Europa e arrivata in Italia via mare. Veniva trasportata in Olanda per ottenere il made in Holland e destinata a rientrare sul mercato europeo con un marchio più appetibile per i consumatori. In effetti, la marijuana proveniente dall’Est Europa non solo era di qualità inferiore, ma presentava alti contenuti di pesticidi e anticrittogamici, ovviamente non essendo una sostanza legale non esistono controlli al riguardo. Il traffico di erba può contare su una rete di vendita molto moderna e attenta al consumatore. Sono stati creati nomi accattivanti:  orange bud, widow white etc e vengono distribuite apposite riviste di settore, gratuite e multilingue, che utilizzano classiche tecniche di marketing che spingono a fidelizzare i clienti».

Il maresciallo Flavia Gasparini

Tonnellate di “erba” attraversano quindi l’Europa anche solo per ottenere il “doc” e possono contare su precise e moderne politiche di marketing. Ma, per definire meglio la cornice e la questione “parco stazione” vale la pena ricordare che l’ultima retata delle forze dell’ordine con tanto di elicottero ha portato al “recupero” di 80 grammi di marijuana, due pasticche di extasy e circa 8 grammi di eroina. Detto altrimenti, non è nei giardini della stazione che si vince la battaglia contro il traffico di stupefacenti. Per i più dubbiosi, cito un ultimo dato fornitomi da Binario 7, struttura della Caritas che si occupa di persone con «una precaria situazione fisica e psichica come conseguenza di un consumo prevalentemente endovenoso di sostanze stupefacenti, in particolare eroina e cocaina». Nel 2018 ha assistito 204 utenti per la maggior parte con un’età superiore ai 40 anni (90% italiani, non può assistere cittadini extra Ue) e ha erogato 58.210 siringhe (vendute e scambiate). Della visita a Binario 7 scriverò, però. la prossima settimana, per questa puntata mi limito al già citato “Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti” dei carabinieri.

La struttura è nata nel 1993 e delle sue attività se ne avvalgono tutte le forze di polizia. É qui che vengono analizzate le sostanze sequestrate per accertamenti penali (sostanzialmente spaccio) e amministrativi (uso personale) e da qui partono le segnalazioni delle nuove droghe sequestrate per inserirle nell’apposita tabella. Come ha spiegato il maresciallo Osler: «Le analisi accertano in primo luogo che si tratti di sostanza stupefacente, poi la percentuale di principio attivo. Ovviamente il laboratorio agisce in un territorio particolare vista la presenza del confine del Brennero. Inoltre, organizziamo oltre 100 incontri all’anno con genitori e scuole sul tema droga».

Il motivo della visita, è però, legato al presunto “ritorno dell’eroina” e scrivo “presunto” perché, come dimostrano i dati di Binario 7, l’eroina non è mai realmente scomparsa.

Osler parte proprio dal confronto con il passato: «Rispetto agli anni Ottanta, oggi lo spauracchio del buco, della siringa non esiste più. Perché i giovani fumano eroina, a volte senza nemmeno sapere che la stanno fumando. Il prezzo è molto basso e questo ne facilita il consumo, il problema è che dal fumarla all’iniettarsela, il passaggio è più rapido di quello che i consumatori possono immaginare. Perché il buco ha effetti più immediati e prolungati».

I cambiamenti riguardano, ovviamente, anche il suo smercio: «Per quel che riguarda il traffico, l’eroina arriva in Italia in vari modi, spesso attraverso corrieri singoli che ingurgitano gli ovuli. Solitamente viaggia separatamente dal materiale con cui tradizionalmente viene tagliata: paracettamolo e caffeina. Due sostanze selezionate per i loro effetti combinati all’eroina. Spesso, vengono usati coloranti alimentari, ma anche il toner, per scurire l’eroina e darle la colorazione, di quella che una volta era considerata la migliore, la brown sugar.  Rispetto al passato, però, è cambiata notevolmente la percentuale di principio attivo. Se negli anni 80 era tra il 3 e il 5% ,oggi può arrivare fino al 25-27%. Anche questo spiega l’aumento del numero di overdose e decessi, con queste percentuali, il taglio con altre sostanze può diventare una questione di vita o di morte. Attualmente viene venduta anche l’eroina pura senza taglio e se manca il necessario know how il consumatore rischia davvero molto».

Un discorso per certi versi simile sembra valere anche per l’erba. «Stando alle nostre analisi, il deciso aumento della percentuale del principio attivo riguarda anche marijuana e hashish. Oggi parte da un minimo del 15% ma può arrivare anche fino al 40% con relativi effetti per la salute. E’ vero che non si muore per overdose di erba, ma la con questi livelli di principio attivo i rischi, soprattutto per gli adolescenti, non vanno sottovalutati. Inoltre, può capitare che vengano spacciate per marijuana droghe sintetiche che hanno effetti molto pesanti o che vengano spruzzate sul prodotto vegetale, a volte direttamente sullo spinello. Il mix tra effetti delle due droghe e la mancanza di conoscenza di quello che è stato utilizzato può mettere a rischio la vita del consumatore come è capitato qualche tempo fa a Vipiteno».

Detto altrimenti, per quel che riguarda l’uso di sostanze stupefacenti, l’ignoranza da parte del consumatore può rivelarsi drammatica: «In Italia  – conclude il maresciallo Osler – c’è una buona legge perché punisce gli spacciatori e aiuta i consumatori che, chiariamolo, mai vanno in prigione. Vorrei, però, precisare che tutte le droghe fanno male che la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti è un po’ come scegliere se essere investiti da un camion piccolo o da uno grande. Meglio guardare prima di attraversare la strada ed evitare entrambi. Vale per tutti ma soprattutto per i minorenni».

L’obiezione di molti è che non distinguendo tra droghe leggere e pesanti, si rischia di peggiorare la situazione. Chi già fuma “erba” con effetti controllabili finisce per non credere alle avvertenze che riguardano le droghe più “pesanti” finendo così per sottovalutare le differenze con l’eroina che ha effetti notevolmente più gravi dello spinello. Ma di questo se ne parlerà più approfonditamente nella prossima puntata.

Massimiliano Boschi

 

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