Distanziamento sociale, ecco la mappa che dice quanto sono sicuri i marciapiedi di Bolzano

Una mappa colorata di Bolzano che dice all’utente su quale determinato marciapiede è possibile mantenere la distanza di sicurezza oppure no. Una bella idea, vero? Ai tempi del Coronavirus il distanziamento sociale è fondamentale per prevenire il diffondersi del contagio e i marciapiedi sono, per definizione, zone in cui c’è più possibilità di venire a contatto con altre persone. A creare questa mappa online è stato Maurizio Napolitano, coordinatore del laboratorio Digital Commons Lab della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che non ha mappato solo il capoluogo dell’Alto Adige, ma si è dedicato anche a altre zone d’Italia: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, Lazio, Basilicata e Puglia. «L’idea è nata grazie ad un progetto creato da un civic hacker di nome Meli Harvey che ha mappato gli interi marciapiedi della città di New York. Ovviamente la cosa ha fatto il giro del mondo, e così lui ha deciso di rendere disponibile il codice sorgente della mappa per poterla ricreare anche da altre persone con l’aiuto degli Open Data. Così ne ho approfittato e ho ricreato la stessa idea per diverse città italiane», spiega Napolitano.

Così, grazie all’aiuto dei dataset del capoluogo altoatesino trovati sul sito della Rete Civica e del portale cartografico, Napolitano ha iniziato la mappatura di Bolzano, lavorando le informazioni sulle aree pedonali a sua disposizione: «Con un po’ di sorpresa ho notato che quelli di Bolzano sono i migliori dataset che ho trovato. Per esempio sono presenti informazioni sul posizionamento delle strisce pedonali, oppure dei punti esatti in cui sono avvenuti incidenti con coinvolgimento di pedoni», ha spiegato.

Sulla mappa sono rappresentati i marciapiedi e i percorsi pedonali di tutta Bolzano. In azzurro quelli più larghi di 6 metri, lungo i quali mantenere il distanziamento sociale quando si incrocia un altro passante è molto semplice. In rosso invece quelli larghi meno di 2 metri: qui incontrare qualcuno e riuscire a mantenere le distanze di sicurezza è molto più difficile. Muovendosi per la mappa ci si può spostare, zoomare e inserire nella funzione ‘cerca’ disponibile in alto a sinistra il nome di un altro comune del territorio per muoversi sul territorio. Uno studio approfondito sulle distanze della città non è stato ancora eseguito, ma basta un primo colpo d’occhio per notare come una buona parte della mappa sia colorata di rosso. Osservando il centro di Bolzano, si notano invece colori più chiari, segno della possibilità di tenere una maggiore distanza tra persone.

Una mappa per la città, tanti progetti possibili

L’idea della mappatura di Bolzano è nata, come detto, per conoscere la larghezza dei marciapiedi e capire come rispettare il distanziamento tra persone. Il suo utilizzo si presta però anche ad altri tipi di ragionamenti che si esulano dal contesto legato al Covid, dato che, si spera, l’emergenza sanitaria prima o poi finirà. Essendo i dati forniti dal Comune aperti a tutti, sono utilizzabili quindi su vari fronti.

Ad esempio la mappa potrebbe contribuire allo studio della progettazione urbanistica e alle analisi riguardanti il numero di pedoni nelle nostre città, utile per capire se le aree pedonali e gli spazi siano sufficientemente adeguati o meno. In questo caso, architetti, ingegneri e esperti nel campo digital potrebbero aprire un tavolo di lavoro per riflettere sui dati, sulle distanze e far diventare la mappa un punto di scambio d’idee.

E ancora, analizzando i dati dei tassi d’incidenti in un preciso punto si potrebbe facilmente capire quali zone siano le più pericolose e dove intervenire con lavori di riqualificazione o di segnaletica. La tematica della mobilità accende spesso grandi dibattiti ed è da sempre d’attualità. Non per ultimo, si potrebbero studiare soluzioni adatte a facilitare la vita delle persone disabili, analizzando i dati e le variabili legate alle barriere architettoniche e a tutti quelli ostacoli che quotidianamente si incrociano per strada.

L’Open Data in Italia

Maurizio Napolitano è una figura influente per il movimento Open Data italiano, e se questo strumento viene utilizzato al giorno d’oggi, è anche merito suo: «Le aspettative che avevamo come comunità Open Data sono molto lontane da quello che sta succedendo al giorno d’oggi. Al momento questo strumento ha aiutato la pubblica amministrazione nel rapporto che quest’ultima ha sempre avuto con i dati. In dieci anni si è creato un modo diverso di lavorare che ha messo in discussione tanti processi lavorativi, creando vantaggi per tutti», racconta Napolitano.

E l’Alto Adige? Con il suo movimento Open Data Hub si sta costruendo qualcosa di importante per il futuro. Il nostro territorio ragiona in maniera molto precisa su tematiche importanti come il turismo, analizzando e scegliendo con cura determinati dataset da sfruttare, cosa che in Italia non fa quasi nessuno. «Il punto di forza dell’Alto Adige è il coinvolgimento delle partecipate, dando a loro dati utili per offrire ai clienti determinati servizi. Questo binomio tra diversi player crea un ritorno per il territorio molto importante, sia in termini d’innovazione che di crescita», conclude Napolitano.

Alexander Ginestous

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