Decreto Conte, Kompatscher critico: «Approccio sbagliato, serve più spazio di manovra a livello locale»

Pochi spazi di manovra a livello locale e scarsa fiducia nel senso di responsabilità dei cittadini. Questi i due approcci che, secondo il presidente Arno Kompatscher, hanno caratterizzato il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte riguardante la fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Il numero uno della Provincia di Bolzano si è detto critico rispetto alle nuove tappe fissate per la ripartenza delle attività economiche con nuove regole per i contatti sociali e le attività all’aperto dei cittadini.

Nonostante alcuni alleggerimenti rispetto alle restrizioni in vigore, questi arrivano secondo Kompatscher troppo tardi e in forma troppo timida. In particolare il commercio, il turismo ma anche parrucchieri ed estetisti hanno bisogno di una prospettiva per la riapertura chiara e soprattutto vicina nel tempo.

“Nessuna considerazione delle specifiche esigenze”

“Nelle numerose videoconferenze che ho avuto con gli esponenti del Governo ho più volte chiesto che a livello statale per la Fase 2 fossero emanati solo criteri e linee guida. Si sarebbe dovuto lasciare alle Regioni e alle Province autonome la decisione finale su quali provvedimenti e regole adottare, sulla base delle rispettive situazioni epidemiologiche e delle specifiche esigenze dell’economia locale. Purtroppo i presidenti delle altre Regioni hanno adottato solo per pochissimo questo approccio autonomista, per poi dichiararsi d’accordo con regole dettagliate e centralizzate, probabilmente per evitare di doversi assumere direttamente la responsabilità delle decisioni” ha detto Kompatscher.

“Pochissimi spazi di manovra a livello locale”

Il risultato è stato ora un regolamento molto centralistico, che non rende possibile alcun provvedimento specifico per le esigenze dell’economia altoatesina. “Inoltre è diventato per noi quasi impossibile programmare riaperture anticipate, anche se la situazione epidemiologica e la responsabilità dimostrata dalla popolazione le consentirebbero” prosegue il presidente. “Sin dall’inizio abbiamo scelto in Alto Adige un approccio basato sul senso di responsabilità delle cittadine e dei cittadini in una società matura, mossa da volontà e obiettivi comuni. Questo approccio si è dimostrato quello giusto, anche se in questo modo non sono mancate le critiche anche a questa scelta. L’approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili e di conseguenza un ampio programma di controlli e monitoraggi, non rispecchia né la situazione attuale in Alto Adige né il carattere stesso della nostra popolazione” prosegue Kompatscher. L’obiettivo a livello locale resterà comunque quello di mitigare al massimo le conseguenze del modo di procedere del governo centrale, chiedendo parallelamente un ampliamento degli spazi di manovra dell’Autonomia in questo contesto, conclude Kompatscher.

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