Covid Alto Adige, dati migliorati grazie a test di massa: «Ma ora serve prudenza»

Lo svolgimento del test di massa in Alto Adige è stato decisivo per il lento miglioramento della situazione epidemiologica legata alla diffusione del Covid-19. Questo, in sintesi, a distanza di quasi tre settimane, il bilancio fatto da responsabili politici e tecnici nel corso della videoconferenza settimanale del venerdì pomeriggio.  “Ma è necessario – si è raccomandato l’assessore alla salute Thomas Widmann –  continuare ad attenersi alle regole di prevenzione in modo disciplinato per poter tornare progressivamente alla normalità”.

“Ora parte la fase due – ha aggiunto Widmann – con test mirati. Un nuovo sistema di allerta precoce ha lo scopo di monitorare e controllare da vicino il processo di sviluppo dell’infezione. Tutte le misure  sono sempre prese sulla base dei dati e delle esperienze raccolte”. In vista del Natale, l’assessore ha invitato tutti i cittadini” a stare attenti, a mantenere le distanze, a indossare le protezioni per bocca e naso e a ridurre i contatti”.

 

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Secondo il direttore sanitario dell’Asl Pierpaolo Bertoli, 21 indicatori mostrano che la situazione sta lentamente migliorando e che la pressione sugli ospedali sta diminuendo. In questi 16 giorni dopo i test, anche grazie alle misure restrittive, le degenze ospedaliere sono state ridotte del 20% e i casi di terapia intensiva del 24%.

Il biostatistico dell’Eurac Markus Falk ha mostrato l’andamento epidemiologico con dei grafici. “Mentre all’inizio di ottobre il numero di casi è aumentato gradualmente, le prime misure introdotte ai primi di novembre e poi i test di massa hanno portato a un rapido calo del numero di casi”, ha riferito Falk. Sarebbe bello se il numero di casi diminuisse ulteriormente e si stabilizzasse a un livello molto basso, ha aggiunto il biostatistico.

La primaria del laboratorio di microbiologia dell’azienda sanitaria altoatesina Elisabetta Pagani ha spiegato come, sulla base dei dati in possesso del laboratorio, i test rapidi abbiano confermato l’annunciata affidabilità. “Per l’azienda sanitaria altoatesina i test di massa sono stati la salvezza, niente di meno”, ha sottolineato il direttore generale dell’azienda sanitaria altoatesina Florian Zerzer. Al 13 novembre la situazione era così critica, ha riferito, che senza l’effettuazione dello screening gli ospedali sarebbero stati in grado di curare adeguatamente i malati probabilmente solo per altri otto o dieci giorni.

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