Covid, quando i contributi pubblici possono frenare l’innovazione aziendale

Innovazione non è sinonimo solo di sviluppo di nuovi prodotti o servizi ma può riguardare l’intero modello di business di un’azienda. A causa dei cambiamenti economici e tecnologici, sempre più rapidi, spesso le imprese sono costrette a ripensare radicalmente il proprio modello di business. Il 2020 segnato dalla pandemia ha fornito esempi eloquenti della velocità con cui ciò può avvenire. “La prontezza con cui molti imprenditori hanno reagito a un blocco del mercato o all’emersione inaspettata di nuove esigenze contraddice lo stato attuale della ricerca nel campo del Business Management, secondo cui i processi di innovazione del modello di business richiedono molto tempo e comportano costi elevati”, sostiene il prof. Sascha Kraus che, da questo autunno, insegna e svolge ricerca alla Facoltà di Economia unibz. Insieme a colleghi e studenti di dottorato, Kraus attualmente sta lavorando a uno studio – il terzo di questo tipo – che, prendendo spunto dalla crisi attuale, apporta nuove conoscenze alla sua area di ricerca.

Già durante il primo lockdown, un team internazionale di ricerca guidato da Sascha Kraus e Thomas Clauß, docenti dell’Università di Witten/Herdecke, aveva condotto il primo studio a livello mondiale sugli effetti e i processi di trasformazione delle imprese familiari nella crisi legata alla pandemia. La ricerca, pubblicata sull’International Journal of Entrepreneurial Behavior & Research, si fondava su 27 interviste con gli amministratori delegati di aziende familiari in cinque paesi europei (Germania, Svizzera, Austria, Italia, Liechtenstein). Sulla base delle interviste, i ricercatori hanno formulato raccomandazioni a breve termine per le imprese familiari. Inoltre, hanno evidenziato le conseguenze a lungo termine della crisi. Quest’ultima è stata definita come un’occasione grazie a cui le aziende potrebbero addirittura crescere e imparare per il futuro. Come? Attraverso la promozione di una cultura della solidarietà e della coesione, l’ulteriore spinta alla digitalizzazione o la revisione critica dei processi aziendali.

 

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Prendendo le mosse dalla suddetta attività di ricerca, Kraus e il dottorando Matthias Breier, in un secondo studio, hanno approfondito ulteriormente l’analisi, concentrandosi su un settore particolarmente colpito dalla Covid-19: l’industria dell’ospitalità. I risultati sono stati recentemente pubblicati su una delle principali riviste scientifiche del settore, l’“International Journal of Hospitality Management”. Sulla base di sei casi studio di bar, ristoranti e un hotel in Austria, i ricercatori hanno esaminato il ruolo dell’innovazione del modello di business a seguito del confinamento e quali fattori l’hanno favorita oppure ostacolata. Il quadro che è uscito porta a ritenere che, almeno dal punto di vista della ricerca sull’innovazione, la crisi attuale offre anche molte opportunità.

“I casi di studio hanno mostrato chiaramente che, grazie al lockdown, gli imprenditori hanno finalmente avuto il tempo necessario per affrontare questioni strategiche spesso trascurate a causa degli impegni quotidiani. Ciò è vero soprattutto per le PMI”, spiega Matthias Breier. È diventato chiaro anche che le aziende sottoposte a maggiore pressione a causa della crisi incombente, sono diventate molto più innovative. “Chi, per esempio, doveva pagare l’affitto e aveva molti dipendenti, è stato molto più intraprendente di un imprenditore con bassi costi fissi o elevate riserve di liquidità o che ha ricevuto trasferimenti pubblici”, aggiunge Breier. Mentre tali aziende hanno prediletto un atteggiamento di attesa, altre hanno fatto di necessità virtù.

Qualche esempio? Con nuove idee. Un ristorante ha iniziato la vendita di cestini da asporto con prodotti pronti per grigliare; un bar tradizionale – con un’attività concentrata prevalentemente nelle ore serali – è diventato un bar mobile Airstream attivo durante il giorno. “Alcune di queste innovazioni possono essere temporanee ma, anche in questi casi, rafforzano la volontà futura di innovare degli imprenditori”, dice Kraus. Dopotutto, coloro che si sentono capaci di agire ed essere creativi durante la crisi trasporteranno questo atteggiamento nelle loro future attività commerciali. Secondo gli autori dello studio, un importante risultato delle aziende studiate è stato anche il ruolo dei clienti abituali: “Sono stati descritti come amici, per così dire, che sono stati in contatto durante la chiusura e hanno offerto supporto più e più volte”, concludono gli autori, “secondo alcuni imprenditori sono stati una forte motivazione per continuare a lottare”.

“Laddove ci sono cambiamenti, nascono nuove opportunità di business”, spiega l’economista che, nella sua terza ricerca, non ancora pubblicata, sta esaminando i fattori decisivi per la sopravvivenza delle imprese strette tra opportunità e difficoltà, tra innovazione e crisi.

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