Confersercenti: "Il caso Twenty non si trasformi in un liberi tutti in zona produttiva"

Caso Twenty. La difficile situazione del centro commerciale Twenty di via Galilei a Bolzano ha spinto Confesercenti a intervenire per scongiurare un possibile “liberi tutti” nell’area produttiva. La presidente Elena Bonaldi ha voluto ricordare come l’associazione che presiede abbia sempre sostenuto “che una struttura simile così vicina ai quartieri di Europa-Novacella e Don Bosco potesse danneggiare il tessuto di quartiere. In questo senso il ponte, agevolando l’accesso al megastore, ha rappresentato un ulteriore elemento negativo nell’impatto complessivo del Twenty su queste zone residenziali”.
“Oggi però – ha proseguito Elena Bonaldi –  il Twenty c’è e all’interno ci sono delle aziende di imprenditori che credono nel commercio. I tanti brand nazionali ed internazionali non ci possono far dimenticare che dietro moltissimi franchising ci sono le vite di imprenditori, molti dei quali bolzanini. Noi siamo l’associazione che difende il commercio come concetto e anche chi ci lavora. Pur non rinnegando lo scetticismo sulla filosofia dei megastore non possiamo dire che la priorità non sia la difesa di queste aziende, delle loro famiglie e di quelle dei dipendenti. Noi operiamo all’interno dell’economia e l’economia va difesa”.
Il Twenty conta circa 80 negozi e come sottolineato da Confesercenti: “Nel quartiere ne abbiamo circa 200. E’ come se, su un determinato mercato, di colpo la concorrenza aumentasse del 40%. Non a caso un dato non lontano da quello della contrazione media. L’inquietudine più grande, quindi, è che la situazione creata a partire dalla sentenza possa portare ad un liberi tutti in zona produttiva che andrebbe ad aggiungersi al costruendo Kaufhaus di Signa. Che impatto pensate possa avere questo sulla città di Bolzano? O sui paesi limitrofi? Sarebbe devastante”.

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