“Com’eri vestita?” Una mostra intelligente da una domanda stupida. A Bolzano fino al 3 dicembre

“What were you wearing – Com’eri vestita”, la domanda che sottende importanti stereotipi sessisti e pesanti implicazioni negative sulla donna che ha subito violenza, è diventata il titolo di una mostra, più precisamente, “di un allestimento diffuso in diversi luoghi della città di Bolzano che sensibilizza il pubblico sul tema della violenza sulle donne partendo proprio da quella domanda”.
La mostra, curata dagli studenti e dalle studentesse delle scuole secondarie superiori altoatesine, sarà visitabile da venerdì 24 novembre a domenica 3 dicembre 2023 presso l’Interspar di via Buozzi, il Distretto Sociale Europa Novacella, la Sede Unicef di Corso Italia, il Comune di Bolzano, il Caffè Waag di piazza del Grano, il Teatro Cristallo, il Despar di via Roma.


“What Were You Wearing” prende spunto da un progetto di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas City, e da Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas dove la mostra è stata esposta per la prima volta nella primavera del 2013. L’evento è arrivato in Italia grazie dall’Associazione Libere Sinergie che ne ha proposto un adattamento in base al contesto socio culturale del nostro Paese.Questa mostra parte dal breve racconto di una serie di storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione i quali intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita.
Secondo Jen Brockman lo scopo principale della mostra oltre a essere quello di promuovere una maggiore consapevolezza del pubblico sul tema della violenza di genere, è anche quello di sostenere la necessità di combattere il senso di colpa scaricato sulle vittime, aspetto non secondario. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano.
“Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale.

La mostra, concessa a livello nazionale dall’Associazione Libere Sinergie, a Bolzano è curata dal Teatro Cristallo di Bolzano, dal Centro Giovani Cristallo Young, da Unicef Bolzano e dall’Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù e Promozione sociale del Comune di Bolzano, insieme alla Polizia di Stato –Questura di Bolzano, alla Cooperativa sociale Gea – Centro d’ascolto antiviolenza-Casa delle donne e all’Azienda Servizi Sociali di Bolzano e vede il sostegno di Despar, Eurospar ed Interspar.

Foto: Ufficio Stampa Cristallo

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