Chatftit, ecco l'app altoatesina per trovare chi fa sport con te

Lo sport è da sempre sinonimo di socializzazione e unione tra la gente. Basti pensare a quante persone si riuniscono assieme per assistere ai più grandi eventi sportivi come ad esempio i Mondiali o le Olimpiadi. Componenti fondamentali nello sport sono anche sacrificio, determinazione e passione, gli stessi elementi che il giovane bolzanino Youssef Fitasse, ex studente in Computer Science all’UniBz, ha messo in campo per dar vita al suo progetto Chatftit, una futura startup creatrice di un’applicazione (momentaneamente solo Apple) che permette di mettere in contatto, e far conoscere persone con la stessa passione sportiva e che dalla data di lancio nel settembre 2017 ha scalato le vette delle classifiche delle fitness-App posizionandosi tra le prime duecento, esattamente al posto numero 188. «Con Chatfit vogliamo riportare le persone ad essere connesse fisicamente oltre che tramite la rete, soprattutto in un periodo storico come questo dove le divisioni sono una costante all’ordine del giorno. Vogliamo spodestare l’idea della tecnologia come strumento alienante» dichiara Youssef mentre ci racconta come è nata questa idea e come è cresciuto nel tempo questo ambizioso progetto.

La nascita ed il funzionamento dell’App

Il progetto nasce due anni fa quando Youssef, dopo un drop off all’università e varie esperienze professionali come sviluppatore freelance, decide che fosse arrivato il momento giusto per potersi immergere completamente in un nuovo ambizioso progetto lavorativo. «Chatfit è nata nella mia mente durante i miei allenamenti all’aperto quando ho realizzato che la parte più bella dell’attività era il poter conoscere e interagire con nuove persone e di conseguenza allenarsi anche con loro. Ho notato infatti che non esisteva un app che mi consentisse di farlo, e cosi ho pensato di farla io. In quel periodo avevo tante idee per la testa che però non sarei mai riuscito a portare avanti, mentre con Chatfit ho sentito che era il momento per dedicarmici tutto il giorno».

Interessante è il dato che Youssef ci propone: due persone su tre abbandonano il proprio obiettivo sportivo nei primi tre mesi di attività. Le cause? Poca motivazione e nessun supporto morale esterno. «Da questi due fattori è nata la mission di Chatfit: creare più motivazione nelle persone che si allenano, facendoli conoscere nuovi compagni e di conseguenza nuovo supporto nelle attività. Molte volte mi è successo che magari allenandomi con persone che ho conosciuto sull’applicazione, ad un certo punto fossi stanco e avrei voluto fermarmi, ma essendo in gruppo non potevo, e anzi proprio loro hanno tirato fuori in me l’energia per continuare a correre e terminare l’allenamento. Quando si è in gruppo ci si supporta e si crea la sinergia giusta per andare avanti».

Il funzionamento dell’app è molto semplice e intuitivo: «Al primo login si inseriscono nome e cognome e successivamente vanno selezionati gli sport praticati, con annesso il proprio livello (principiante, esperto ecc). L’app ti mostra cosi in automatico le persone che svolgono i tuoi stessi sport nella tua città, e tra queste bisogna seguirne almeno una, cosi da poter creare una Community. Ogni volta che si decide di fare un allenamento, si possono inserire le informazioni fondamentali come ora, data, e l’area di allenamento e cosi facendo alle persone della mia community arriverà una notifica di avviso direttamente sul cellulare. Nel feed principale inoltre, è presente anche una sezione sfide dove ci si può impostare un obiettivo comune con una persona e sfidarsi. Chi raggiunge questo obiettivo può ricevere dei premi come un caffè o una cena offerta dall’altra persona. Questo ovviamente è utile a stimolare la competizione e l’interazione tra utenti».

Dalla mente al touchscreen

Come detto inizialmente, l’app ha raggiunto poco tempo fa la posizione numero 188 della classifica delle fitness app mondiali. Un primo grande traguardo frutto di passione e sacrifici: «È incredibile pensare che un’idea che avevi in testa, ora è utilizzabile da migliaia di persone in maniera così semplice. È un qualcosa più grande di noi, un servizio che momentaneamente vogliamo offrire alla gente, e i tanti feedback positivi ci danno la spinta giusta per lavorarci su anche 15 ore al giorno. Abbiamo la nostra mission ben chiara, sappiamo cosa stiamo facendo e per questo ci impegniamo. Abbiamo anche capito l’importanza della “pazienza” che è fondamentale, spesso si sbaglia ma si impara sempre, bisogna sempre avere l’obiettivo focalizzato».

Interviene anche Patrizia, collaboratrice di Youssef nel progetto: «Io ho studiato design, ho approcciato il mio lato artistico al concetto in Chatfit e in questo modo ho imparato cose nuove, skills che magari precedentemente non avrei mai tirato fuori. Bisogna essere in grado di dimostrare cosa si è in grado di acquisire, e questo lo si può fare grazie alla passione, valore aggiunto in ogni persona». In un periodo storico dove tutti vogliono tutto subito, con troppo fretta, c’è ancora qualcuno che con fatica ma molta passione riesce a costruire qualcosa di concreto.

Puntando all’internazionalizzazione

Come ogni start-up ambiziosa e di successo, l’obiettivo è cercare di ampliare sempre i propri confini e cercare di farsi un nome anche in Europa. «Certamente vogliamo pensare anche in grande, all’internazionalizzazione, stiamo cercando di capire le strategie da poter attuare. In questi casi ci vengono in aiuto i social network, grazie alla quale ci si può far conoscere e condividere informazioni. Viviamo nella più grande era di sempre, ma devi essere bravo tu in prima persona a saper creare le campagne pubblicitarie, a vendere il prodotto e a farne trasparire il reale valore. Per questo anche a livello comunicativo, momentaneamente non ci appoggiamo nessuno, perché secondo me nessuno può brandizzarti meglio di te stesso».

Per migliorare il servizio, l’app viene aggiornata in base ai numerosi feedback che ricevono, questo per soddisfare il cliente e fare in modo che il cliente stesso capisca il valore aggiunto, e il lavoro svolto dietro. «Se il servizio è bello ma non è presentabile, c’è il rischio che gli utenti dimentichino il servizio» conclude Youssef.

Alexander Ginestous 

 

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