Caro-affitti, CNA: “Serve un piano casa urgente per Bolzano”

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Bolzano. Affitti troppo alti e stipendi che non tengono il passo con il costo della vita: a Bolzano la questione casa rischia di trasformarsi in un freno strutturale per la mobilità dei lavoratori e per la competitività delle imprese. A denunciarlo è la CNA Alto Adige Südtirol, che ha analizzato i dati dell’Agenzia delle Entrate mettendo in evidenza come il mercato immobiliare locale stia diventando sempre più critico per chi cerca lavoro o vuole trasferirsi in città.
«Il costo degli affitti a Bolzano pesa eccessivamente rispetto alla retribuzione netta di un operaio. In questo modo, la mobilità interna dei lavoratori è frenata e continuiamo a perdere i nostri giovani. Un piano casa per calmierare gli affitti è necessario e urgente. È impensabile puntare solo sugli aumenti salariali, che metterebbero le nostre imprese fuori mercato rispetto ai competitor di altri territori con minori costi fissi». Così il presidente Cristiano Cantisani commenta i dati raccolti dallo studio.

Secondo la ricerca, in Italia l’affitto medio assorbe il 43,7% della retribuzione netta di un operaio, con punte che a Milano sfiorano il 65% e che in città come Firenze, Roma e Bologna superano il 50%. Anche Bolzano registra un’incidenza significativa: per un micro appartamento, con un canone medio di 631 euro, un operaio deve destinare quasi un terzo del proprio stipendio (32,8%).
Il problema si innesta in un contesto già complesso: in Alto Adige i lavoratori occupabili coprono solo il 7,4% delle assunzioni programmate, rendendo la ricerca di personale particolarmente difficile per le imprese. Nel frattempo, i canoni sono aumentati del 19,5% negli ultimi anni, a fronte di retribuzioni cresciute appena del 14%.
Per CNA, serve una risposta concreta attraverso politiche abitative mirate. L’associazione propone di accelerare le procedure urbanistiche per consentire alle imprese di costruire alloggi temporanei nelle aree produttive e di individuare terreni edificabili destinati ad abitazioni per i dipendenti, anche in forma consortile.
Un “piano casa” strutturato potrebbe favorire la mobilità interna, contrastare la fuga dei giovani e rendere più attrattivo il territorio per lavoratori qualificati, riducendo al tempo stesso le difficoltà delle aziende nel reperimento di personale.

Nell’immagine in apertura, Cristiano Cantisani, presidente di CNA Alto Adige Südtirol (credits CNA Alto Adige Südtirol)

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