Borgo Andreina: il cuore nascosto dell’Ippodromo di Merano è un patrimonio della città

Merano. La cornice pittoresca dell’ippodromo, principale impianto per corse a ostacoli in Italia, è nota a tutti, ma non altrettanto il villaggio delle scuderie chiamato Borgo Andreina. Si tratta di un vero e proprio centro per la cura dei cavalli, dall’allevamento alla preparazione per le corse: un posto in cui l’esperienza e la passione degli esperti fanno di Borgo Andreina un luogo unico a partire dal nome. Borgo Andreina deve, infatti il suo nome alla cavalla Andreina che vinse il primo Derby reale il 24 aprile 1884. Il villaggio delle scuderie, seppur necessitante di ristrutturazione, è il luogo dove la tradizione equestre si intreccia con la necessità di movimento quotidiano per i cavalli. È composto da quattro scuderie interne e centinaia di box singoli che offrono spazi per 300 cavalli. Il tondino coperto è l’ultima opera ristrutturata, una costruzione implementata in occasione del corso allievi fantini artieri finanziato dal Fondo Sociale Europeo.

È proprio nella sala del Consiglio di Borgo Andreina che poche settimane fa è stato firmato l’accordo tra la società gestrice Merano Galoppo e il Comune di Merano che ha trasformato un tesoro di storia e cultura ippica in patrimonio cittadino. L’archivio, frutto di una lunga ricerca nel recupero dei beni, oggi arricchisce la memoria storica della comunità meranese con quadri, foto, arredi e documenti d’epoca. Con la firma dei due contratti di prestito fra Merano Galoppo e il Comune, ora anche il Museo civico Palais Mamming è custode dell’archivio. “Questi oggetti oggi fanno parte del demanio culturale e sono diventati patrimonio della città” – afferma Tiziano Rosani, curatore del museo cittadino. L’archivio è suddiviso tra l’Ippodromo e la sala del Consiglio di Borgo Andreina. All’Ippodromo sono esposti nella sala pesi i ritratti dei fantini che dal 1935 hanno vinto il Gran Premio, tele donate dalle scuderie vincitrici e che oggi compongono la storia delle corse meranesi. L’ultimo è il quadro di L’Estran, la leggenda che si è aggiudicata il titolo quattro volte consecutive a Merano, come nessuno mai prima. Lungo la scala reale, all’epoca percorsa dalle maggiori autorità per raggiungere la tribuna autorità, sono presenti una ventina di album fotografici incorniciati che raccontano tutti i momenti più importanti dei Gran Premi, dall’entrata in tondino, alle corse, alle vittorie dei cavalli. Il pezzo forte invece della sala del Consiglio di Borgo Andreina è la sedia storica, di costruzione viennese, utilizzata per certificare il peso dei fantini. “Tutto il materiale che oggi compone il patrimonio – spiega Carla Zanfrà, ex direttrice dell’Ippodromo e curatrice dell’archivio – è stato inventariato negli ultimi due anni da me personalmente, con l’aiuto di Tiziano Rosani, una sfida molto difficile soprattutto per il recupero degli oggetti dalla società precedente di gestione. Oggi la storia dell’ippica meranese la possono raccontare i numerosi libri che riportano i risultati delle corse d’epoca, i cataloghi delle nascite dei puledri di tutta Italia e le relative genealogie, le collezioni di riviste romane delle corse meranesi, le storie di personaggi illustri, fantini vincitori, i quadri e le preziose fotografie storiche”. Carla Zanfrà, dipendente dell’Ippodromo dal 1964, rappresenta dunque la memoria storica di questo luogo e con impegno e passione si presta a preservare e curare il patrimonio, un gioiello culturale che il Presidente di Merano Galoppo Giovanni Martone desidera a breve poter aprire al pubblico. “L’ippica non è soltanto la corsa e la scommessa, ma c’è un mondo dietro che necessita di essere conosciuto: l’allevamento dei cavalli, gli allenatori, il rapporto tra fantino e cavallo, la cura e l’amore per questi animali. Come Merano Galoppo vogliamo narrare tutto ciò, sperando di poter implementare questo racconto mostrando l’archivio storico agli appassionati e ai più curiosi” – spiega Martone. Il futuro dell’Ippodromo si preannuncia entusiasmante, con progetti di visite guidate, esposizioni e iniziative culturali mirate a valorizzare il suo ricco patrimonio. La riqualificazione dell’Ippodromo, con l’acquisizione del 60% della proprietà da parte della Provincia, costituisce una condizione ideale per sostenere questa spinta culturale. Nel frattempo, le prime visite guidate alle piste, alle sale e alle scuderie stanno già attirando l’interesse degli appassionati, soprattutto per scoprire Borgo Andreina, il villaggio delle scuderie.

Testo e foto di Chiara Caobelli

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