Bolzano: l'Amministrazione Comunale che ama farne di tutti i colori

Gli straordinari successi ottenuti dall’Amministrazione Comunale bolzanina nella lotta contro la violenza sulle donne, sul caso Regeni, per la libertà di stampa, la difesa dei diritti civili e la prevenzione di una dozzina di malattie grazie alla nuova colorazione di alcune panchine, deve aver alimentato un vero e proprio furore cromatico all’interno della Giunta Comunale. Gli assessori Stefano Fattor e Johanna Ramoser hanno avuto, infatti, la grande idea di passare alla colorazione dei marciapiedi di periferie. Gli assessori si sono ispirati, nientepopodimenoche a Soho, il quartiere di Manhattan che da oltre mezzo secolo ospita atelier, gallerie d’arte, negozi di lusso, locali alla moda e negozi dell’antiquariato. Per questo motivo, il progetto avrà il nome di Sobo (South of Bolzano). Come non apprezzare un progetto simile, chi, in effetti, camminando per Manhattan non vede le straordinarie somiglianze con Bolzano e soprattutto, percorrendo la Houston Street che da il nome a Soho non è corso con la mente ai negozi di Via Roma, via Rodi o via Dalmazia che sono al centro del progetto SoBo?
Come precisato dai soliti beninformati, lo stesso Eric Leroy Adams, attuale sindaco di New York, amerebbe definirsi “il primo cittadino della Bolzano sull’Hudson”.
Secondo l’assessore Fattor, Sobo “è una specie di regalo, per dare appeal anche ad altri quartieri che non siano quelli più vocati al turismo, in centro”.  In dettaglio, verrà realizzata una striscia colorata di circa un metro e venti centimetri, che partirà da via Rodi e farà tutto il giro dell’isolato fino al piazzale Moretti, per poi scendere in via Dalmazia e ricongiungersi in via Rodi.
I lavori inizieranno in autunno, ma il progetto risale a due anni fa, in piena pandemia, quando Fattor ha immaginato di rilanciare il quartiere “per renderlo appetibile per giovani imprenditori della ristorazione e del commercio, per giovani coppie e creativi, che vi si possono trasferire”.
Abbiamo quindi percorso le strade interessate dal progetto prima che l’ondata “gentrificatrice” scatenata dalle nuove pitture sui marciapiedi le trasformi definitivamente.
Al momento, Via Rodi è una via quasi esclusivamente residenziale, immaginiamo sia quella destinata ad accogliere la folla di creativi e imprenditori che caleranno su Bolzano non appena realizzata Sobo, ma al momento non mostra particolari segni di creatività. Via Torino, invece, deve gran parte della sua “vitalità” ai cinesi proprietari di ben due grandi magazzini, numerosi negozi di parrucchieri e bar. Si spera che vengano tenuti in debito conto nel progettare le nuove creazioni. In via Dalmazia, invece, la fanno da padrona le due ruote visti i numerosi negozi di riparazioni bici, riparazione scooter e i numerosi deambulatori delle signore anziane che passeggiano per la via. Anche in questo caso, si spera che Sobo tenga conto della passione per le due ruote e non venga calato dall’alto un progetto che non tiene conto del contesto.
Purtroppo, il quartiere si fa notare anche per le numerose vetrine spente che evidenziano il numero di attività che hanno chiuso negli ultimi anni e si spera che quella che, fuor di sarcasmo, si può considerare poco più di un’’operazione di maquillage, possa servire almeno a farne riaprire qualcuna.
Passando alle cose serie, andrebbe sottolineato come l’Amministrazione Comunale bolzanina mostri un’attenzione ai “messaggi simbolici” tipica di chi prova a far propaganda invece che a risolvere i problemi. La condizione di Piazza Matteotti, a due passi dalle vie interessate da Sobo è la prova evidente della capacità di risolvere i problemi di Caramaschi e compagnia.

Piazza Matteotti a fine agosto 2023

Progetti simili al SoBo sono stati realizzati, e apprezzati in numerose città europee, ma a Bolzano è il contesto a far apparire davvero ridicolo un progetto che vuole attirare giovani e creativi mentre si “spegne” ogni minimo segno di vitalità spontanea che appare in città. Ne abbiamo scritto spesso, ma le politiche quotidiane della Giunta Comunale sono in totale controtendenza rispetto alla vitalità dei quartieri che hanno ispirato il progetto Sobo.
Non basta una mano di vernice sulle panchine o sui marciapiedi per risolvere i problemi di una città “spenta” e annoiata perché i segnali che manda quotidianamente la Giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi, piccoli o grandi che siano, sono chiarissimi.
Potrebbe persino apparire retorico ritornare sul continuo intervento dei vigili contro ogni manifestazione musicale che non preveda musica classica o Volksmusik. Un atteggiamento ripetuto e ossessivo, che ha paragoni solo nell’Alabama degli anni Cinquanta.
Oppure, come non citare i fantastici cronometri sui semafori pedonali. Anche in questo caso, qualcuno non ha compreso pienamente il motivo per cui esistono in altre città, ma quello posto davanti alla stazione ferroviaria di Bolzano, che lascia poco più di dieci secondi di verde ai pedoni, lancia un messaggio chiarissimo: “Pedone (con valigie) che vai a prendere il treno, muoviti ad attraversare che devono passare le auto!”. 
Si potrebbe proseguire con le condizioni delle piazze bolzanine o con il traffico, ma qui ci si limita a ricordare che Bolzano è il capoluogo di questa provincia, l’unica città con più di centomila abitanti. Dovrebbe avere il ruolo di traino che hanno tutti i capoluoghi di regione nel resto d’Italia, invece, il modello dell’attuale amministrazione resta Ortisei, magari con le panchine e i marciapiedi colorati. Sullo sfondo ci sarebbe anche una questione politica. A guidare la città è una giunta a maggioranza di centro sinistra, Verdi compresi, un caso più unico che raro in provincia. Bene, qualcuno considera Bolzano la città più progressista o ecologica dell’Alto Adige?

Massimiliano Boschi

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