Banca d'Italia: bene export e turismo in Alto Adige

Segnali positivi per l’economia altoatesina nei primi mesi del 2015. Export e occupazione sono alcuni degli aspetti su cui ha indagato il documento: «L’economia delle Province autonome di Trento e Bolzano», redatto dalla Banca d’Italia, che ha svolto un sondaggio presso 79 imprese manifatturiere con sede in Trentino Alto Adige. Divulgato oggi, il documento fotografa un quadro di stabilità per quanto riguarda l’economia altoatesina, con alcuni segnali di miglioramento in vista dei prossimi mesi. La specializzazione e l’innovazione applicata ai prodotti altoatesini si sono dimostrati punti di forza per favorire il marchio della regione tra gli interlocutori esteri.

Export in crescita

ExportÈ l’export in particolare a portare l’Alto Adige a livelli economici poco inferiori dall’insorgere della crisi. Dopo il modesto rallentamento registrato nel 2014, nel primo semestre del 2015 il valore delle merci esportate dalla provincia di Bolzano è aumentato del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori economici interessati coprono praticamente ogni campo, anche se la crescita è stata particolarmente intensa nei settori più specializzati e innovativi di agricoltura e agroindustria, macchinari e metalli. Dove sono andate a finire le merci altoatesine? Oltre alla scontata presenza della vicina Austria, a contribuire alla crescita è stato soprattutto l’aumento delle esportazioni verso Francia e Germania, così come verso paesi non appartenenti all’Unione Europea, in particolare verso il Medio Oriente e i mercati asiatici.

Occupazione, a trainare sono i servizi

In provincia di Bolzano nei primi mesi del 2015 il numero degli occupati è cresciuto dell’1,3%, e a beneficiarne è stata soprattutto la componente femminile (2,5%, contro lo 0,5% maschile). Si tratta principalmente di lavoratori dipendenti, dato che il numero dei lavoratori autonomi in generale si è ridotto. Come nel vicino Trentino, buone notizie provengono dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato.
A trainare il settore occupazione sono i servizi, che pesano per il 73% del totale e compensano il calo che si è invece avuto nel settore industriale, in senso stretto, e nelle costruzioni. A contribuire all’aumento dell’occupazione nei servizi sono in parte anche i numeri forniti dal settore turistico, in crescita (dopo due anni di numeri negativi) sia per quanto riguarda la stagione estiva, sia per quanto riguarda quella invernale.

Economia del legno tra i punti dolenti

A faticare è invece il settore del legname, punto di forza tradizionale della regione per il cui rilancio è stata siglata di recente la «Charta del legno». «Le difficoltà continuano a concentrarsi nei comparti del legname e dei materiali edili – si legge nello studio di Banca d’Italia – Nel comparto al dettaglio la quota delle imprese che prevedono di conseguire una redditività soddisfacente nel 2015 è diminuita di quattro punti percentuali (al 74 per cento) mantenendosi sui livelli modesti registrati a partire dal 2012; alla flessione ha contribuito il netto peggioramento del settore alimentare».

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