Aumento dell'IRAP, mondo economico e sindacati alzano la voce contro la Provincia

Si sono concluse, dopo polemiche e confronti, le trattative finanziarie con il Governo da un lato e i presidenti delle Province di Bolzano e Trento dall’altro per l’accordo finanziario sul modello dinamico. Complessivamente, l’Alto Adige avrà a disposizione circa 234 milioni di euro in più per il prossimo bilancio. Lo Stato riconosce inoltre suoi debiti pregressi ed è stato anche chiarito per il futuro che la Provincia ha diritto a condividere le tasse sul gioco d’azzardo, comunque lo Stato le classifichi. Nel bilancio statale queste sono infatti classificate come “entrate non fiscali”. Questa è stata per anni una questione controversa. “Ciò significa che questo punto è stato chiarito in maniera definitiva”, sottolinea Kompatscher. Per il passato la Provincia di Bolzano riceve dallo Stato 100 milioni di euro una tantum e il Trentino 90 milioni. “Oltre a questo pagamento una tantum, si è potuto raggiungere un accordo con lo Stato anche sulla quota annua dell’Alto Adige sulle entrate”. Le ulteriori entrate derivanti dal gioco d’azzardo ammontano attualmente a circa 14 milioni di euro.

L’accordo prevede anche una riduzione del contributo alle finanze pubbliche dello Stato, come richiesto dalla Provincia. Secondo il presidente questo è “il punto essenziale e al tempo stesso più importante dell’accordo”. In futuro, il contributo alle finanze pubbliche per le due Province non ammonterà più a 905, bensì a 713 milioni di euro. Per l’Alto Adige questo significa una riduzione del contributo annuo di circa 100 milioni di euro. Accolta anche un’altra richiesta avanzata dalla Provincia di Bolzano “Finalmente è stato possibile inserire in bilancio anche la restituzione delle rate trattenute dal Governo Monti», spiega Kompatscher. Lo Stato garantisce una copertura finanziaria di 20 milioni di euro all’anno.

Una notizia arrivata ieri, mercoledì 27 ottobre, dopo la raffica di prese di posizione delle associazioni di categoria contro la bozza di bilancio 2022 contenente l’aumento della tassazione IRAP

Assoimprenditori: aumentare le tasse non è la strada giusta

“Ci troviamo in una situazione di emergenza e bisogna essere solidali. Ma aumentare le tasse sui costi del personale e sugli interessi passivi dei crediti accesi per far fronte alla crisi non è comprensibile”, mette in chiaro il Presidente Heiner Oberrauch. “Gli sgravi fiscali rappresentano il sostegno più veloce ed efficiente per famiglie e imprese: per questo a suo tempo avevamo accettato di rinunciare a svariati contributi in cambio della riduzione dell’IRAP. Restiamo tuttora convinti di questo principio, che vale tra l’altro anche per il bilancio provinciale: a lungo termine imprese competitive garantiscono un gettito fiscale maggiore”, sottolinea il Presidente di Assoimprenditori.

A fronte dell’annunciato aumento delle tasse, un aumento dell’efficienza della spesa pubblica diventa ancora più urgente: “Non possiamo più andare avanti così, anche all’interno dell’amministrazione pubblica, così come anche in altri ambiti, è necessario un cambio di mentalità. Tutti i capitoli di spesa vanno valutati attentamente, non possiamo più permetterci un ulteriore aumento della spesa corrente”, afferma Oberrauch.

Sindacati contro l’IRPEF

In questa fase di crisi e a fronte dell’alto costo della vita locale la SGBCISL si oppone ad un aumento della pressione fiscale per
lavoratori e pensionati, indipendentemente dal fatto che l’eventuale intervento sull’IRPEF sia ipotizzato solo dopo il 2023.
In seguito all’accordo di Milano la SGBCISL si è più volte attivata nei confronti della politica per una riduzione dell’addizionale regionale IRPEF a favore di lavoratori dipendenti e pensionati. “L’esenzione dei redditi fino a 35.000 è una conquista che va difesa, poiché si tratta di una delle poche leve fiscali sulle quali è possibile agire a livello provinciale per stemperare l’alto costo della vita nella nostra provincia”, così i Segretari Generali SGBCISL Donatella Califano e Dieter Mayr.

In merito all’aumento dell’IRAP la SGBCISL ribadisce la sua contrarietà a riduzioni generalizzate, sostiene invece un intervento che preveda un’aliquota ridotta alle sole imprese virtuose, che applicano integralmente contratti collettivi stipulati dalle parti sociali maggiormente rappresentative. Questa richiesta è parte delle nostre proposte per la definizione di un “Patto per l’Alto
Adige”, accordo tra le parti sociali per aumentare retribuzioni e migliorare le condizioni di lavoro, e dovrebbe contribuire ad arginare i cosiddetti contratti pirata.

Aumento IRAP, segnale sbagliato per i commercianti

“Che il bilancio provinciale andasse ripensato dopo la pandemia è comprensibile. Ma che a dover pagare sia sempre automaticamente l’economia, con l’innalzamento delle imposte e l’introduzione di nuovi oneri, non è accettabile”, sottolinea il presidente dell’Unione Philipp Moser. Nei mesi scorsi la Provincia ha fornito grande sostegno alle aziende, che in questo modo sono riuscite a mantenere la gran parte dei posti di lavoro. Ma ora, in questa fase delicata, non bisogna assolutamente invertire questo slancio, spiega l’Unione. “Deve invece essere fatto tutto il possibile affinché in questo periodo non sia dimenticata l’economia e la sua necessità di programmare il futuro. I primi segnali di ripresa economica non devono essere messi a rischio, ma devono invece essere sostenuti e incentivati, perché, dal punto di vista economico, la pandemia di Coronavirus è ben lontana dall’essere passata”, ribadisce Moser. Il presidente dell’Unione ripete quindi l’appello già rivolto a inizio ottobre alla Giunta provinciale: “Siamo nel momento peggiore per un innalzamento delle imposte. La politica dovrebbe prevedere uno stop a nuovi oneri almeno fino a fine 2023”.

Artigianato altoatesino

“Vediamo come un serio problema gravare le nostre aziende con tasse crescenti sia sui costi del personale che in riferimento agli interessi passivi – ha affermato il presidente di lvh.apa Martin Haller commentando la recente scelta della Giunta Provinciale -. In questo modo la politica invia un segnale totalmente sbagliato.” Lo sviluppo positivo della congiuntura economica non può essere utilizzato come base per un aumento degli oneri fiscali: “Ogni singola azienda ha lottato duramente per ripartire e per poter tornare a svolgere le abituali attività economiche – ha concluso Haller -. Gli operatori economici non dovrebbero essere penalizzati per le proprie prestazioni. Al contrario, dovrebbero venire sgravati.”

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