Turismo, la ripartenza in Alto Adige: «Prenotazioni nei quattro stelle e ferie d'autunno, penalizzate la Val Badia e Val Gardena»

Il turismo non è un settore economico secondario per l’Italia in generale e per l’Alto Adige in particolare. In alcuni casi, il desiderio di accaparrarsi qualche turista in più si è trasformato in un’ossessione che fatica a fare i conti con la realtà. Ma non basta permettere lo spostamento tra le regioni o aprire le frontiere per far tornare tutto come prima. Il lockdown è terminato, ma non le incertezze e le paure. Non è semplice programmare viaggi senza avere certezze riguardanti la sicurezza sanitaria dei luoghi in cui si vorrebbero passare le vacanze e nemmeno all’interno di aerei, treni o bus. Senza contare la pesantissima situazione economica fatta di prospettive non particolarmente rosee. Non sempre, però, il contesto spiega la realtà e, fortunatamente, oggi c’è chi riesce ad avere la percezione precisa di quel che sta accadendo nel settore turistico, in particolare per quel che riguarda l’incoming.

Tra questi, c’è Thomas Tretter consulente di revenue management che si occupa del set up dei booking engine per le prenotazioni dirette sui siti. Un lavoro che gli permette di controllare in tempo reale l’andamento delle prenotazioni e delle tariffe alberghiere. L’analisi di Tretter parte dall’osservazione dei dati aggregati: “E una situazione in continua evoluzione, ma il sistema di prenotazione mostra una ripresa delle prenotazioni degli italiani per località o strutture alberghiere isolate, principalmente sopra i 4 stelle. E’ un trend piuttosto evidente rispetto a una settimana fa. Risulta più problematica la situazione per i centri abitati più importanti come Ortisei e Selva Val Gardena,  per questi credo che prima di una decina di giorni la situazione non cambierà”.

E per quel che riguarda i turisti dall’estero?

“Per il mese di luglio, noto che si muove qualcosina dalla Germania e dalla Svizzera, mentre stanno ripartendo le prenotazioni per passare le ferie d’autunno in Alto Adige da parte dei tedeschi”.

Cosa impedisce che prenotino anche per luglio e agosto?

“Questo il sistema non me lo dice, ma credo che molto dipenda dal clima di incertezza. Il governo tedesco si sta muovendo con molta cautela, l’emergenza non è ancora cessata ufficialmente e, come noto, in Germania sono molto attenti a quanto deciso dalle autorità. Credo attendano solo ulteriori rassicurazioni, aspettano di sapere con certezza quando e dove potranno andare, ma sono ottimista”.

Perché?

“Perché per i tedeschi l’Italia, il Garda principalmente ma non solo, rappresenta la “vacanza in casa”, sono ritenute vacanze in prossimità. Le località italiane si possono raggiungere rapidamente e non si devono preoccupare di voli aerei, prenotazioni, posti ridotti etc. Non appena avranno il via libera, saliranno in auto e arriveranno. Il discorso è molto diverso per chi, in Alto Adige, poteva contare su una clientela internazionale con alta capacità di spesa proveniente da Stati Uniti, Sud Africa o Asia. E’ molto probabile che Val Badia e Val Gardena, almeno per questa estate, dovranno rinunciare a questo tipo di clientela”.

Gli alberghi dalle tre stelle in giù hanno maggiori difficoltà?

“Pare di sì. E’ chiaro che la fascia media risulta la più penalizzata. Migliaia di lavoratori sono stati costretti alla cassa integrazione, altri alle ferie obbligatorie, è probabile che le famiglie avranno molte difficoltà a muoversi questa estate, per problemi economici ma anche di tempo. Anche in questo caso, qualcosa in più si muove sulle strutture isolate, mentre vanno meglio le prenotazioni in appartamento”.

Sembra evidente che, almeno in Italia, i timori rispetto al contagio non siano scomparsi. Da questo punto di vista, esiste una “questione Lombardia”?

“Non possiamo fingere che il problema Lombardia non esista. E’ una regione che ha la popolazione di un piccolo stato europeo, paragonabile a Belgio, Repubblica Ceca e Austria, un territorio che da mesi è nell’occhio del ciclone per il numero di contagi e di morti. Non dico che dovrebbero essere rinchiusi dentro i confini regionali, ma credo che servirebbe una proposta ad hoc per rassicurare tutti. So per certo di richieste di turisti italiani che chiedono se nell’albergo prescelto saranno ospitati dei lombardi. Per evitare ripercussioni sull’intero sistema turistico nazionale, basterebbe presentare garanzie maggiori rispetto agli spostamenti dei cittadini lombardi. Per rispondere precisamente alla domanda: sì, esiste una questione Lombardia”.

Massimiliano Boschi

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