Covid, l'Alto Adige pronto ad un lockdown duro: «Necessario per evitare collasso del sistema sanitario»

L’Alto Adige, da oggi zona rossa, non si ferma qui ed è pronto a dichiarare un lockdown duro, a partire da mercoledì 11 novembre, per scongiurare il collasso del sistema sanitario.”I danni collaterali sarebbero devastanti, se gli ospedali non dovessero più garantire chemioterapie e interventi chirurgici”, spiega l’assessore alla sanità Thomas Widmann all’ANSA. Su questo se ne parlerà nella giornata di domani durante la seduta di Giunta. Un decisione, questa da prendere in fretta per non ignorare più i ripetuti campanelli d’allarme.

“A marzo – prosegue Widmann – abbiamo chiuso tutto con 42 casi Covid in Alto Adige, ora registriamo 750 nuovi contagi al giorno e c’è ancora chi non capisce e si lamenta delle restrizioni”. Con il lockdown duro anche le elementari e la prima media passerebbe alla didattica a distanza e le attività economiche verrebbero ridotte al minimo. L’assessore auspica un lockdown rigido, ma breve con test a tappetto. “Siamo partiti con 30 tamponi al giorno, ora ne facciamo anche 4.000, questo è importantissimo”. Secondo Widmann, “già adesso la pressione sugli ospedali è enorme. Abbiamo garantito la vita pubblica il più lungo possibile, ma ora va presa una decisione netta, se vogliamo evitare gli ospedali da campo”.

 

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Il bollettino odierno

Intanto oggi si registrano 4 decessi e 598 nuovi casi positivi. Le vittime negli ospedali e nelle case di riposo, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, sono ora 345. Nelle ultime 24 ore, i laboratori dell’Azienda sanitaria provinciale hanno processato 2.241, di cui 1.373 sono nuovi test. Con i nuovi 598 casi positivi, i contagi accertati sono 13.709. I pazienti Covid-19 ricoverati nei normali reparti ospedalieri sono 320 (17 in più rispetto ad ieri) e, nelle strutture private convenzionate, 91 (4 in meno). In terapia intensiva sono ricoverati 41 pazienti (2 in più), mentre 113 (3 in più) sono in isolamento nelle strutture di Colle Isarco e Sarnes.

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